Sostituzione valvolare aortica

Sostituzione valvolare aortica

Editato da: Martina Gorla il 20/09/2023

La sostituzione valvolare aortica è un tipo di chirurgia a cuore aperto utilizzata per trattare problemi della valvola aortica, atta a controllare il flusso di sangue che dal cuore va al resto del corpo

Quando e perché viene sostituita?

La valvola aortica potrebbe dover essere sostituita per due motivi:

  • Stenosi aortica: l’apertura della valvola diventa più piccola del normale e questo ostruisce il passaggio del flusso di sangue dal cuore al corpo;
  • Insufficienza aortica: la valvola permette al sangue appena uscito di ritornare indietro nel cuore invece di portarsi al resto del corpo.

La soluzione è la sostituzione della valvola mediante protesi biologiche o meccaniche.

Tecnica Ozaki: procedura e benefici

Negli ultimi anni, in alcuni centri, viene utilizzata una tecnica che deriva dalla chirurgia pediatrica: la neocuspidalizzazione secondo Ozaki. Questa tecnica consiste nel creare una vera a propria nuova valvola utilizzando il pericardio (la membrana che naturalmente riveste il cuore), che può essere autologo (del paziente stesso) o eterologo (bovino). Il pericardio autologo (la nostra prima scelta), una volta preparato, viene trattato con glutaraldeide 0.6% al fine di donargli resistenza e compattezza, di modo che non si alteri nel tempo. 

Ci sono una serie di benefici che questa procedura comporta se paragonata a una di sostituzione valvolare aortica classica con protesi, quali:

  • Nessuna necessità di assumere terapia anticoagulante, che può comportare effetti collaterali e limitazioni nella vita quotidiana, soprattutto quando assunta per lunghi periodi;
  • Possibilità di sospendere l’assunzione di terapia antiaggregante (cardioaspirina) già da 6 mesi dopo l’intervento;
  • Studi mostrano che questo tipo di intervento ha una durata nel tempo maggiore rispetto alla sostituzione della valvola (soprattutto nei pazienti al di sotto dei 60 anni di età). La maggior parte delle protesi valvolari aortiche biologiche che vengono abitualmente impiantate devono essere nuovamente sostituite dopo una media di 8-15 anni dall’impianto;
  • Minore probabilità di sviluppare endocardite, ovvero infezioni batteriche cardiache.

Tale intervento richiede una preparazione e un tempo di recupero sostanzialmente uguale rispetto agli interventi cardiochirurgici e il paziente può essere dimesso al domicilio dopo circa una settimana dall’intervento.

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