L’ematoma subdurale è un accumulo di sangue che si forma tra due delle membrane che rivestono il cervello, la duramadre e l’aracnoide. Questa condizione si verifica quando alcune vene, in genere quelle a ponte che collegano il cervello alla superficie interna della scatola cranica, si rompono e il sangue si raccoglie in quello spazio.
Può manifestarsi in modo acuto, entro poche ore dal trauma, oppure in forma cronica, con un’evoluzione più lenta e subdola nel tempo. Colpisce soprattutto gli anziani, nei quali anche traumi minori possono causare un’emorragia subdurale per effetto dell’atrofia cerebrale legata all’età.
Il cervello, ritirandosi, tende infatti a "tendere" maggiormente le vene, rendendole più vulnerabili. È frequente anche nei pazienti in terapia anticoagulante o antiaggregante, e nei soggetti con abuso cronico di alcol, che presentano sia maggiore fragilità vascolare sia una più alta incidenza di cadute.
Nei giovani, l’ematoma subdurale è più spesso legato a traumi cranici gravi, ad esempio incidenti stradali o sportivi. Nei neonati o bambini piccoli può derivare da traumi accidentali o da maltrattamenti
Cause principali
Le cause più comuni sono i traumi cranici, anche lievi nei soggetti predisposti, ma in alcuni casi di ematoma cronico non si riesce a individuare un evento traumatico preciso. Altre cause includono le patologie della coagulazione, l’uso cronico di alcol, le malformazioni vascolari, e qualsiasi condizione che aumenti la fragilità o la tensione delle vene cerebrali.
Tipi di ematoma
L’ematoma subdurale viene distinto in acuto e cronico:
- L’ematoma subdurale acuto insorge tipicamente nei giovani dopo un trauma. Si manifesta con sintomi rapidi e gravi (coma, emiparesi, crisi) e richiede spesso un intervento neurochirurgico urgente (craniotomia).
- L’ematoma subdurale cronico evolve nell’arco di settimane, spesso in anziani dopo traumi minori. L’ematma subdurale cronico tende ad autoalimentarsi nel tempo: dopo l’emorragia iniziale, attorno alla raccolta si forma una membrana ricca di capillari neoformati, fragili, che possono risanguinare facilmente, aumentando progressivamente il volume dell’ematoma, anche settimane o mesi dopo il trauma iniziale.
Diagnosi
La diagnosi si basa principalmente sulla tomografia computerizzata (TC) del cranio, che consente di evidenziare la raccolta ematica e valutarne volume, sede e caratteristiche.
Trattamento
Nei casi molto sintomatici (deficit neurologici, confusione, coma) o con ematomi voluminosi con effetto massa, è indicato un drenaggio chirurgico urgente, solitamente mediante fori di trapano (burr holes).
Nei casi lievi e paucisintomatici, si può optare per un trattamento conservativo, che richiede la sospensione di antiaggreganti e anticoagulanti, con monitoraggio clinico e radiologico.
L’embolizzazione dell’arteria meningea media, sempre più impiegata come prima linea terapeutica, consente di interrompere l’apporto ematico alla membrana dell’ematoma e ridurne la progressione. Ha il vantaggio di poter essere eseguita anche in pazienti che non possono sospendere anticoagulanti o antiaggreganti, spesso per patologie cardiovascolari maggiori, configurandosi come opzione salvavita.
A quale specialista rivolgersi?
La gestione dell’ematoma subdurale cronico coinvolge più specialisti, soprattutto nei pazienti anziani, fragili o in terapia anticoagulante.
Il neurologo si occupa della gestione medica nei casi lievi, mentre il neurochirurgo interviene in urgenza nei casi con ematomi voluminosi o con deficit neurologici acuti, tramite drenaggio chirurgico.
Il neuroradiologo interventista è in grado di eseguire l’embolizzazione dell’arteria meningea media, una procedura mini-invasiva che può spesso sostituire o evitare l’intervento chirurgico, in particolare in pazienti a rischio, ridurre il rischio di recidiva e permettere la prosecuzione delle terapie salvavita (anticoagulanti o antiaggreganti). In molti casi rappresenta oggi il trattamento di prima scelta.