Chi soffre di apnea notturna può trovare la soluzione al suo problema dal dentista. Ma come è possibile? Scopriamo in che cosa consistono le apnee notturne e a cosa serve l’apparecchio ortodontico utilizzato per questo disturbo
Cosa si intende per apnea notturna?
L’apnea notturna è un disturbo molto diffuso e si manifesta nel paziente quando sta dormendo e la sua respirazione si interrompe.
Infatti, questa condizione ha un impatto negativo sulla frequenza cardiaca, sulla pressione e sul sonno, dato che priva il cervello e l’organismo dell’ossigeno di cui ha bisogno.
Pertanto, questa sindrome può comportare a sua volta altri disagi come:
- Sbalzi d’umore
- Sonnolenza diurna
- Mancanza di concentrazione
- Stanchezza cronica
- Suscettibilità
- Riflessi lenti
- Depressione
Inoltre, può causare malattie al sistema cardiovascolare, aumento di peso e disturbi al fegato.
Chi è più soggetto all’apnea notturna?
Tale disturbo si può verificare sia in bambini che in adulti.
Esistono tre tipi di apnea notturna:
- Ostruttiva (OSA)
- Centrale (CSA)
- Mista o complessa
Qual è il ruolo dell’odontoiatra in questi casi?
L’odontoiatra è capace di capire in che misura il sonno è disturbato dalle apnee notturne, grazie una visita e un’anamnesi specifiche.
Infatti, i pazienti adulti affetti da apnea notturna presentano una mandibola piccola, un ingrossamento dei tessuti molli dell’ipofaringe, del palato molle e dell’ugola; invece i pazienti pediatrici hanno le tonsille ingrossate e la presenza di “occhiaie”.
Inoltre, per approfondire la diagnosi si può ricorre al monitoraggio cardio-respirartorio, alla polisonnografia (coadiuvata da elettroencefalogramma) a domicilio e all’ossimetria notturna, tramite apposito strumento.
Come risolvere il problema?
Tra le varie opzioni di trattamento troviamo:
- Apparecchio ortodontico notturno: questo apparecchio mantiene la mandibola in una posizione da favorire il passaggio dell’aria per diminuire il russamento e la frequenza delle apnee;
- Terapia con “avanzatori mandibolari”: questi dispositivi mantengono l’accesso libero delle vie aeree superiori, evitando l’occlusione parziale o totale del flusso respiratorio.