Ultrasuoni terapeutici per i tumori cerebrali

Ultrasuoni terapeutici per i tumori cerebrali

Editato da: Martina Gorla il 10/12/2022

All’interno del nostro cervello c’è una sorta di staccionata che si chiama barriera emato-encefalica e qui, il tessuto nervoso, è così fitto e chiuso da consentire solo la diffusione di poche e prescelte sostanze

La barriera emato-encefalica

Questo congegno è stato creato dalla natura per evitare che, molecole potenzialmente tossiche che scorrono nel sangue, possano fuoriuscire dai vasi e di danneggiare i neuroni.

Esiste però anche un aspetto negativo: questo sbarramento rigido infatti, ostacola il lavoro dei medici, poiché i farmaci destinati a curare tumori cerebrali e patologie neurodegenerative possono non riuscire a superare il blocco e arrivare quindi a destinazione. Per aggirare il problema, una possibilità è quella degli ultrasuoni, che quando ce n’è bisogno, sono in grado di allentare la fitta rete cellulare, in modo altamente selettivo.

Un domani, in specifici casi, potrebbero agevolare la terapia di diverse condizioni: dall’ictus alla depressione, dai tumori all’Alzheimer.

Questi ultrasuoni si definiscono focalizzati e vengono già sfruttati, ad alta intensità, per produrre lesioni mirate, allo stesso livello di un bisturi. Sono approvati e vengono già usati per trattare i disturbi del movimento, e studiati anche per i disordini psichiatrici e l’epilessia.

Come agiscono gli ultrasuoni sull’encefalo

Inoculando una soluzione a base di microbolle ingegnerizzate, costituite da un guscio di fosfolipidi racchiudente un gas, l’effetto degli ultrasuoni può essere amplificato, con la successiva diffusione degli ultrasuoni le microscopiche sfere colpite focalmente “si agitano” e vibrando, “aprono” la barriera.

  • I fasci vengono diffusi tramite un «elmetto» che il paziente indossa stando sul lettino della risonanza magnetica;
  • Viene effettuata una ricostruzione tridimensionale delle immagini neuro-anatomiche e poi, si controllano gli ultrasuoni con una sonda esterna;
  • Nei casi in cui fosse necessario un intervento chirurgico, viene creata una finestra temporanea sulla testa e fissato l’emettitore di onde che viene attivato al bisogno.

I vantaggi sono evidenti: la zona è riscaldata e distrutta senza manovre invasive, incisioni chirurgiche o inserimenti di strumenti in profondità, preservando dunque i tessuti circostanti. Gli ultrasuoni focalizzati, oltre ad annientare i tessuti patologici, sanno anche rendere permeabile la barriera emato-encefalica, a bassa intensità.

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