Che cos’è l’ecocolordoppler?

Che cos’è l’ecocolordoppler?

Editato da: il 09/11/2023

L’ecocolordoppler è uno degli esami diagnostici più eseguiti in Angiologia e Chirurgia Vascolare. Ma in cosa consiste l’esame? A cosa serve? Risponde il nostro esperto, il Dott. Edoardo Martelli

 

 

1) Cos’è l’ecocolordoppler?

L’ecocolordoppler rappresenta l’evoluzione tecnologica del più semplice sistema ad ultrasuoni, basato sull’utilizzo dell’effetto Doppler (che fondamentalmente è un’analisi acustica di un segnale espressione della velocità di flusso all’interno di un vaso) associato alle immagini ecografiche B-mode e, successivamente, all’analisi di una scala colorimetrica: questi elementi consentono di identificare presenza, direzione e velocità del flusso in un vaso. L’evoluzione tecnologica ha poi portato ad un ulteriore affinamento di tale tecniche di imaging (Power doppler, 3D imaging, IVUS etc., tutte metodiche estremamente specialistiche).

L’ambito di applicazione di tale tecnica diagnostica, che rappresenta la metodica di scelta nello studio di un paziente, copre la quasi totalità della patologia vascolare, sia essa arteriosa o venosa, ostruttiva o dilatativa:

  • Ricordiamo lo studio dei vasi epiaortici (carotidi, vertebrali, circolo intracranico) per lo studio della stenosi carotidea nell’ambito della prevenzione dell’ictus: a livello dell’aorta addominale (come screening per la diagnosi e il follow-up a distanza delle lesioni aneurismatiche), dei  vasi splancnici (non così rara la patologia ostruttiva o aneurismatica a tale livello) o a livello dell’asse arterioso degli arti inferiori (arteriopatia obliterante cronica o acuta, patologia aneurismatica a vari livelli).
  • È fondamentale nel monitoraggio a distanza di tutta la chirurgia ricostruttiva (dopo TEA o stenting carotidea, aneurismectomia aortica o endoprotesi aortiche, angioplastiche iliaco-femoro-popliteo tibiale, bypass a vari livelli dell’asse arterioso degli arti inferiori e superiori).
  • È un esame fondamentale nello studio della patologia venosa, sia acuta (trombosi venosa profonda, tromboflebiti superficiali) che cronica (sindrome postflebitica o varici degli arti inferiori). In quest’ultimo caso, un corretto studio Ecocolordoppler è di primaria importanza nella programmazione di un trattamento chirurgico, sia ablativo (safenectomia o ablazione con radiofrequenza, laser, mousse, etc.) che conservativo emodinamico (CHIVA), attraverso la costruzione di una vera e propria cartografia che funge da guida per l’atto chirurgico stesso.

Appare evidente, quindi, come un corretto approccio alla patologia vascolare non possa prescindere da uno studio Ecocolordopppler.

 

2) Quando bisognerebbe sottoporsi ad un ecocolordoppler?

A tale proposito, si vuole richiamare l’attenzione sul fatto che l’esecuzione di un esame strumentale debba essere sempre preceduta da una valutazione anamnestica e clinica: un’accurata visita è assolutamente necessaria per non ricadere in una inutile richiesta che faccia perdere solo tempo e denaro e non dia risposte al paziente.

Si vuole, quindi, ribadire il concetto che debba essere uno Specialista a suggerire l’eventuale iter diagnostico, mirato allo studio del distretto e della eventuale patologia che si sospetta.

Certamente esistono della condizioni che di per sé, al di là di eventuali sintomi, possono richiedere un approfondimento strumentale, per esempio pazienti portatori di fattori di rischio (diabete, ipertensione, dislipidemie, fumo, etc.) o pazienti con familiarità positiva, sia per quanto riguarda la patologia venosa (es. varici) che arteriosa (casi di ictus, infarto miocardico, arteriopatia periferica o aneurismi).

Il tutto, comunque, sempre dietro consiglio specialistico.

 

3) Come si esegue un ecocolordoppler?

Uno studio Ecocolordoppler, a seconda del distretto da esaminare, viene eseguito in posizione prona, supina o eretta e ha una durata media di circa 15 minuti per distretto da esaminare.

Non è assolutamente doloroso (è come una normale ecografia) e soprattutto è ripetibile senza conseguenze (non somministrazione di radiazioni), senza che necessiti di particolari preparazioni (ad eccezione dello studio dei vasi addominale ove è necessaria, per una migliore visualizzazione delle strutture che andiamo ad esaminare, una specifica preparazione).

 

Editor Karin Mosca

Radiologia a Milano