Udito in terza età: quando bisogna preoccuparsi?
Autore:L’avanzare dell’età comporta una diminuzione parafisiologica delle capacità sensoriali come ad esempio vista ed udito. La comprensione di questo concetto è fondamentale per superare i pregiudizi ancora molto forti riguardanti le protesi acustiche che sono assolutamente comparabili all’utilizzo degli occhiali, ma mentre questi spesso possono essere percepiti come oggetto di moda mentre le protesi acustiche vengono spesso ingiustamente considerate segno di una invalidità. Ne parla il Prof. Giulio Cesare Passali, esperto in Otorinolaringoiatria a Roma
Perché con l’avanzare dell’età si riduce la capacità uditiva?
La degenerazione delle cellule sensoriali è legata a processi ossidativi tipici dell’invecchiamento con conseguente diminuzione delle capacità sensoriali. In genere nella PRESBIACUSIA, ovvero della perdita uditiva legata all’invecchiamento, inizia per le frequenze più alte dello spettro uditivo, tali frequenze non comportano un danno delle frequenze del parlato, ma possono comportare una difficoltà di capire la provenienza spaziale di un suono e soprattutto una difficoltà nel discriminare le parole in ambienti rumorosi. Queste problematiche hanno un riflesso psicologico importante che può comportare una tendenza alla negazione del problema e all’isolamento del soggetto presbiacusico.
Quali sono i campanelli d’allarme che dovrebbero spingerci a richiedere una visita specialistica?
La difficoltà del capire le parole in ambienti rumorosi, la difficoltà di percepire gli stimoli sonori provenienti da apparecchiature elettroniche (citofono, telefono cellulare, ecc.), il bisogno di alzare il volume del televisore, sono segni importati da tener presenti anche in soggetti che non avvertono problematiche nella conversazione “tranquilla” con poche persone in un ambiente silenzioso, come detto possono essere indicative di una iniziale perdita uditiva limitata alle frequenze più alte.
Esistono terapie farmacologiche?
Non esiste una terapia farmacologica, ma l’utilizzo di sostanze antiossidanti (comunemente chiamati integratori) ha di mostrato, in più studi scientifici e nella pratica clinica, la capacità di rallentare il processo di “invecchiamento” delle strutture sensoriali uditive. La protesizzazione acustica ha beneficiato enormemente dei progressi della tecnica oggi le protesi acustiche possono essere letteralmente “cucite addosso” ai pazienti permettendo di superare la perdita uditiva.
Perdita dell’udito e Alzheimer: qual è la relazione?
La stimolazione sonora, il continuare con una vita attiva e partecipe anche con l’avanzare dell’età permette di ritardare anche gli altri processi neurodegenerativi come la demenza senile o malattie più drammatiche quali ad esempio il morbo di Alzheimer; è fondamentale evitare l’isolamento e la depressione che possono derivare dalla presbiacusia per “mantenere il cervello giovane”.