La tendinopatia achillea è una delle patologie tendinee più comuni, con una prevalenza significativa stimata nella popolazione sportiva che in quella generale. La prevalenza nella popolazione generale è stimata tra l'1% e il 2%, ma aumenta considerevolmente con l'età.
Nei soggetti che praticano attività sportiva, la prevalenza è molto più alta, specialmente tra i corridori. Si stima che il 6-18% dei corridori sviluppi tendinopatia achillea durante la carriera sportiva.
La tendinopatia achillea è una condizione patologica che coinvolge il tendine d'Achille, il più grande e forte tendine del corpo umano, situato nella parte posteriore della caviglia. Questa patologia è caratterizzata da dolore, rigidità e perdita di funzionalità del tendine, spesso in assenza di un'infiammazione acuta.
La tendinopatia achillea si sviluppa principalmente a causa di un sovraccarico meccanico ripetuto o di uno stress eccessivo sul tendine, che porta a microlesioni a livello delle fibre collagene. Queste lesioni stimolano una risposta di riparazione disfunzionale, con alterazioni strutturali (degenerazione) e modifiche della matrice extracellulare, piuttosto che un'infiammazione tipica.
Fattori di rischio epidemiologici
- Attività sportiva: Il running è lo sport più associato alla tendinopatia achillea, seguito da sport come il calcio, il basket e il tennis.
- Età: L’invecchiamento provoca una ridotta elasticità e una minore capacità di adattamento meccanico del tendine, aumentando la suscettibilità alle lesioni.
- Sesso: Gli uomini sono più colpiti rispetto alle donne.
- Anomalie biomeccaniche: Alterazioni dell’appoggio plantare (piedi piatti o cavi) e disallineamenti degli arti inferiori.
Costi sanitari
La tendinopatia achillea ha un impatto economico rilevante, soprattutto nei soggetti sportivi, per il costo delle terapie conservative e per il potenziale ricorso alla chirurgia.
Rischio di recidiva
Nonostante il trattamento, la tendinopatia ha un tasso di recidiva del 27-45%, soprattutto se non vengono corretti i fattori di rischio.
Il trattamento della tendinopatia achillea dipende dalla gravità della condizione, dalla durata dei sintomi e dalla risposta del paziente alle terapie conservative. L'obiettivo principale è ridurre il dolore, promuovere la guarigione del tendine e prevenire le recidive.
Il Dott. Carlo Giammattei insieme ad altri 17 specialisti italiani ha partecipato ad uno studio multicentrico sul trattamento con Onde d’Urto focalizzate sulla Tendinopatia dell’Achilleo che è stato presentato durante l’ultimo convegno della Società Italiana di Terapia con Onde d’Urto che si è tenuto a Napoli dal 24 al 26 Ottobre 2024.
I soggetti inseriti nello studio sono stati sottoposti ad esame clinico e ad una serie di specifici test (EQ-5D 3L e Foot & Ankle Disability Index) prima del trattamento e dopo 1, 3 e 6 mesi.
Dall’elaborazione dei dati si è evidenziato come i risultati di questo tipo di terapia fossero statisticamente significativi rispetto al miglioramento della sintomatologia dolorosa locale ed alla ripresa delle normali attività della vita quotidiana comprese le sportive.
Questi dati sono in accordo con i numerosi studi presenti in letteratura che hanno dimostrato un’efficacia significativa nella riduzione del dolore e nel miglioramento della funzionalità del tendine con la terapia Extracorporea con Onde d'urto focalizzate (Focused Shockwave Therapy - ESWT) in quanto determinano i seguenti effetti biologici sul tendine degenerato:
- Neoangiogenesi: Stimolazione della produzione di fattori angiogenetici (VEGF, eNOS).
- Attivazione cellulare: Attivazione dei fibroblasti e sintesi di collagene.
- Riduzione del dolore: Modulazione delle terminazioni nervose (riduzione della sostanza P) e effetto analgesico.
- Effetto pro-rigenerativo: Stimolazione dei processi di riparazione tissutale.
Il trattamento prevede solitamente 3-5 sedute a cadenza settimanale.
Controindicazioni: Gravidanza, coagulopatie, infezioni locali, presenza di pacemaker, tumori in sede.
I dati della letteratura scientifica concordano nel sostenere come il trattamento più efficace in caso di tendinopatia Achillea sia il trattamento con onde d’urto extracorporee focalizzate a guida ecografica associate a successivo protocollo di esercizio terapeutico di tipo eccentrico seguendo il protocollo "Heavy Slow Resistance" (HSR) modificato proposto da Habets et al. nel 2017 che è una variazione del protocollo originale di Beyer et al. (2015).
Questo approccio tiene conto della necessità di adattare il programma di riabilitazione a contesti meno controllati (ad esempio, senza attrezzature da palestra) e alla disponibilità di carico. Infatti per la tendinopatia achillea, la ricerca suggerisce che gli esercizi eccentrici siano più efficaci rispetto allo stretching per il trattamento e la riabilitazione.
Lo stretching, sebbene possa essere utile per migliorare la flessibilità del muscolo e prevenire ulteriori tensioni, non ha lo stesso impatto diretto sulla rigenerazione del tendine danneggiato. Infatti, il tendine achilleo potrebbe non beneficiare direttamente dello stretching passivo, specialmente durante la fase acuta della tendinopatia, dove il rischio di aggravare l'infiammazione è maggiore.
Gli esercizi eccentrici invece aiutano attraverso un carico progressivo a stimolare la riparazione del tendine, migliorando la sua forza e la tolleranza al carico, riducendo i sintomi e migliorando la funzionalità a lungo termine.
#TendineDAchille #OndeDurto #Dolore #Riabilitazione #Salute