Spondilolistesi: che cos'è e come si manifesta!

Spondilolistesi: che cos'è e come si manifesta!

Editato da: Antonietta Rizzotti il 19/08/2021

Spondilolistesi è un termine che deriva dal Greco e significa “scivolamento vertebrale”. Il termine spondilolisi significa “dissoluzione” (lisi) di una porzione di una vertebra. Ne parla il Dott. Emiliano Passacantilli, esperto in Neurochirurgia a Roma

Quanti tipi di spondilolistesi esistono?

Vi sono vari tipi di spondilolistesi:Colonna vertebrale

  • Displastica (forma congenita tipica dei bambini), istmica (dovuta alla lisi della porzione della vertebra chiamata pars interarticularis);
  • Degenerativa (la forma più frequente dovuta alla degenerazione artrosica del disco intervertebrale o delle faccette articolari);
  • Traumatica e patologica (dovuta ad altre malattie come i tumori).

La forma più frequente nel giovane è la forma istmica, circa il 5% della popolazione presenta una lisi istmica (un difetto della pars Interarticularis) ma soltanto il 15% di questo gruppo progredisce in una vera spondilolistesi con scivolamento vertebrale e sintomi clinici.

La spondilolistesi degenerativa è la più frequente, si manifesta in genere sopra i 60 anni, colpisce più di frequente il livello L4-L5 e si associa nella maggior parte dei casi alla stenosi (restringimento) del canale lombare.

La severità radiologica di una spondilolistesi si misura in relazione allo scivolamento di una vertebra rispetto all’altra. Nelle forme di I Grado lo scivolamento arriva fino al 25%, nel II Grado dal 26 fino al 50% etc.

Da che cosa può essere causata?

La spondilolistesi, come abbiamo visto, può essere causata da più fattori. Le forme congenite (presenti alla nascita) sono dovute ad un difetto dello sviluppo osseo e si manifestano in giovane età. Nelle forme dovute a lisi istmica, si riconosce frequentemente un trauma sportivo in iperestensione della colonna, che causa la lisi della pars interarticularis.

La spondilolistesi degenerativa, tipica dopo i 60 anni, è causata dalla degenerazione artrosica del disco intervertebrale e delle faccette articolari. Spesso di associa alla stenosi lombare e provoca lombalgia, in particolare durante il cambio di posizione e dolore agli arti inferiori.

Come si manifesta?

Nei giovani adulti e nei bambini, la spondilolistesi si manifesta con dolore lombare che aumenta con la iperstensione della colonna. Il dolore aumenta con l’attività sportiva e si attenua con il riposo. Nelle forme più gravi si associa a deformità della colonna; è possibile palpare uno “scalino” a livello delle ultime vertebre lombari.

Nell’adulto, la spondilolistesi degenerativa, si manifesta nella maggior arte con dolore alle gambe che peggiora con il cammino, si associa dolore lombare che peggiora in iperstensione e nel passaggio dalla posizione seduta a quella eretta. I sintomi sono progressivi, evolvono lentamente, e costringono il paziente a limitare l’attività sportiva in principio, poi anche le normali attività quotidiane.

È possibile curare la spondilolistesi?

Le forme istmiche, tipiche del giovane, possono essere curate con un busto e terapia medica o infiltrativa. Il nodo cruciale è evitare la iperestensione della colonna vertebrale ed effettuare periodi più o meno lunghi di riposo.

Le forma più severe, che si associano a dolore alle gambe e disturbi neurologici devono essere trattate chirurgicamente.Schiena

Il trattamento chirurgico della spondilolistesi consiste nella fusione (artrodesi) vertebrale che si ottiene con viti peduncolari e basse in titanio. Ove possibile è sempre consigliabile ottenere il riallineamento delle vertebre. Il blocco del movimento anomalo delle vertebre ed il ripristino dell’ampiezza del canale vertebrale e dei forami nervosi causa la cessazione dei sintomi neurologici e del dolore lombare.

Le tecniche oggi a disposizione sono tecniche mininvasive, che comportano una incisione chirurgica di piccole dimensioni ed il risparmio dei muscoli paravertebrali. Queste accortezze permettono al paziente di tornare velocemente alle normali attività della vita quotidiana e di praticare, dopo 2 o 3 mesi dall’intervento anche attività sportiva.

La mobilizzazione precoce è alla base delle moderne tecniche chirurgiche quindi la mattina successiva all’intervento il paziente viene alzato in piedi e muove i primi passi, il giorno successivo viene dimesso, se non vi sono complicazioni.

Neurochirurgia a Roma