Che fare in caso di frattura dello scafoide?

Che fare in caso di frattura dello scafoide?

Editato da: Jennifer Verta il 13/04/2024

Lo scafoide è un osso carpale fondamentale nel corretto funzionamento dell’articolazione del polso. In caso di trauma o caduta incorre molto spesso in frattura. Abbiamo intervistato il Dott. Umberto Valentinotti, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Milano, per parlarcene

Qual è il ruolo dello scafoide nel polso?

Il polso è una struttura estremamente complessa che per questa sua natura si rivela anche molto delicato. È composto da due ossa lunghe, radio e ulna, nella loro parte distale, e da altre otto ossa carpali più piccole. Le ossa carpali sono disposte in due file e sono cruciali per la mobilità e stabilità della mano, ma anche dell’avambraccio stesso. Lo scafoide è quell’osso carpale che si trova sulla prima fila, in posizione ravvicinata al radio. Viene considerato il punto cruciale pivot dell’articolazione del polso in quanto garantisce la fluidità dei movimenti di polso e mano. Durante una caduta a terra o un trauma distorsivo violento, le forze lesive spesso possono provocare lesioni di vario grado interessanti lo scafoide stesso o l’articolazione periscafoidea. Infatti, tale osso carpale essendo in una posizione funzionale fondamentale per l’articolarità centrale del polso, si trova vincolato, incarcerato fra la superficie lesionale e il radio.

In seguito a cadute sul polso, si possono creare lesioni a vario livello, le più frequenti sono: le fratture del radio, le fratture dello scafoide e le lesioni legamentose semplici o complesse. Le fratture dello scafoide creano un disequilibrio tra le ossa carpali che non lavorano più in sincrono e alla lunga portano ad una degenerazione artrosica precoce con impotenza funzionale e dolore del polso. Se diagnosticate in tempo queste fratture possono, però, essere trattate con ottime possibilità di recupero. Molte sono le attività sportive o lavorative a rischio di cadute a terra, per esempio il ciclismo, il triathlon, il motociclismo e gli sport di montagna.

Come si individua una frattura dello scafoide?

Innanzitutto attraverso una visita clinica.  È fondamentale la visita del paziente con la raccolta anamnestica (trauma recente, sport, lavoro), la sintomatologia (tumefazione ed impotenza funzionale relativa) e l’esame obiettivo con dolore localizzato al radio scafoideo.

Per confermare l’ipotesi diagnostica di frattura scafoidea è necessario eseguire, poi, delle radiografie accurate anche con posizione del polso differenti e tenendo in considerazione la morfologia delle ossa. Qualora il dolore continuasse anche a distanza di 15 giorni si procederà a ripetere la radiografia ed eventualmente una TAC.

Frattura trasversa scafoide e trattamento con vite interna

Come si interviene sulle fratture dello scafoide?

In base alla tipologia di frattura si deciderà il trattamento più adeguato. Le lesioni del polo prossimale, ossia quelle più vicine al radio, sono quelle più a rischio di non consolidarsi. Ciò si verifica a causa della scarsa vascolarizzazione a cui è sottoposta questa specifica area, che in presenza di frattura, può anche sfociare in necrosi ossea. Le fratture scomposte, ossia con dislocazione di frammenti, vengono trattate con riduzione aperta, impianto di viti e/o fili di k. Quando invece la frattura non è scomposta il trattamento risulta più semplice: si applica una stecca e si blocca l’arto con gesso nei bambini, mentre in base alla gravità si ricorre a gesso o chirurgia per gli adulti. Il trattamento conservativo con gesso e tutori ha una durata di circa 3-4 mesi e necessita il completo blocco dell’articolazione, mentre con la chirurgia si esegue una sintesi con viti estremamente precisa, che permette il ritorno alle proprie attività lavorative e sportive in tempi brevi. Tale chirurgia, nelle fratture composte, è spesso miniinvasiva, con piccola incisione, e permette una netta diminuzione dei costi sociali legati allo stop lavorativo o sportivo, facilitando nettamente la ripresa e il reintegro quotidiano. Questi interventi devono essere eseguita da ortopedici qualificati in centri ospedalieri con esperienza in chirurgia del polso. Bisogna, infatti, sempre prevedere e valutare le possibili lesioni associate ed eseguire pertanto un adeguato trattamento. La chirurgia del polso viene spesso considerata a basso impatto di ricovero ospedaliero, ma non per questo può essere considerata semplice e scevra di rischi. Da considerarsi inoltre come il trattamento ortopedico chirurgico può essere integrato a giudizio clinico, con un trattamento biofisico di magnetoterapia o di onde d’urto, ed integrato con supporto dietetico a base di vitamina D.

Quali sono le complicanze della frattura dello scafoide?

Pseudoartrosi di scafoide con degenerazione importante artrosica

Come già anticipato, se la frattura non viene diagnostica e/o curata correttamente possono verificarsi complicanze non indifferenti, particolarmente a distanza di anni. Le più importanti complicanze sono due: la pseudoartrosi e l’osteonecrosi. La pseudoartrosi, ovvero la mancata consolidazione della frattura può originarsi in vari casi: quando una caduta o un trauma siano stati presi alla leggera, senza indagare accuratamente, quando la vascolarizzazione dell’area non sia stata ripristinata correttamente o quando il trattamento non sia stato idoneo. L’osteonecrosi è invece dovuta principalmente ad un problema morfologico, ossia la porzione ossea più prossima al radio non riceve più il corretto apporto di flusso sanguigno. Quando queste problematiche vengono ignorate per anni è facile dunque che si presenti artrosi a cui sarà poi molto più difficile porre rimedio. La mancata consolidazione dell’osso, o la necrosi ossea, non permettono una corretta fluidità articolare con separazione e asincronia delle filiere del carpo e del radio, con conseguente degenerazione artrosica. Creando di conseguenza un polso doloroso cronico. Tali situazioni complicanti una frattura scafoidea o periscafoidea, possono ancora essere suscettibili di interventi chirurgici di vario tipo. Possono essere essenzialmente di due tipi

  • Innesto osseo e sintesi dello scafoide
  • Artrodesi intracarpiche

Queste due ipotesi chirurgiche, insieme ad altre associate, devono essere valutate attentamente da un ortopedico esperto e proposte e discusse con il paziente stesso, in maniera da valutare una corretta aspettativa funzionale. Per concludere, risulta dunque fondamentale, sia per quei soggetti che praticano sport amatoriale, sia per i professionisti, non sottovalutare mai traumi al polso. Essere seguiti in centri qualificati ortopedici, per poter valutare insieme le proposte terapeutiche, chirurgiche e non chirurgiche, e dare al paziente la migliore risposta possibile.

Ortopedia e Traumatologia a Milano