L’adolescenza rappresenta una fase della vita molto delicata, difficile da attraversare per i ragazzi stessi ma complicata da gestire anche per i genitori. Come fare? Approfondiamo l’argomento in questo articolo, con il contributo della Dott.ssa Cristina Mallarino, specialista in Psicologia, Psicoterapia e Psicoanalisi a Milano
Adolescenza: una fase di cambiamento
L’adolescenza è un periodo di vita molto delicato, in cui avvengono dei cambiamenti fondamentali, sia a livello fisico che psicologico, in tempi molto ristretti. L’adolescenza rappresenta una tappa della crescita fondamentale per la separazione dall’infanzia e l’entrata nel mondo degli adulti. I ragazzi e le ragazze cercano la propria identità, vogliono differenziarsi dai genitori che li hanno fino a poco prima protetti e diviene per loro molto importante riuscire a relazionarsi con il gruppo dei pari, sentire di essere da questi ultimi accolti, riconosciuti, valorizzati.
Appartenere al mondo dei pari significa però adottarne codici e quindi acquisire un linguaggio, un comportamento, un modo di vestire ed esprimersi con il corpo, che può talvolta diventare una forma di ribellione a ciò che i genitori si aspettano da loro. Alcuni genitori si sentono provocati, messi in discussione da tali cambiamenti e con l’adolescenza dei figli, attraversano essi stessi un momento difficile, dove sentono messe in discussione le loro capacità genitoriali. Il rischio è una reciproca chiusura o l’instaurarsi di un braccio di ferro estenuante tra genitori e figli, dove i primi contrastano le scelte dei secondi e questi appaiono smarriti di fronte all’incapacità dei genitori di capire i loro bisogni.
I campanelli di allarme per i genitori
Spesso per i genitori il campanello d’allarme più importante è rappresentato dal calo nel rendimento scolastico o dal venir meno della disciplina. Va considerato però che andare a scuola per i figli adolescenti è molto più del mero gesto di recarsi in un luogo di apprendimento e impegno come poteva essere nell’età precedente, ma assume il significato di accedere a “un palcoscenico di relazioni tra pari” generatore di tante emozioni. Essi portano in classe ogni mattina desideri e aspettative sociali, ma anche paure e conflittualità nel relazionarsi, che incidono sul loro umore, sulla loro autostima personale e possono interferire momentaneamente con la capacità di concentrazione, disciplina e resa scolastica.
Vi sono però anche comportamenti che se si protraggono per molto tempo e si osservano in tutti i settori di vita del ragazzo (dalla scuola, allo sport e all’ambito relazionale tra i pari), debbono essere considerati con attenzione dagli adulti, per interrogarsi su cosa il ragazzo stia esprimendo, cosa stia attraversando e se non è il caso di intervenire anche con un supporto psicologico per aiutarlo.
A titolo d’esempio:
- un atteggiamento rinunciatario e poco fiducioso nelle proprie capacità;
- una eccessiva ansia ad affrontare interrogazioni, allenamenti sportivi o a contesti nuovi e non ancora esplorati;
- un modo di nutrirsi disordinato, che alterna inappetenza, digiuno e grande voracità;
- la comparsa di ferite, diffuse su mani, braccia e gambe.
Come gestire un figlio adolescente?
Per quanto sia normale da parte dei genitori provare preoccupazione di fronte ai drastici cambiamenti cui i figli vanno incontro in adolescenza, i genitori devono tenere sempre presente che questi cambiamenti sono normali.
Il compito del genitore è in adolescenza quello di indicare la rotta, ovvero esprimere con coraggio il proprio pensiero su ciò che si ritiene importante e di valore nella vita, dando al figlio però il giusto margine per sperimentare ed apprendere dai propri errori.
I figli hanno bisogno di sentire che, nonostante la fatica, il genitore non perde la stima che ha in lui e mantiene alta la fiducia nelle sue capacità di trovare la strada del crescere e diventare grande.