La chirurgia mininvasiva ha rivoluzionato l’approccio terapeutico in colonproctologia, offrendo ai pazienti una soluzione efficace con minori complicanze e tempi di recupero più brevi. Questo tipo di chirurgia si basa sull’utilizzo di tecniche avanzate che riducono l’impatto sull’organismo rispetto alla chirurgia tradizionale. Approfondiamo l’argomento con il Prof. Silvestro Lucchese, Colonproctologo a Roma.
Cos'è la chirurgia mininvasiva in colonproctologia?
In colonproctologia, la chirurgia mininvasiva viene utilizzata per trattare numerose patologie intestinali, neoplasie del colon-retto, diverticolosi complicata, emorroidi gravi e fistole perianali. Il prolasso rettale, il rettocele, la defecazione ostruita con invaginazione rettale si possono trattare con eccellenti risultati e minimi disagi attraverso il canale anale - chirurgia endoluminale.
A differenza della chirurgia open, queste tecniche prevedono l’uso di strumenti sottili introdotti per vie naturali o attraverso piccole incisioni. Una delle metodiche più diffuse è la laparoscopia, che consente una visione interna dettagliata dell’area interessata, e di operare riducendo i traumi ai tessuti.
Vantaggi della chirurgia mininvasiva
Tra i principali benefici per i pazienti colonproctologici troviamo:
- Minor dolore post-operatorio, grazie a incisioni più piccole.
- Riduzione del rischio di infezioni e complicanze della ferita.
- Recupero postoperatorio più rapido, con ritorno anticipato alle normali attività.
- Miglior risultato estetico, con cicatrici minime.
- Degenza ospedaliera più breve, spesso con dimissioni entro pochi giorni. Nel prolasso rettale, rettocele, defecazione ostruita la degenza è di un solo giorno.
Questi vantaggi non sono solo clinici, ma anche psicologici, migliorando la qualità della vita del paziente e le complicanze nel periodo post-chirurgico.
Applicazioni pratiche
Tra gli interventi più eseguiti in modalità mininvasiva rientrano:
- Resezione laparoscopica del colon o del retto, indicata nei tumori intestinali.
- Interventi per la malattia diverticolare, con approcci che limitano la resezione intestinale.
- Tecniche di prolassectomia emorroidaria avanzate, come la E.L.P. – Endo Luminal Prolassectomy - che eliminano il prolasso, il rettocele e la defecazione ostruita, riducono dolore e sanguinamento ripristinando subito la normale funzione quotidiana e la normale estetica.
- Trattamento mininvasivo di fistole anali e sacro-coccigee, grazie a specifiche tecniche micro-invasive.
Ogni trattamento viene personalizzato in base alla patologia e alle condizioni generali del paziente, con l’obiettivo di offrire la soluzione meno invasiva ma più efficace.
Per una chirurgia mini-invasiva personalizzata è indispensabile una diagnosi precisa e sempre documentata, anche intra-operatoriamente, per valutarne la reale efficacia.
Tecnologie avanzate al servizio della proctologia
Oggi la chirurgia mininvasiva si avvale anche di sistemi robotici, strumenti di sigillatura vascolare, e tecniche di visione 3D, che aumentano la precisione dell’atto chirurgico. Anche il ricorso a strategie di chirurgia transanale mininvasiva (TAMIS) permette il trattamento di lesioni rettali precoci senza la necessità di resezioni maggiori.
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Conclusioni
La chirurgia mininvasiva rappresenta un’opportunità concreta per il paziente affetto da patologie colonproctologiche, con risultati sempre più efficaci e una drastica riduzione dei disagi post-operatori. È fondamentale rivolgersi a centri specialistici in grado di offrire un approccio personalizzato e multidisciplinare, con l’utilizzo delle più moderne tecnologie che devono essere impiegate dopo una oggettiva valutazione di quale sia la migliore per il singolo Paziente.