Hai notato cambiamenti nel tuo modo di urinare o la presenza di sangue nelle urine? Questi sintomi potrebbero essere segnali di un problema più serio: il tumore vescicale. Spesso sottovalutato, questo tipo di cancro è tra le forme più comuni in ambito urologico, e riconoscerne i sintomi precocemente può fare una grande differenza nel successo del trattamento. In questo articolo, esploreremo tutto ciò che c'è da sapere sui tumori vescicali, dai primi segnali di allarme alle opzioni terapeutiche disponibili, per aiutarti a comprendere meglio questa patologia e a prendere decisioni informate sulla tua salute
Cos'è il tumore vescicale?
Il tumore vescicale è una neoplasia che si sviluppa nella mucosa della vescica urinaria. La maggior parte dei tumori vescicali sono carcinomi uroteliali, che originano dalle cellule di rivestimento interno della vescica. È un tumore in aumento: ogni anno in Italia si ammalano circa 30.000 persone, e oltre 20.000 sono uomini. Il fattore di rischio più noto è il fumo di sigaretta. La sospensione dal fumo riduce il rischio nel tempo. In base al comportamento e al tipo di trattamento necessario si distinguono le forme cosiddette non muscolo invasive, da quelle muscolo-invasive. Le prime sono quelle che interessano solo i primissimi strati dell’organo: la mucosa della vescica e/o la sottomucosa. Queste forme hanno soprattutto il rischio di recidiva, mentre il rischio di diffondersi è contenuto. Le forme muscolo-invasive sono quelle che interessano appunto il muscolo della vescica, che si chiama detrusore, quello che si contrae per svuotarla. Quando arriva a questo strato la malattia comporta un rischio più consistente di diffusione ad altri organi (metastasi).
Quali sono i sintomi da tenere sotto controllo?
Riconoscere i sintomi precocemente può fare la differenza nella prognosi. I seguenti segni possono indicare la presenza di un tumore vescicale:
- Ematuria (sangue nelle urine): è il sintomo più comune, più frequentemente non accompagnato da altri sintomi.
- Minzione frequente: la necessità di urinare più spesso del normale,.
- Dolore o bruciore duranteo subito dopo la minzione:.
- Dolore pelvico o lombare: presente in casi più avanzati, può essere associato a tumori che si sono già estesi oltre la vescica.
Naturalmente non sono segni e sintomi esclusivi di un tumore vescicale, ma devono essere valutati per escluderlo o per arrivare ad una diagnosi più precoce possibile.
Come si realizza la diagnosi del tumore vescicale?
La diagnosi precoce è essenziale per un trattamento efficace e per poter garantire una guarigione con il minore impatto sulla persona. I seguenti esami sono comunemente utilizzati per diagnosticare il tumore vescicale:
- Esame delle urine: utilizzato per rilevare la presenza di sangue (comune esame chimico-fisico) o cellule tumorali nelle urine (esame specifico per la ricerca di cellule tumorali, che si effettua abitualmente in tre giorni consecutivi).
- Cistoscopia: un esame endoscopico che permette di visualizzare l'interno della vescica entrando dal meato uretrale esterno (all’apice del pene nell’uomo, appena sotto la commissura anteriore delle grandi labbra nella donna) mediante un piccolo strumento flessibile (che segue quindi le curve naturali dell’uretra) dotato di una telecamera. Questo è considerato il metodo fondamentale, ed è il più efficace per diagnosticare i tumori vescicali. È un esame di breve durata e ben tollerato. Quando indicato il medico può provvedere a una biopsia, un prelievo di un campione di tessuto per un'analisi più approfondita.
- Imaging: l'ecografia, esame semplice, poco costoso e non invasivo, può consentire la diagnosi di neoplasia vescicale; tuttavia non deve essere considerata equivalente alla cistoscopia; altre metodiche come la risonanza magnetica (RM) o la tomografia computerizzata (TC) sono utilizzate abitualmente a diagnosi effettuata per consentire la stadiaione (cioè a definirell'estensione del tumore.
Quali sono i trattamenti disponibili?
Il trattamento del tumore vescicale dipende dallo stadio e dalla gravità della malattia:
- Resezione transuretrale (TURBT): è il primo trattamento per i tumori della vescica ed è il trattamento fondamentale per le forme non muscolo-invasive. Consiste nella rimozione del tumore attraverso un intervento endoscopico, in anestesia (generale o regionale, la cosiddetta “spinale”). Lo strumento è un cistoscopio modificato (si chiama resettore) che ha un sistema di taglio e coagulo su un dispositivo (un’ansa semicircolare) che permette di tagliare il tessuto dall’interno della vescica alla profondità che serve e coagulare per evitare il sanguinamento. Quest’intervento è insieme trattamento e metodo di diagnosi e stadiazione, perché ci fornisce le informazioni riguardo a natura, “cattiveria” (il grado istologico) e la profondità della malattia nella parete.
- reTURBT: in alcuni casi, a distanza di alcune settimane è indicata la ripetizione della stessa procedura: serve ad assicurarsi che la vescica sia completamente libera e consentire i trattamenti successivi, “conservativi”, cioè volti a preservare la vescica.
- Instillazioni vescicali: sono instillazioni di un farmaco all’interno della vescica mediante un piccolo catetere che è immediatamente rimosso. Questi farmaci, che possono essere chemioterapici (come la Mitomicina, la Gemcitabina) o immunomodulanti (come il Bacillo di Calmette e Guerin – BCG -), sono applicati settimanalmente per un periodo e poi proseguiti con minore intensità (il cosiddetto mantenimento).
- Cistectomia: è l’intervento radicale, indicato per le malattie muscolo-invasive e anche quelle non muscolo-invasive ma recidivanti e refrattarie ai trattamenti conservativi, e consiste nella rimozione dell’intera vescica e, nell’uomo, anche di prostata e vescicole seminali, o, nella donna, dell’utero, ovaie e parte della vagina. Durante l’intervento sono abitualmente rimossi anche i linfonodi (linfoadenectomia pelvica). A questa parte demolitiva dell’intervento segue quella ricostruttiva, che consiste nell’allestimento della cosiddetta “derivazione urinaria” per permettere ai pazienti di urinare. Può essere esterna, con la creazione di una stomia (alcune volte, più raramente, due) da cui l’urina fuoriesce ed è raccolta da un apposito sacchetto, oppure interna, mediante la creazione di una neovescica, che permette ai pazienti di urinare ancora per via naturale o di una tasca continente, che deve essere svuotata mediante il posizionamento intermittente di un piccolo catetere su una piccola stomia addominale. La decisione di quale derivazione sia più indicata e su base individuale e deve essere chiaro che non sono scelte equivalenti o intercambiabili.
- Terapia “trimodale”: è un trattamento che si può usare in alcuni soggetti con malattia muscolo-invasiva allo scopo di conservare la vescica. Si chiama così perché utilizza la chirurgia (sotto forma di una TURBT) e una combinazione di un chemioterapico e della radioterapia. È una scelta non sempre perseguibile, da discutere individualmente.
- Chemioterapia: il tumore della vescica è moderatamente sensibile ai chemioterapici tradizionali. Gli schemi che hanno il cisplatino come farmaco principale sono comunque efficaci e hanno un ruolo importante come terapie complementari alla chirurgia, o prima (cosiddetta chemioterapia neo-adiuvante) o dopo (cosiddetta chemioterapia adiuvante) cistectomia. È utilizzata anche nella malattia metastatica, dove però il ruolo emergente è sarà sempre di più destinato a combinazioni di un immunoterapico e di un farmaco chemioterapico anticorpo-coniugato (vedi dopo).
- Radioterapia: ha un ruolo nella terapia trimodale ed è usata per il trattamento palliativo delle forme più avanzate.
- Nuove terapie: l’immunoterapia ha trovato un grande campo di applicazione nella neoplasia vescicale, dove può essere usata come terapia adiuvante alla chirurgia e integrata con una nuova concezione farmacologica che è la chemioterapia anticorpo-coniugata (ADC: Antibody Drug Conjugate). Questo trattamento funziona prendendo di mira specifiche cellule cancerose e somministrando piccole dosi di chemioterapia molto potente all’interno delle cellule. Nella malattia metastatica sta diventando lo standard di cura. Si tratta di una terapia molto costosa con alcuni limiti di tossicità.
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Perché agire presto fa la differenza
I tumori vescicali rappresentano una sfida importante, ma grazie ai progressi della medicina, le opzioni di trattamento sono in continua evoluzione. Riconoscere i sintomi precocemente e rivolgersi tempestivamente a uno specialista può migliorare significativamente la prognosi e consentire un trattamento meno aggressivo. Una diagnosi precoce può voler dire risparmiare la vescica.