Sindrome di Eagle: di che cosa si tratta?
La sindrome di Eagle, nota anche come sindrome stiloidea, è una rara condizione caratterizzata dall'allungamento o dalla calcificazione del processo stiloideo, un sottile osso situato alla base del cranio, o del legamento stiloioideo. Questa anomalia anatomica può comprimere o irritare strutture vicine, come nervi e vasi sanguigni, provocando una serie di sintomi che possono compromettere significativamente la qualità della vita del paziente. Approfondiamo l’argomento con il Prof. Alberto Gobbi, Ortopedico e Traumatologo a Milano.
Quali sono le cause e i fattori scatenanti?
La sindrome di Eagle può manifestarsi in seguito a traumi al collo o alla faringe, infezioni, interventi chirurgici come la tonsillectomia, o, in alcuni casi, senza una causa evidente. L’allungamento del processo stiloideo o la calcificazione del legamento stiloioideo rappresentano il fattore scatenante principale, ma la suscettibilità individuale e la sensibilità delle strutture coinvolte giocano un ruolo cruciale nella comparsa dei sintomi.
Sintomi principali
I pazienti con sindrome di Eagle possono presentare una varietà di sintomi, che spesso variano per intensità e localizzazione. I sintomi tipici includono:
- Dolore sordo o acuto nella regione della gola, del collo o del volto.
- Sensazione di corpo estraneo in gola, che può rendere difficoltosa la deglutizione.
- Dolore irradiato all’orecchio, spesso sullo stesso lato della zona colpita.
- Raucedine, eccessiva salivazione e, in alcuni casi, alterazioni della voce.
- Vertigini, emicrania, nevralgia occipitale e dolore nella mascella o nei denti.
- Disturbi secondari, come sinusite o occhi arrossati.
I sintomi possono essere persistenti o episodici e peggiorare con determinati movimenti del collo o della mandibola.
Come si realizza la diagnosi?
La diagnosi della sindrome di Eagle si basa su una combinazione di esame clinico e indagini radiologiche. La palpazione della regione tonsillare può evocare dolore, indirizzando il medico verso una sospetta sindrome stiloidea. Esami radiologici come radiografie, tomografie computerizzate (CT) e risonanze magnetiche (MRI) sono essenziali per confermare la diagnosi, evidenziando l’allungamento o la calcificazione del processo stiloideo o del legamento stiloioideo.
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Trattamenti disponibili
Il trattamento della sindrome di Eagle mira ad alleviare i sintomi e a migliorare la qualità di vita del paziente. L’approccio iniziale è solitamente conservativo, con l’impiego di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per ridurre dolore e infiammazione. Nei casi più complessi, possono essere utilizzate infiltrazioni locali sotto guida ecografica per alleviare l’infiammazione e bloccare temporaneamente il dolore.
Se le terapie conservative non risultano efficaci, si può ricorrere a un intervento chirurgico. L’operazione, eseguita in anestesia generale, consiste nella rimozione del processo stiloideo allungato o del legamento calcificato. Questo intervento, pur essendo riservato ai casi più gravi, offre spesso una risoluzione definitiva dei sintomi.