L’uveite è un’infiammazione dell’uvea, lo strato medio dell’occhio che comprende iride, corpo ciliare e coroide. Può manifestarsi a qualsiasi età e con sintomi variabili in base alla sua localizzazione e gravità. Tra le principali cause di cecità a livello globale, l'uveite può essere gestita efficacemente con una diagnosi tempestiva e trattamenti appropriati. Di seguito vediamo i principali strumenti diagnostici e le migliori opzioni terapeutiche.
Diagnosi delle uveiti
1. Esame clinico e anamnesi Il primo passo nella diagnosi dell’uveite è l’anamnesi, che permette di individuare eventuali cause scatenanti come traumi, infezioni o malattie sistemiche. Durante l’esame clinico, l’oftalmologo esamina l’occhio alla ricerca di segni di rossore oculare, dolore, fotofobia e offuscamento visivo. Questi sintomi possono fornire indizi sulla sede dell’infiammazione, che può essere anteriore (iridociclite), intermedia (ciclite) o posteriore (coroidite).
2. Esami diagnostici specifici Per approfondire, l’oftalmologo può richiedere ulteriori esami, come:
- biomicroscopia: con una lampada a fessura, consente di individuare cellule infiammatorie e depositi corneali.
- tomografia a coerenza ottica (OCT): una tecnologia avanzata per visualizzare la retina e l’interfaccia vitreoretinica, particolarmente utile per le uveiti posteriori.
- angiografia con fluoresceina o verde di indocianina: permette di analizzare il flusso sanguigno nella retina e nella coroide, aiutando a identificare lesioni infiammatorie.
- ecografia oculare: utilizzata in caso di opacità corneale o cataratta per esaminare la retina e il vitreo.
3. Analisi di laboratorio e diagnosi sistemica L'uveite può essere associata a patologie sistemiche come l’artrite reumatoide, la spondilite anchilosante o malattie infettive (come la sifilide o la tubercolosi). Esami di laboratorio o test genetici possono aiutare a identificare una condizione di base. Gli esami includono analisi immunologiche, sierologiche e, in alcuni casi, esami di imaging del corpo.
Tipologie di uveite e approcci terapeutici
1. Terapia farmacologica La terapia farmacologica è spesso il primo approccio per ridurre l’infiammazione dell’uveite:
- corticosteroidi: farmaci di prima linea per l’infiammazione, somministrati come colliri, iniezioni o, nei casi più gravi, per via sistemica.
- immunosoppressori: utili nei casi in cui i corticosteroidi non sono efficaci o quando l’uveite è associata a una malattia autoimmune. Tra i più comuni ci sono il metotrexato e la ciclosporina.
- farmaci biologici: utilizzati nelle forme più resistenti e mirati contro specifiche molecole infiammatorie. Gli anti-TNF aiutano a modulare la risposta immunitaria nelle uveiti autoimmuni.
2. Trattamenti chirurgici In casi più gravi o quando si presentano complicanze come la cataratta o il glaucoma, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico:
- vitrectomia: rimozione del corpo vitreo, indicata nelle uveiti posteriori croniche o quando l’infiammazione ha causato danni significativi alla retina.
- impianti intraoculari di corticosteroidi: utilizzati per il rilascio prolungato del farmaco, consentono di mantenere l’infiammazione sotto controllo a lungo termine.
3. Terapie integrative e stile di vita Per i pazienti con uveite cronica, uno stile di vita sano può migliorare l’efficacia della terapia e ridurre le recidive. Ridurre lo stress, mantenere una dieta equilibrata e fare regolari controlli oculistici sono pratiche essenziali per una gestione ottimale della condizione.
Complicanze e prognosi
Sebbene molte uveiti possano essere gestite con successo, le complicanze sono comuni nelle forme croniche o in assenza di cure adeguate. Le principali complicanze includono:
- cataratta: causata dall’infiammazione o dall’uso prolungato di corticosteroidi.
- glaucoma: incremento della pressione oculare, che può essere un effetto collaterale dell’infiammazione o della terapia con steroidi.
- perdita della vista: le uveiti croniche, specialmente quelle posteriori, rappresentano un rischio significativo per la retina e possono causare danni visivi permanenti.