Smog e Coronavirus: qual è la relazione e quali sono stati gli effetti?

Smog e Coronavirus: qual è la relazione e quali sono stati gli effetti?

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: Marta Buonomano il 24/03/2020

L’impatto che l’uomo ha sull’ambiente che lo circonda sta avendo ripercussioni in tutto il mondo. I ghiacciai che si sciolgono, gli incendi forestali…e se potesse avere anche ricadute sanitarie, ad esempio rendendo più facile la diffusione dei virus?

Esiste una relazione tra inquinamento atmosferico e Coronavirus?

traffico stradale visto dall'alto

 

Secondo uno studio effettuato dalla SIMA e dalle Università di Bologna e Bari, sembra che le polveri sottili possano aver facilitato la diffusione del Coronavirus. Non a caso, infatti, il COVID-19 si è fatto strada con più facilità in aree con un’elevata percentuale di polveri sottili come la Cina, la Pianura Padana e la comunità di Madrid.

 

 

Lo studio, oltre a prendere in considerazione i dati riportati dalle Agenzie regionali per la protezione ambientale e a confrontarli con i casi ufficiali di contagio della Protezione Civile, ha anche analizzato diverse ricerche scientifiche sul cosiddetto “carrier”, un particolato atmosferico che è stato spesso vettore di trasporto e diffusione di contaminanti (sia biologici che chimici) e di virus, permettendogli di rimanere “in vita” nell’aria per un tempo che può variare da ore a giorni (es. influenza aviaria nel 2010 ed RSV nei bambini nel 2016).

Picco di inquinamento a febbraio: cosa dicono gli esperti?

Nel mese di Febbraio si è registrato nel nord Italia un livello di PM10 (Materia Particolata, composta da polvere, fumo e sostanze liquide chiamate aerosol) più alto della norma e, proprio nelle due settimane successive (periodo di incubazione del virus) si è riscontrata un’accelerazione anomala dei contagi.

Secondo gli esperti, esisterebbe dunque una relazione tra le elevate concentrazioni di polveri sottili registrate a Febbraio e la diffusone accelerata del virus: proprio per questo il messaggio che è stato lanciato è quello di ridurre al minimo le emissioni, evitando così di creare delle vere e proprie “autostrade” per il COVID-19.

Nonostante questa ipotesi debba ancora essere consolidata, secondo Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale, è necessario considerare la concentrazione di polveri sottili un marker indiretto dell’aggressività di questa pandemia e studiare una maniera per rinascere in chiave realmente sostenibile quando tutto questo sarà finito.

In generale, quali sono gli effetti collaterali dello smog per la nostra salute?

ragazza in stradaL’inquinamento, in particolare le polveri sottili, intacca la salute non solo dei nostri polmoni, ma anche del cuore, del cervello e delle ossa causando diversi disturbi, tra cui:

  • Asma
  • Disturbi respiratori
  • Polmoniti
  • Disturbi cardiovascolari
  • Tumori
  • Osteoporosi

Secondo quanto afferma la OMS, a causa dell’inquinamento atmosferico muoiono circa 3.000.000 di persone ogni anno in tutto il mondo. In Italia, in particolare, si tratterebbe di 34.000 persone, vale a dire 100 al giorno (dati ISPRA).

Gli effetti delle misure di contenimento nell’aria che respiriamo e nell’ambiente che ci circonda

A causa delle drastiche restrizioni applicate dalle Istituzioni (uscire di casa solo in caso di vera necessità, smart working, ecc.), le emissioni atmosferiche si sono drasticamente ridotte! Considerando la probabile relazione tra smog e diffusone del COVID-19, ora che l’Italia è completamente bloccata riusciremo a liberarci del particolato atmosferico che fa da vettore al Coronavirus? Secondo Miani, la riduzione del particolato in zone che fino ad ora ne possedevano un’alta concentrazione non è così repentina, almeno in mancanza di un forte vento o temporale, ma i livelli stanno progressivamente scendendo: basti pensare alle immagini che stanno circolando in internet del canale di Venezia o dei dati ultimamente riportati sulla qualità dell’aria raggiunta in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

uomo alla finestra

 

Aria di casa: non sottovalutarla!

Anche se si sta riducendo l’inquinamento nelle nostre città, non bisogna sottovalutare la qualità dell’aria nelle nostre case e negli spazi indoor ancora aperti al pubblico. Secondo Miani, in questi ambienti l’aria è mediamente 5 volte più inquinata rispetto all’esterno, soprattutto ora che la maggior parte delle persone trascorre il tempo in spazi confinanti. Per questo motivo, i consigli sono:

1) Aprire le finestre più volte al giorno per arieggiare la casa, in quanto la miscelazione di gas riduce la percentuale di inquinamento;

2) Utilizzare purificatori d’aria.

 

Perché l’aria di casa nostra, o del nostro quartiere, dovrebbe avere un nesso con il Coronavirus?

Se chi circola in strada vicino a noi, o negli stessi spazi interni ancora frequentabili, è infetto (anche se asintomatico), il particolato presente nella suddetta area può fungere da moltiplicatore dell’infezione, aumentando quindi la possibilità di contagio.

 

 

La Telemedicina può aiutarti a metterti in contatto con uno specialista in questo particolare momento in cui non è possibile richiedere una visita, se però si ha il sospetto di Coronavirus è necessario chiamare il numero verde regionale o il proprio medico curante.

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