Lesioni capsulo-legamentose: le tipologie e i trattamenti

Lesioni capsulo-legamentose: le tipologie e i trattamenti

Editato da: Veronica Renzi il 12/06/2023

L'attività sportiva, sia dilettantistica che professionistica, è la causa più frequente di distorsioni della caviglia. Approfondiamo insieme al Dott. Ferruccio Rondinella, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Caserta e Belvedere Marittimo, le differenti tipologie di lesione capsulo-legamentosa

Lesioni capsulo legamentose

Le lesioni possono essere distinte in base al compartimento legamentoso interessato:

  • Le lesioni del compartimento mediale: sono rare e coinvolgono il robusto legamento deltoideo con conseguente lassità interna severa che richiede la riparazione chirurgica;
  • Le lesioni del compartimento esterno: possono interessare uno solo, due o tutti e tre fasci di cui è costituito, ma più frequentemente è interessato l’anteriore;
  • La lesione dei legamenti di rinforzo della sindesmosi: si osserva sistematicamente nelle lesioni esterne gravi, oltre che nelle fatture bimalleolari a tale livello.

Un’ulteriore distinzione va fatta tra i diversi gradi di gravità delle distorsioni che possono essere:

  • Benigne, o di primo grado, cioè caratterizzate da assenza di gonfiore immediato: per questa tipologia di distorsioni l’atto terapeutico si limita alla perfrigerazione locale, al riposo per una o due settimane, all'applicazione di tutore bivalve e all'assunzione di comuni antalgici per i primi giorni;
  • Di media entità, o di secondo grado riconoscibili per l'edema e l’ecchimosi perimalleolare (indicativa di rottura del legamento) dolore invalidante: in questo caso il trattamento può consistere in un apparecchio gessato o in resina con proscrizione del carico per i primi 7-10 giorni seguito da tutore bivalve per un periodo variabile in rapporto all’andamento clinico dalle 3 alle 6 settimane;
  • Gravi o di terzo grado: in questo caso la scelta del trattamento si pone tra l’apparecchio gessato da carico e l’intervento chirurgico di ricostruzione legamentosa. In quest’ultimo caso giocano un ruolo determinante l’età dell’atleta, le sue condizioni generali, il suo livello sociale, professionale e sportivo. All'apparecchio gessato segue sempre un periodo di utilizzo del tutore bivalve, compatibile con un'iniziale cinesiterapia.

     

Instabilità cronica della caviglia

L’instabilità cronica della caviglia è una condizione invalidante e non è mai compatibile con la pratica di attività sportive. Risulta quindi fondamentale un programma kinesiterapico di rieducazione propriocettiva che nel 50 % dei casi dà risultati soddisfacenti.

Diagnosi clinica

La diagnosi clinica si ha con dei test di stabilità: manovra di inversione e cosiddetto “cassetto anteriore”. L'evidenza strumentale radiografica è molto difficile da avere perché richiede apparecchiature di posizionamento del piede durante lo scatto radiografico.

La risonanza magnetica è comunque in grado di dimostrare la lacerazione legamentosa.

Il trattamento chirurgico viene riservato solo agli atleti che non hanno tratto benefici apprezzabili da tale pratica rieducativa, va affidata a chirurghi esperti e richiede un consenso informato in cui si spieghi anche che i buoni risultati non sono garantiti in alta percentuale così come oggi invece vale per la chirurgia legamentosa del ginocchio.

Rieducazione propriocettiva

Con questo trattamento di rieducazione propriocettiva si realizza un nuovo schema corporeo e si ristabilisce un’adeguata coordinazione muscolare. L’atleta viene sottoposto a sollecitazioni di squilibrio della caviglia sempre maggiori al fine di insegnargli a prendere coscienza e controllare gli stress a cui è sottoposto con un gioco muscolare perfetto. Si tratta dunque di una tecnica selettiva che richiede la collaborazione intelligente dell’atleta.

Vengono usate per tale trattamento tavole circolari e rettangolari poggiate su semisfere con le quali si riproducono condizioni simili a quelle della marcia su terreno irregolare.

Tecniche chirurgiche

Fra le numerose tecniche chirurgiche proposte per realizzare una plastica legamentosa nelle lassità croniche della caviglia, l’utilizzazione del tendine del peroniero breve, opportunamente sdoppiato, costituisce il trapianto di scelta.

Ortopedia e Traumatologia a Caserta