Lo sbiancamento dentale mira a schiarire il colore dello smalto eliminando pigmenti estrinsechi (caffè, tabacco) e intrinsechi (invecchiamento). Negli ultimi anni si è diffuso il protocollo combinato: una seduta potenziata dal laser a erbio-neodimio – luce led, in studio, seguita da un ciclo di mascherine domiciliari. Il metodo, adottato dall’odontoiatra veronese Raffaello Bernini, coniuga rapidità clinica e mantenimento attivo a casa, rispondendo alle richieste di chi desidera un risultato stabile con disagi minimi.
Il ruolo del laser a erbio-neodimio – luce led
I laser fungono da catalizzatori termici per il perossido di idrogeno, accelerandone la liberazione di radicali ossidanti. Ciò permette di usare concentrazioni intermedie (30-38 %) per soli 10-15 minuti per arcata. L’aumento pulpare resta < 5,5 °C, soglia di sicurezza documentata. Grazie alla foto-attivazione la prima seduta produce un balzo cromatico di 1-2 toni Vita-shade guide, visibile già in poltrona. Questo dipende però, dal tipo di colorazione dentale iniziale se presente o meno la amenogenesi imperfetta o colorazioni particolari date da assunzione di tetracicline in età pediatrica.
Mascherine domiciliari personalizzate
Completata la seduta, si rileva un’impronta; il laboratorio stampa mascherine morbide millimetriche. Il paziente applica perossido di carbamide al 16 % (5,8% di perossido di idrogeno) per 4-6 notti consecutive o a giorni alterni se compare sensibilità. Nel caso di sensibilità si consigliano sedute professionali di ionofluoroprofilassi e dentifrici desensibilizzanti. Il gel agisce a pH neutro, penetra lentamente e consolida l’effetto del laser o della luce led. Dopo il ciclo iniziale, le stesse mascherine possono essere riutilizzate per “richiami” di 1-2 notti al bisogno, ad esempio prima di un evento, matrimonio, sfilata, etc.
Benefici clinici documentati
- Efficacia progressiva: l’abbinamento studio-domicilio aumenta l’uniformità cromatica e riduce le recidive.
- Comfort: minore sensibilità grazie a tempi brevi in studio e alla possibilità di modulare il domiciliare; l’applicazione di gel a base di calcio-fosfato subito dopo il laser attenua l’ipersensibilità transitoria.
- Durata: con igiene professionale regolare, il colore si mantiene stabile oltre un anno nella maggior parte dei pazienti riportati in letteratura. Se manteute le dovute e opportune regole di dieta (evitare cibi altamente pigmentanti, come liquirizia, vino rosso, tisane e tabagismo).
- Sicurezza: l’isolamento gengivale fotopolimerizzabile e la scelta di perossidi graduati proteggono mucose e smalto.
- Flessibilità: protocollo riadattabile a discromie post-ortodontiche o dopo devitalizzazioni.
Indicazioni e limiti
Il trattamento si rivolge ad adulti con smalto sano e discromie estetiche di grado lieve. È controindicato in caso di carie attive, erosioni gravi, gravidanza, allattamento, ipersensibilità severa o allergia ai perossidi. Con una prima visita preliminare si valuta colore di partenza, spessore dello smalto, ipersensibilità dentinale (nel qual caso il trattamento sbiancante potrebbe aumentare quest’ultima), stato parodontale e aspettative del paziente.
Cura post-trattamento
Nelle prime 48 ore si raccomanda di evitare cibi e bevande pigmentati (caffè, tè, vino rosso, curry) e di non fumare. L’igiene quotidiana deve prevedere uno spazzolino a setole morbide e dentifrici con RDA < 70. Controlli semestrali permettono di monitorare la brillantezza del sorriso e programmare eventuali richiami domiciliari.
Conclusioni
La sinergia tra laser o luce led in studio e mascherine personalizzate offre un approccio moderno, veloce e modulabile allo sbiancamento dentale, con benefici clinici e soddisfazione estetica. Affidarsi a professionisti con esperienza nell’utilizzo del laser, come il Dr. Raffaello Bernini, garantisce risultati prevedibili, sicuri e duraturi nel tempo.
In particolar modo con l’utilizzo del laser erbio (2940nm), grazie alla sua affinità con l’acqua è in grado di interagire con l’idrossiapatite presente nel tessuto dentale e quindi capace di agire sia con i tessuti duri (dente – osso) che molli (gengive, muscose, etc).
Mentre nel caso dell’utilizzo del laser neodimio – Yag (nd:yag) lunghezza d’onda 1064nm, attiva l’agente sbiancante in particolar modo il perossido d’idrogeno. Agisce in profondità nei tessuti dentali garantendo risultati duraturi nel tempo, anche nel caso di discromie importanti.
Laser o luce led?
Il laser attiva i radicali liberi contenuti nel protossido, quest’ultimi rilasciati dal protossido rimuovo le macchie e i pigmenti dentali, schiarendo lo smalto dentale stesso.
Si ottiene quindi uno sbiancamento più efficace e duraturo rispetto ai metodi di sbiancamento tradizionali con un’azione profonda e meno invasiva.
Invece, la luce led si utilizza in odontoiatria per lo sbiancamento dentale con una lunghezza d'onda di circa 465nm, attiva le molecole di idrogeno accelerando il rilascio delle molecole sbiancanti stesse. Per tale motivo viene anche chiama “foto-attivazione sbiancante”.
Il laser dà quindi risultati più rapidi, mentre la luce led dà risultati più sicuri ed è più delicata rispetto all’utilizzo dei laser perché non provoca un aumento significativo della temperatura dentale e perciò più raramente è in grado di provocare danni pulpari con necrosi della polpa stessa del dente o ascessi dentari conseguenti, nei casi più gravi anche necrosi ossee e inoltre, porta ad una minor ipersensibilità dentinale.
La luce led ha normalmente costi minori rispetto all’utilizzo del laser che però è più preciso e indicato soprattutto mirato a sbiancamento di denti singoli con risultati più duraturi.