Tumore alla prostata: come diagnosticarlo?
Ogni anno in Italia si registrano 35.000 casi di tumore alla prostata, numeri che spingono ad una maggiore sensibilizzazione dell'opinione pubblica maschile. Innanzitutto occorre conoscere la patologia, come afferma il Dott. Valdagni, esperto in Radioterapia a Milano
Qual è l'incidenza del tumore alla prostata?
Il tumore alla prostata è la malattia oncologica più frequente nella popolazione maschile dei Paesi occidentali, tra cui l’Italia, dove si registrano ogni anno circa 35.000 nuovi casi.
Le diagnosi di carcinoma prostatico sono aumentate dagli anni Novanta in seguito alla diffusione del PSA, l’antigene prostatico specifico, e al conseguente aumento delle biopsie prostatiche. Questo da una parte ha permesso di diagnosticare più precocemente le malattie potenzialmente letali ma nel contempo ha portato a scoprire molti casi indolenti, ovvero non aggressivi e di piccole dimensioni, cioè non in grado di causare disturbi specifici nell’arco della vita. In generale, i tumori alla prostata non si accompagnano a sintomi specifici.
Quali sono i sintomi legati al tumore alla prostata?
Nelle sue fasi iniziali, il tumore alla prostata è asintomatico, anche se possono essere presenti disturbi “benigni” legati al normale invecchiamento della prostata (ad es. getto urinario debole, frequente necessità di urinare, ecc.). Quando la massa tumorale cresce, può infiltrare i tessuti vicini e possono comparire difficoltà a urinare, sangue nelle urine o nello sperma, dolore. In presenza di questi sintomi è importante rivolgersi al medico di famiglia che potrà richiedere esami di approfondimento o consultare uno specialista urologo. Quest'ultimo eseguirà la visita e potrebbe, inoltre, consigliare un prelievo di sangue con il dosaggio del PSA, una proteina il cui aumento potrebbe segnalare la presenza di un’infiammazione o anche di un tumore alla prostata. Di fatto, però, l’unico esame in grado di identificare con certezza la presenza di un carcinoma è la biopsia prostatica, in quanto anche le patologie benigne della prostata possono causare rialzi del PSA. Una volta accertata la presenza del tumore, lo specialista può, in base alle caratteristiche della malattia, completare la stadiazione prescrivendo ulteriori esami come, la Tac, la risonanza magnetica o la scintigrafia ossea.
Quali sono i fattori di rischio del tumore alla prostata?
Oltre all’invecchiamento, alcune possibili cause di rischio sono:
- alimentazione: una dieta ricca di grassi, soprattutto saturi come fritti e insaccati e l’eccessivo consumo di carne rossa e latticini (da privilegiare la dieta mediterranea con pesce, ortaggi gialli e verdi, olio d’oliva e frutta)
- sedentarietà
- fattori genetici
- fattori ereditari: gli uomini con un parente stretto (padre, zio o fratello) con cancro della prostata presentano un maggiore rischio di ammalarsi. Per questo motivo in caso di familiarità è opportuno consultare un urologo a partire dai 40-45 anni.
Editor: Valerio Bellio