Angioplastica coronarica: di cosa si tratta?

Angioplastica coronarica: di cosa si tratta?

Editato da: Monica Fato il 13/06/2022

L’angioplastica coronarica è il più comune metodo di rivascolarizzazione cardiaca e può essere utilizzato in regime di emergenza e in regime di elezione. Il Dott. Roberto Martino, Cardiologo a Brindisi, illustra in cosa consiste e quali sono i tempi di ripresa

In quali occasioni può essere utilizzata l’angioplastica coroncarica?

L’angioplastica coronarica è attualmente la metodica di rivascolarizzazione cardiaca più diffusa in tutto il mondo e trova indicazione schematicamente in due scenari clinici:

  • In regime di emergenza - urgenza in caso di infarto miocardico acuto, patologia dovuto all’occlusione di un’arteria coronarica a causa della rottura di una placca aterosclerotica e la formazione di un coagulo (trombo) che occlude il vaso e interrompe il flusso di sangue al muscolo cardiaco. In questo contesto rappresenta un intervento salva-vita in quanto permette di ridurre notevolmente la mortalità associata all’infarto e le sue conseguenze sulla vita del paziente;
  • In elezione, nel caso di dolore toracico (angina pectoris) dovuta a ostruzioni - restringimenti delle arterie coronariche dette stenosi in quanto permette di risolvere le stesse e ripristinare l’adeguata perfusione del cuore liberando il paziente dal sintomo.

In cosa consiste l’angioplastica coronarica?

È un intervento mini-invasivo, eseguito da un cardiologo interventista in regime di anestesia locale. Prevede l’accesso al sistema vascolare del paziente dall’arteria del polso (arteria radiale) più frequentemente o dall’arteria dell’inguine (arteria femorale). Sotto guida fluoroscopica (raggi X), l’operatore avanzerà dei cateteri fino al cuore e inietterà del mezzo di contrasto nelle coronarie realizzando una coronarografia. Questa permetterà all’operatore di delineare l’anatomia dell’albero coronarico e individuare le lesioni sulle quali intervenite. Successivamente, con particolari dispositivi raggiungerà la stenosi coronarica con un catetere a palloncino e procederà all’impianto di una protesi miniaturizzata, lo stent coronarico, che consiste in una specie di retina che fungerà da impalcatura all’architettura della coronaria stessa. Successivamente, i vari dispositivi e cateteri verranno rimossi dall’organismo e verrà assicurata l’emostasi, ossia la chiusura dell’accesso vascolare con particolari dispostivi.

Quanto tempo dura l’intervento di angioplastica coronarica?

Un’angioplastica coronarica può avere una durata dai 15 minuti a qualche ora, a seconda della complessità del caso.

Quali sono le possibili complicanze?

Le complicanze gravi causate dall’intervento sono possibili ma molto rare, e si possono comunque verificare indipendentemente dall’expertise dell’operatore. Possono essere locali a livello dell’accesso arterioso, sistemiche o cardiache (perforazioni o occlusioni acute di una coronaria).

Quali sono i tempi di ripresa del paziente?

La ripresa dall’intervento è in genere rapida e, se condotto dall’accesso radiale, il paziente potrà deambulare dopo qualche ora dalla procedura e in molti casi potrà essere dimesso il giorno seguente. La maggior parte dei pazienti riprende a lavorare circa una settimana dopo le dimissioni.

Cardiologia a Brindisi