Tumore al seno: per curare il linfedema secondario dell’arto superiore è necessario un approccio multidisciplinare!

Tumore al seno: per curare il linfedema secondario dell’arto superiore è necessario un approccio multidisciplinare!

Editato da: Marta Buonomano il 04/05/2020

Il Dott. Riccardo Ferrarini, esperto in Chirurgia Generale a Bologna, ci parla del linfedema dell’arto superiore, una patologia che può insorgere a seguito dell’asportazione dei linfonodi in pazienti affette da tumore al seno.

Ragazza di profilo con un braccio alzatoChe cos’è un linfedema dell’arto superiore?

Il linfedema dell’arto superiore è una patologia della circolazione linfatica che può derivare da una causa malformativo‐congenita oppure, molto più frequentemente, dall’asportazione di linfonodi in sede ascellare in relazione ad interventi oncologici per tumore al seno e dei successivi trattamenti adiuvanti.

Il trattamento comprende metodiche conservative, mediche e fisico-riabilitative, e chirurgiche. 

È una patologia molto comune?

L'incidenza complessiva dell’insorgenza di linfedema è stimata in recenti meta-analisi in circa il 21,4%. Il BCRL (Breast Cancer Related Lymphedema) rappresenta un problema diffuso in ambito senologico colpendo mediamente 1 paziente oncologica su 5.

È possibile prevenire un linfedema dell’arto superiore?

L’utilizzo di tecniche chirurgiche oncologiche sempre meno invasive ha progressivamente consentito di ridurre l’incidenza di insorgenza di questa complicanza nel corso degli ultimi due decenni. In particolare negli ultimi anni si è registrato un crescente interesse nella comunità scientifica nell’utilizzo delle moderne tecniche microchirurgiche di anastomosi linfatico-venosa, quale trattamento integrato all’attuale gold standard terapeutico rappresentato dalla fisioterapia decongestiva complessa (CDP).

In un’ottica di prevenzione del linfedema secondario dell’arto superiore, è pertanto importante l’analisi dei metodi e degli strumenti necessari per implementare l'attuale percorso dedicato alle donne con carcinoma mammario, con le opportunità di trattamento offerte non solo dai trattamenti chirurgici sempre più conservativi a carico delle stazioni linfonodali dell’ascella, ma anche dalle moderne tecniche microchirurgiche, in una prospettiva di multidisciplinarietà ed integrazione con i trattamenti fisioterapici, medici e riabilitativi. 

Linfedema dell’arto superiore: non sottovalutarlo!

La carenza di centri di riferimento locali o regionali per il trattamento precoce del linfedema nonché la disomogenea conoscenza e sensibilità al problema da parte dei professionisti delle Breast Unit possono portare ad una sottostima iniziale della malattia, che da uno stadio iniziale evolve in linfedema avanzato scarsamente responsivo ai trattamenti chirurgici.

Sulla base di una selezione dei pazienti in funzione di una stratificazione del rischio clinico e con l’ausilio della diagnostica linfoscintigrafica è possibile eseguire una "prevenzione chirurgica primaria" del linfedema realizzando, contemporaneamente alla dissezione linfonodale, una anastomosi venosa linfatica multipla (MLVA) con tecnica LyMPHA o, nelle donne che hanno già sviluppato la complicanza, una "prevenzione chirurgica secondaria" attraverso l'esecuzione di M.L.V.A. nel terzo medio-superiore dell'arto colpito.  La scelta di eseguire MLVA con tecnica telescopica è giustificata dal fatto che viene utilizzata sia la circolazione linfatica profonda che superficiale, garantendo così un’alta percentuale di successo nella riduzione volumetrica dell’arto nel follow-up.

Perché è importante l’approccio multidisciplinare?

La complessità del trattamento del linfedema richiede un approccio multidisciplinare perfettamente integrato con le diverse figure professionali che compongono il team multidisciplinare. L'integrazione e l'applicazione di efficaci tecniche chirurgiche convalidate dalla letteratura internazionale, in pazienti opportunamente selezionati, consente di rispondere al meglio ai bisogni di salute della popolazione e possono contribuire a ridurre significativamente i costi sanitari legati al trattamento di questa complicanza.

Chirurgia Generale a Bologna