Terapia conservativa per la rizoartrosi: tutore sì o no?

Terapia conservativa per la rizoartrosi: tutore sì o no?

Editato da: Marta Buonomano il 02/03/2021

La più conosciuta forma di artrosi a carico della mano colpisce l’articolazione trapezio-metacarpale del pollice e causa, nelle fasi più avanzate, una sublussazione di questa articolazione, limitandone il movimento e creando una deformità alla base del pollice. Il nostro esperto in Ortopedia e Traumatologia a Modena, il Dott. Pier Luigi Bonucci, ci parla di rizoartrosi

Pollice: articolazione trapezio-metacarpale e i muscoli responsabili del movimento

Questa articolazione è molto sofisticata e viene anche chiamata “articolazione a sella” a causa della particolare forma del trapezio che ricorda la forma di una sella, appunto. Il trapezio si articola con il 1º metacarpo e permette un movimento preciso ed ampio, consentendo di eseguire tutte le prese e le pinze nelle attività della vita quotidiana. Per poter comprendere la complessità e la precisione di tutti i movimenti del 1º raggio si pensi al fatto che è composto da 8 muscoli che collaborano tra loro e regolano i movimenti e la forza del pollice. Alcuni di questi muscoli possono essere definiti “stabilizzatori”, mentre altri sono “destabilizzatori” del pollice.

Rizoartrosi: chi ne soffre?

maniQuesta condizione colpisce particolarmente le donne in menopausa (dai 50 ai 70 anni) ma non sempre i sintomi sono legati al danno articolare. Secondo le stime, al di sopra dei quarant’anni più di 1 donna su 5 manifesta segni radiologici di rizoartrosi, ma solamente 1 su 3 di queste ultime manifesta sintomi.

Secondo alcune teorie, le donne sono più predisposte ad una lassità articolare o a una displasia congenita del trapezio ma, ricordiamolo, la rizoartrosi non colpisce solamente le donne! Molti uomini, in particolare quelli che eseguono lavori manuali e che possono andare incontro a traumi (distorsioni e fratture del 1º raggio) o che eseguono movimenti ripetitivi del pollice, possono andare incontro a questa condizione. Degli esempi possono essere i pianisti o chi suona strumenti ad arco, così come i fisioterapisti. Se la rizoartrosi è unilaterale, spesso interessa la mano non dominante.

Oltre all’età, i fattori di rischio sono: etnia, familiarità, artrosi di ginocchio ed anca, patologie metaboliche o congenite.

Quali sono i sintomi della rizoartrosi?

La rizoartrosi si manifesta principalmente con dolore durante svolgimento anche delle più semplici attività quotidiane (es. aprire un barattolo, strizzare un panno o girare la chiavi della macchina), rendendo talvolta impossibile l’esecuzione di questi gesti. Il dolore (in genere localizzato alla base del pollice o tra il 1º e il 2º metacarpo) può presentarsi in forma acuta e molto circoscritta, oppure sotto forma di indolenzimento della mano.

Le fasi precoci (1 e 2) sono quelle più dolorose, in quanto a livello articolare si produce una riduzione dello spazio tra il 1º metacarpo ed il trapezio. Negli stadi più avanzati (3 e 4), invece, il dolore si riduce ma allo stesso tempo i movimenti del pollice diventano sempre più limitati rendendo difficile fare forza nelle prese, il metacarpo si chiude verso il palmo della mano e si manifesta la deformità a base del pollice.

Una pronta diagnosi ed un trattamento conservativo adeguato consentono di “congelare” la rizoartrosi allo stadio attuale, ridurre la sintomatologia ed evitare l’intervento chirurgico.

Rizoartrosi: tutore sì o tutore no?

Trattandosi di una degenerazione articolare che provoca deformità e sublussazione del 1º metacarpo con graduale perdita di mobilità e forza, per prevenire gli effetti secondari della rizoartrosi è importante preservare il corretto allineamento articolare del pollice mediante l’utilizzo di un tutore il quale, oltre a prevenire la deformità, permette di avere un effetto di scarico sull’articolazione, riducendo il dolore provato.

Esiste il tutore perfetto?

Sul mercato vi sono molteplici tipologie di tutore: morbido, rigido, con polso incluso, funzionale, in neoprene, in plastica, di stoffa, notturno, con stecca rigida, ecc. e possono essere comprati ovunque. Per questo motivo, non esiste un unico tutore perfetto, ma deve essere necessariamente valutato, confezionato o consigliato da un professionista. Il tutore rappresenta un ausilio riabilitativo e può essere integrato con altre terapie. Se non viene utilizzato il corretto tutore, questo non offre alcun beneficio e talvolta può addirittura essere dannoso.

La soluzione? Un tutore su misura!

tutore per manoPer garantire un buon risultato è necessario utilizzare un tutore su misura confezionato da un terapista della mano previa accurata valutazione delle condizioni del paziente. È possibile creare un tutore su misura in pochi minuti con del materiale termoplastico a bassa temperatura che ha il vantaggio di poter essere modellato sulla pelle del paziente, oltre ad essere leggero, anallergico, traspirante ed idrofobo. Inoltre, avvolge perfettamente la mano evitando fastidi durante lo svolgimento dei gesti quotidiani.

Quando e per quanto tempo bisognerà portare il tutore?

Il periodo in cui sarà necessario utilizzare il tutore varia a seconda dello stadio della malattia, del dolore provato e delle esigenze del paziente. Ad esempio, se si prova molto dolore ed è presente anche un’infiammazione, inizialmente si dovrà portare il tutore sia di giorno che di notte.

Cosa si può fare oltre ad utilizzare il tutore?

Esistono terapie specifiche volte a ridurre il dolore e migliorare la forza e l’articolarità, che possono essere complementari all’utilizzo del tutore. Tra queste, le terapie fisiche, manuali, gli esercizi di propriocezione e manualità fine, il rinforzo dei muscoli stabilizzatori del pollice e la terapia occupazionale eseguite dal terapista della mano.

Tra le terapie fisiche, oltre agli elettromedicali (utili per il dolore), abbiamo la paraffina-terapia: una terapia del calore che prevede ripetuti bagni in una cera medicale calda fino a formare un “guanto di paraffina”. Molti studi hanno confermato che il calore di questa terapia, che favorisce la vascolarizzazione delle articolazioni della mano e dà luogo a processi riparativi e di scambio cellulare, arriva più in profondità rispetto a quella tradizionale. In seguito si può effettuare una terapia manuale di pompage articolare che serve a scaricare l’articolazione e ridare equilibrio ai rapporti tra i segmenti ossei. Il paziente potrà anche trovare beneficio nella manipolazione e nel rilassamento del muscolo primo interosseo dorsale o nella mobilizzazione delle ossa del carpo.

Inoltre, per migliorare forza e mobilità si possono effettuare esercizi di mobilità fine e propriocettivi. Procedura fondamentale per la stimolazione muscolare e il rinforzo è la FES (Elettrostimolazione Funzionale).

Infine, l’economia articolare è l’elemento che completa il quadro di prevenzione e riabilitazione della rizoartrosi: questo termine sta ad indicare l’utilizzo consapevole delle nostre articolazioni, volto al minore impatto possibile su di esse. A questo scopo, la terapia occupazionale in ambito preventivo è fondamentale: bisogna adattare le attività quotidiane alla nostra mano anche mediante l’utilizzo di ausili (massima resa con minimo sforzo!).

Ortopedia e Traumatologia a Modena