La menopausa rappresenta una fase fisiologica della vita femminile, che si manifesta con la cessazione del ciclo mestruale e una graduale riduzione degli ormoni estrogeni. Questo passaggio naturale, che in Italia si verifica mediamente tra i 48 e i 52 anni, comporta non solo modifiche ginecologiche, ma anche importanti implicazioni metaboliche che incidono sul benessere globale della donna.
Cambiamenti ginecologici: cosa aspettarsi
Dal punto di vista ginecologico, la carenza estrogenica può provocare secchezza vaginale, prurito, bruciore, e dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali). Questo insieme di disturbi è noto come sindrome genito-urinaria della menopausa. Anche la flora vaginale subisce alterazioni, con un aumento della predisposizione alle infezioni urinarie ricorrenti e a irritazioni locali.
L’atrofia dei tessuti vaginali può compromettere significativamente la qualità della vita, influenzando l’intimità e la percezione del proprio corpo. Per questo motivo, il supporto ginecologico in questa fase non dovrebbe limitarsi a controlli di routine, ma includere valutazioni mirate del benessere sessuale e urogenitale.
L’impatto metabolico della menopausa
Durante la menopausa, si assiste a un rallentamento del metabolismo basale, che comporta un maggiore rischio di aumento di peso, soprattutto nella zona addominale. Questa distribuzione del grasso, tipicamente androide, è associata a un incremento del rischio cardiovascolare e a una maggiore resistenza insulinica, potenziale precursore del diabete di tipo 2.
Un’altra conseguenza significativa è la riduzione della densità ossea, che può evolvere in osteopenia o osteoporosi. Il calo degli estrogeni accelera il turnover osseo e riduce l’assorbimento di calcio, rendendo le ossa più fragili e suscettibili a fratture.
Strategie di prevenzione e supporto
L’approccio clinico alla menopausa richiede una visione integrata. Oltre agli accertamenti ginecologici e al monitoraggio metabolico, è essenziale promuovere corretti stili di vita, che comprendano attività fisica regolare, dieta bilanciata e un’adeguata integrazione di vitamina D e calcio.
In alcuni casi selezionati, può essere indicata la terapia ormonale sostitutiva (TOS), che può attenuare i sintomi vasomotori (vampate, sudorazione notturna) e rallentare la perdita ossea. Tuttavia, la TOS va valutata individualmente, tenendo conto del profilo di rischio della paziente e delle eventuali controindicazioni.
Negli ultimi anni si sono sviluppate anche terapie locali non ormonali, tra cui i laser vaginali e trattamenti a base di acido ialuronico, utili per contrastare l’atrofia vulvo-vaginale e migliorare il comfort intimo.
Un sostegno personalizzato
In un contesto come quello italiano, dove la popolazione femminile in età post-menopausale è in costante crescita, è fondamentale promuovere una cultura della prevenzione. La menopausa non deve essere vissuta come un declino, ma come un’opportunità per prendersi cura del proprio corpo in modo più consapevole e completo.
Il ginecologo gioca un ruolo chiave nell’informare, rassicurare e proporre soluzioni personalizzate che tengano conto delle esigenze fisiche ed emotive di ogni paziente.