Varici

Che cosa sono le varici?

Le varici degli arti inferiori, comunemente definite “vene varicose”, sono vene dilatate in modo tale che si possono vedere in rilievo sulle gambe e/o sulle cosce. Sono una patologia molto frequente che colpisce una donna su tre ed un uomo su quattro. Le varici degli arti inferiori, da molti interpretate sostanzialmente come un inestetismo, rappresentano invece una vera e propria patologia (insufficienza venosa) che, se trascurata, può complicarsi anche in modo grave con flebiti, trombosi sino alla embolia polmonare.

Gambe in primo piano

Sintomi delle varici

L'indicatore principale della insufficienza venosa da varici è la visibilità costante delle vene dilatate negli arti inferiori. In fasi iniziali le varici sono asintomatiche ma, con il passare del tempo, possono presentarsi i seguenti segni:

  • Gonfiore periferico;
  • Pesantezza e senso di tensione delle gambe;
  • Prurito alle gambe, soprattutto nella zona delle caviglie;
  • Crampi e fitte alle gambe solitamente ad insorgenza notturna.

Quali sono le cause delle varici?

Le varici si formano quando le vene non portano correttamente sangue al cuore e si realizza la tendenza al ristagno del sangue. Infatti le vene degli arti inferiori hanno l’ingrato compito di riportare il sangue dal distretto inferiore del corpo contro la forza di gravità attraverso vari meccanismi, come ad esempio la contrazione dei muscoli delle gambe, sfruttando le valvole presenti all’interno delle vene, che impediscono la ricaduta del sangue verso il basso (reflusso). Quando questi meccanismi non si compiono correttamente il sangue ristagna e le vene si dilatano.

Va inoltre considerata la predisposizione personale su base genetica (familiare) ed alcune circostanze particolarmente favorenti come i lavori che si svolgono stando fermi in piedi o anche alcune circostanze fisiologiche ma particolarmente “stressanti” per le vene come la gravidanza.

Si possono prevenire?

Non potendo evitare la predisposizione genetica si deve agire su quelle cause potenzialmente modificabili. Diviene quindi importante evitare l’aumento di peso così come la vita particolarmente sedentaria.

Compatibilmente con la propria attività andrebbe evitata la posizione in piedi fermi protratta nel tempo e magari “aiutare” il ritorno venoso con l’utilizzo di una calza elastica (la cui compressione e misura deve essere definita dallo Specialista).

In caso di gravidanza è opportuno effettuare controlli specifici soprattutto in caso di familiarità per varici (genitori) al fine di evidenziare in fase iniziale l’insorgenza di una insufficienza venosa che, se precocemente contrastata, può regredire dopo il parto.

Per la vita quotidiana sono da sconsigliare indumenti particolarmente aderenti o che possano creare “cingoli” al ginocchio o all’inguine e sono da preferire scarpe con tacco medio per non ostacolare i meccanismi “propulsivi” venosi della gamba.

Trattamenti per le varici

Il primo e più importante concetto a questo riguardo è che le varici non sono tutte uguali e quindi che il trattamento deve essere suggerito sulla base di un accurato studio eseguito dallo Specialista. A tal fine è solitamente sufficiente un ecocolordoppler purché eseguito da un “esperto” del settore.

Il secondo concetto è che esistono molti tipi di trattamenti apparentemente simili ma non per questo necessariamente alternativi tra loro. Anche per questo uno Specialista in grado di offrire tutte le opzioni di cura attualmente disponibili diviene il giusto interlocutore per una scelta corretta.

Fatte queste due indispensabili premesse, possiamo dire che le tecniche attualmente disponibili si dividono essenzialmente in due grandi gruppi: tecniche “demolitive” (che neutralizzano le vene non funzionanti asportandole o chiudendole) e tecniche “ricostruttive” che puntano alla riparazione del circolo venoso malfunzionante. 

Tecniche demolitive

  • Asportazione delle vene mediante stripping (sfilamento) della safena interna e/o esterna e delle vene collaterali (flebectomie);
  • Chiusura della safena dall’interno mediante laser o radiofrequenza solitamente associata ad asportazione delle vene collaterali o sclerosi;
  • Chiusura della safena interna mediante “colla” solitamente associata a sclerosi delle vene collaterali.

Tecniche ricostruttive

  • Tecniche emodinamiche: le vene non vengono asportate ma si favorisce l’abolizione del reflusso venoso attraverso una serie di legature che “cambiando la strada del sangue” ripristinano un corretto ritorno venoso;
  • Plastica valvolare: rappresenta la vera forma di riparazione che punta a ripristinare la corretta funzionalità delle valvole al fine di evitare il reflusso.

In conclusione è utile sottolineare ancora una volta che questi trattamenti non sono sempre alternativi tra di loro e che l’indicazione nasce da un accurato studio preoperatorio e un colloquio approfondito che tenga conto, quando possibile, anche delle preferenze del paziente.

A quale specialista rivolgersi?

In caso di varici è necessario consultare il parere di medici esperti in Chirurgia Vascolare, Dermatologia, Medicina Estetica o Angiologia.