Ricostruzione mammaria: un supporto per le donne sottoposte a mastectomia

Ricostruzione mammaria: un supporto per le donne sottoposte a mastectomia

Editato da: Marta Buonomano il 07/04/2021

Il Dott. Pietro Loschi, esperto in Chirurgia Plastica e Estetica a Milanoa Bologna e a Modena, ci spiega in cosa consiste l’intervento di ricostruzione mammaria, in particolare per le donne che sono state sottoposte a mastectomia

Ricostruzione mammaria post mastectomia: di cosa si tratta?

senoLa ricostruzione mammaria dopo la mastectomia permette di tornare a sorridere, davanti al proprio seno. Elemento primario per un buona ricostruzione è un'ottima mastectomia, che conservi o meno l'areola, in base alla radicalità, ma mantenga spessori omogenei che consentano al chirurgo plastico di ambire a risultati qualitativamente alti.

La ricostruzione più immediata e frequente è con protesi o espansore.

In cosa consiste la procedura?

La protesi può essere impiegata sia al di sopra del muscolo pettorale, ossia nello stesso spazio in cui c'era la ghiandola, oppure al di sotto. Il muscolo è un'ottima copertura per l'impianto, ma al tempo stesso lo può trazionare verso l'alto, rendendolo talvolta più innaturale. Fondamentale è l'indicazione e le protesi utilizzate saranno le stesse impiegate anche in chirurgia estetica.

Non sempre, tuttavia, la ricostruzione può essere definitiva con la protesi, soprattutto se tanta cute era coinvolta dalla malattia, e quindi sacrificata. L'espansore, posizionato sottomuscolo, può essere quindi un'ottima alternativa; saranno necessari, dopo la guarigione, alcuni riempimenti dello stesso (eseguiti a livello ambulatoriale) affinché raggiunga il volume definitivo, e un secondo intervento dopo almeno 5 mesi per sostituirlo con la protesi definitiva.

In caso di radioterapia, e successiva ricostruzione, entrano frequentemente in campo i lembi, ossia la ricostruzione con il proprio tessuto. I benefici sono molteplici, primo tra tutti il non utilizzo di corpi estranei, con i relativi rischi di infezioni o indurimento, tipici delle protesi posizionate su tessuti irradiati e quindi anelastici.

 

Che tessuto si utilizza per la ricostruzione mammaria?

Il tessuto che più comunemente viene impiegato per ricostruire il seno è l'eccesso cutaneo e adiposo dell'addome (lembo T. R. A.M. o D. I. E P.), oppure la cute e il muscolo dorsale sottostante, cioè il lembo gran dorsale. Verranno scelti il relazione all' indicazione di uno o dell'altro e alla reale disponibilità di tessuto da sacrificare.

Quando si ricostruisce il seno, scegliamo anche se è indicato intervenire contemporaneamente sul seno controlaterale. Si potrà ridurre, sollevare o aumentare con una protesi, al fine di renderlo più simmetrico al seno ricostruito.

Ogni quanto sarà necessario sottoporsi a un controllo?

I controlli radiologici saranno ogni sei o dodici mesi come stabilito dall'oncologo, con ecografia, mammografia o risonanza magnetica. Nel caso siano state impiegate protesi, anche la loro integrità verrà controllata nel tempo con gli esami strumentali, esattamente come in chirurgia estetica.

Esistono procedure ausiliari?

Esistono infine procedure ancillari, come il lipofilling (autotrapianto adiposo), utile sia per rendere più spessa la cute del seno ricostruito, sia per trattare piccoli avvallamenti intorno alla protesi, o deficit di volume tra i seni. Sono procedure che generalmente eseguiamo insieme alla ricostruzione dell'areola e del capezzolo, in caso siano stati sacrificati, e che consentono di terminare e impreziosire la nostra ricostruzione

 

Testimonianze:

 

 

Video Tutorial:

 

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