Sindrome di Menière: cosa c’è da sapere?
La sindrome di Menière è una patologia dell'orecchio interno che provoca vertigini, acufene (ronzio nelle orecchie), sensazione di pienezza auricolare e perdita uditiva. Questa condizione, descritta per la prima volta dal medico francese Prospero Menière nel 1861, è caratterizzata da episodi vertiginosi della durata di diverse ore, spesso preceduti da sintomi auricolari unilaterali. Approfondiamo l’argomento con il Prof. Roberto Carlo Teggi, Otorinolaringoiatra a Milano.
Qual è il meccanismo che sta alla base della sindrome di Menière?
Il meccanismo alla base della sindrome di Menière sembra essere legato all'accumulo eccessivo di endolinfa, un fluido presente nell'orecchio interno, che gioca un ruolo cruciale nell'equilibrio e nell'udito. L'aumento della pressione dell'endolinfa potrebbe causare la rottura delle membrane all'interno dell'orecchio interno, provocando un'interruzione nella comunicazione tra il sistema uditivo e vestibolare, e quindi generare i sintomi tipici della malattia.
Cause e fattori di rischio
Nonostante i numerosi studi, l'eziologia precisa della sindrome di Menière rimane sconosciuta. Tuttavia, diversi fattori sono stati identificati come potenziali contributori:
- Fattori genetici: circa il 10% delle persone affette da sindrome di Menière ha un familiare nelle due generazioni precedenti con una storia di vertigini episodiche. Questo suggerisce una predisposizione genetica.
- Emicrania: un significativo 50% dei pazienti affetti da sindrome di Menière soffre anche di emicrania, rispetto a un’incidenza del 10-15% nella popolazione generale. Questo collegamento potrebbe suggerire una comune patogenesi o una sovrapposizione dei meccanismi fisiopatologici.
- Autoimmunità e infezioni virali: anche se non completamente chiarito, alcuni studi suggeriscono che una risposta autoimmune o infezioni virali dell'orecchio interno potrebbero contribuire all'insorgenza della malattia.
Come viene fatta la diagnosi?
La diagnosi della sindrome di Menière si basa principalmente sui sintomi riferiti dal paziente, insieme a esami audiometrici che mostrano una perdita uditiva neurosensoriale fluttuante. Altri esami, come l'elettronistagmografia (ENG) o la videonistagmografia (VNG), possono essere utilizzati per valutare la funzione vestibolare e confermare la diagnosi.
Opzioni terapeutiche disponibili
La gestione della sindrome di Menière mira principalmente a ridurre la frequenza e la gravità delle crisi vertiginose, oltre a preservare la funzione uditiva il più possibile. Le opzioni terapeutiche comprendono:
- Farmaci come i diuretici, antistaminici e sedativi vestibolari, utilizzati per prevenire le crisi vertiginose e migliorare la qualità della vita. L'80% dei pazienti risponde positivamente a queste terapie.
- Iniezioni intratimpaniche di cortisonico o gentamicina in pazienti in cui la terapia farmacologica non è sufficiente, si possono effettuare iniezioni intratimpaniche. La gentamicina agisce devitalizzando parzialmente il sistema vestibolare, riducendo la vertigine ma preservando l'udito.
- Una dieta a basso contenuto di sodio e la riduzione dello stress, che possono aiutare a gestire i sintomi riducendo il rischio di crisi.
- Interventi chirurgici nei casi più gravi e resistenti alle terapie conservativea. Tra gli interventi vi è la decompressione del sacco endolinfatico o, in casi estremi, la labirintectomia.
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Conclusioni
Sebbene non esista una cura definitiva per la sindrome di Menière, le strategie terapeutiche sopra menzionate consentono di gestire efficacemente i sintomi nella maggior parte dei casi. Per chi sospetta di avere la sindrome di Menière o per coloro che già ne soffrono, è consigliabile consultare il Prof. Teggi attraverso il suo profilo Top Doctors per ottenere una terapia personalizzata.