Carcinoma tiroideo: che cos’è e cosa fare?

Carcinoma tiroideo: che cos’è e cosa fare?

Editato da: Sharon Campolongo il 27/03/2023

Il carcinoma della tiroide consiste in una tumefazione o in un nodulo che compare nella zona della ghiandola tiroide. Nella maggior parte dei casi si tratta di un carcinoma differenziato tiroideo che può essere di tipo papillare (il più frequente) o follicolare. Tale neoplasia non è molto frequente anche se è la più rappresentata delle neoplasie endocrine e colpisce soprattutto il sesso femminile. Approfondiamo questo tema con il Prof. Francesco Lippi, specialista in Endocrinologia della Scuola di Endocrinologia dell’Università di Pisa

Quali sono le cause del carcinoma tiroideo?

Il carcinoma differenziato della tiroide non presenta sintomi dato che nella maggioranza dei casi la funzione tiroidea rimane conservata: raramente si manifesta con una linfoadenopatia. Per questo, è importantissima la prevenzione e in particolar modo l’Ecografia tiroidea e la palpazione del collo dell’interessato.

Le cause di tale carcinoma possono essere molteplici:

  • La zona di provenienza: le aree a carenza iodica possono essere l’origine di gozzo e quindi di nodulo tiroideo;
  • Pregressa irradiazione sul collo in età pediatrica per patologie benigne;
  • Genetica;
  • Familiarità.

Come si scopre il carcinoma tiroideo?

Di solito è lo stesso paziente che si accorge di avere una tumefazione nella zona del collo. Tuttavia, alcuni noduli sono così piccoli che richiedono l’utilizzo di strumentazione adeguata, ossia l’Ecografia. Spesso in corso di ecografie della mammella o dei vasi del collo vengono riscontrati noduli in sede tiroidea.

Una volta scoperto di avere un nodulo tiroideo, si raccomanda di eseguire una visita specialistica a cui segue l’analisi del sangue per controllare i seguenti valori:

  • Ormoni tiroidei liberi (FT4)ragazza con dolore al collo
  • Ormone ipofisario tireotropo (TSH)
  • Anticorpi antitireoglobulina e antitireoperossidasi (AbTg e AbTPO)
  • Calcitonina (Ct)

In seguito, verrà eseguito uno studio ecografico della zona del collo con color doppler. Tuttavia, è l’Agoaspirazione tiroidea con ago sottile insieme all’esame citologico su agoaspirato del nodulo tiroideo che permette la diagnosi definitiva.

Una volta si conferma la diagnosi di carcinoma tiroideo, si procede con la Tiroidectomia totale o subtotale a cui segue un ciclo di terapia con ormone tiroideo sintetico (I-tiroxina) con lo scopo di mantenere basso il livello di TSH circolante (terapia soppressiva).

Quali terapie vengono impiegate?

In presenza di carcinoma differenziato della tiroide, dopo aver realizzato l’intervento chirurgico, nei pazienti con rischio intermedio o alto, oppure in alcune varianti del carcinoma più aggressive, si eseguirà la terapia radiometabolica con 131I, la quale permette di eliminare i tessuti tiroidei residui presenti nella loggia tiroidea.

Dopo aver svolto la terapia radiometabolica, si esegue la Scintigrafia totale corporea post-terapia che consente l’identificazione delle sedi di concentrazione dello iodio radioattivo, permettendo di realizzare una “mappatura” della distribuzione delle cellule tiroidee nel corpo intero.

Solamente il 10-15% dei pazienti ha bisogno di un’ulteriore dose di radioiodio per completare l’ablazione dei residui tiroidei.

La sopravvivenza a 10 anni del carcinoma differenziato della tiroide è del 98%.

Endocrinologia e Malattie del metabolismo a Pisa