Il disturbo limite o di personalità borderline è caratterizzato soprattutto da un'intensa instabilità emotiva e impulsività. Ne parliamo con il nostro esperto in Psichiatria
Che cos'è il disturbo della personalità bordeline?
Il disturbo limite o disturbo della personalità borderline è essenzialmente un disturbo del della personalità che si manifesta all'inizio dell'età adulta. È caratterizzata da un’immagine di sé, emozioni e relazioni instabili, accompagnati da un’intensa impulsività (per esempio con l'abuso di sostanze stupefacenti o attraverso i rapporti sessuali). Si presentano inoltre:
- Notevoli sforzi per evitare l'abbandono reale o immaginario;
- Minacce ricorrenti di suicidio e / o comportamenti autolesivi;
- Sensazione di vuoto interiore cronica;
- Ira insufficiente e/o di difficile controllo;
- Idee immaginarie di essere criticato o giudicato male.
Come avviene la diagnosi per il disturbo della personalità borderline?
Come per tutti i disturbi di personalità, la chiave per la diagnosi è la storia dello sviluppo del soggetto, dato che il disturbo si presenta quando la personalità si comincia a stabilire e continua per gran parte della sua vita. Oltre alla storia del paziente, è necessario inoltre integrare anche le informazioni della famiglia e degli amici.
A differenza di altri tipi di disturbi, come la depressione, i sentimenti e i comportamenti che i pazienti con disturbo borderline descrivono come "correnti" sono una serie di dati complementari, ma insufficienti per la diagnosi. È necessario che il paziente parli delle sue esperienze fin dall'inizio dell’età adulta.
In cosa consiste il trattamento?
Il principale trattamento per il disturbo borderline è la psicoterapia. Chiarito che di solito si sviluppa in presenza di altre sindromi o disturbi mentali, la terapia farmacologica risulta utile, attraverso antidepressivi, antipsicotici, antiimpulsivi o altro. Anche così, è necessario chiarire che i farmaci migliorano i sintomi, ma non cambiano la personalità del paziente.
Per quanto riguarda la psicoterapia, secondo le linee guida NICE (predisposte dall'Istituto Nazionale per la Salute Mentale nel Regno Unito nel 2009), le terapie più scientificamente provate sono la terapia dialettico-comportamentale e la terapia di metallizzazione, anche se esistono altre psicoterapie che possono essere ugualmente utili, come ad esempio quella cognitivo-comportamentale, interpersonale etc. La terapia può essere effettuata sia su base ambulatoriale o, nei casi più gravi, in ospedale in giorni prestabiliti per questi disturbi.
Qual è la diagnosi di questo disturbo?
La maggior parte degli autori riferisce che i sintomi associati (sindrome depressiva, auto-lesionismo, idee di perseguimento etc.) migliorano nel corso degli anni. Tuttavia, le caratteristiche più distintive (sensazione di vuoto, difficoltà a tollerare la solitudine, paura dell'abbandono, etc.) richiedono più tempo a scomparire. Ci sono diverse statistiche che parlano di una remissione quasi completa dopo dieci anni di evoluzione nell’80% dei pazienti.
Perciò, fintanto che venga diagnosticata precocemente, la patologia migliora notevolmente. Il problema è che i pazienti spesso non richiedono aiuto fino a quando non capiscono che la loro natura è legata ad un disturbo mentale. Importante è chiedere aiuto quando si presentano i primi sintomi depressivi, di impulsività, idee di aggressione, i primi conflitti familiari, interpersonali, nelle vertenze di lavoro etc. Spesso è, infatti, la famiglia che chiede aiuto, prima del paziente stesso.