L'endocardite infettiva è un'infezione dell'endotelio del cuore, del tessuto cioè che riveste internamente le pareti degli atri, dei ventricoli e delle valvole cardiache. In questo articolo, esamineremo approfonditamente le cause, i sintomi e le opzioni di trattamento per l'endocardite infettiva
Che cos'è l'endocardite infettiva?
L'endocardite infettiva è un’infezione dell’endotelio causata da batteri o funghi che possono causare la formazione di vegetazioni, aggregati di materiale infetto, che danneggiano le valvole cardiache e compromettono la funzione cardiaca. Senza un trattamento adeguato, l'endocardite infettiva può portare a insufficienza cardiaca, embolia, danni ai tessuti circostanti e persino alla morte. Colpisce più frequentemente la popolazione in età avanzata e si tratta di una condizione grave con associata elevata mortalità. L'epidemiologia dell'endocardite infettiva è gradualmente cambiata nel corso degli anni: le malattie reumatiche cardiache si sono ridotte, mentre stiamo assistendo ad un aumento della popolazione anziana. Inoltre bisogna considerare l’emergere di nuovi fattori di rischio quali i dispositivi intracardiaci (per esempio i pacemaker definitivi o protesi valvolari) o endovenosi, oltre a condizioni immunosoppressive come il diabete, l’emodialisi e l’uso di farmaci per via endovenosa.
Quali sono i sintomi?
I sintomi dell'endocardite infettiva possono essere variabili e non specifici, il che rende la diagnosi spesso difficile. Può presentarsi sia come una condizione acuta che subacuta o cronica in base al patogeno che l’ha causata e alle eventuali patologie pre-esistenti del paziente, siano esse cardiache o no. Fino al 90% dei pazienti presenta febbre, sudorazione notturna, affaticamento, difficoltà respiratoria, perdita di peso e di appetito. Di questi, il 25% presenta anche i sintomi dovuti a fenomeni tromboembolici quali per esempio l’ictus. Altri sintomi possono includere dolore al petto, difficoltà respiratorie, tosse, cambiamenti nella frequenza cardiaca e nei suoni cardiaci. È importante prestare attenzione a questi sintomi e consultare un medico se si sospetta di avere l'endocardite infettiva.
Come si realizza la diagnosi?
Al fine di fare diagnosi di endocardite sono necessari i seguenti accertamenti:
- Esami ematochimici con indici di flogosi.
- Emocolture: fondamentali per stabilire una diagnosi e permettono di identificare i microrganismi alla base dell’infezione. Questo risulta necessario per impostare una terapia antibiotica mirata.
- Ecocardiogramma transtoracico: in caso di riscontro all’auscultazione di un soffio cardiaco. Tale esame può mostrare un cattivo funzionamento delle valvole cardiache oltre alla possibile presenza di vegetazioni. Qualora sia necessario un ulteriore approfondimento l’ecocardiografia transesofagea può dirimere i dubbi.
- Angio TC: utile nel determinare la presenza di patologia perivalvolare (formazione di ascesso, aneurisma o pseudoaneurisma).
- TC total body: serve per evidenziare potenziali complicanze emboliche sistemiche, cerebrali o toracoaddominali.
Quali sono le cause?
Le cause dell'endocardite infettiva sono principalmente batteri o funghi che entrano nel flusso sanguigno e raggiungono il cuore. Le condizioni cardiache che favoriscono le endocarditi sono: valvulopatie congenite o acquisite, dispositivi cardiaci impiantati (pacemaker permanenti/defibrillatore cardioverter impiantabile) e protesi valvolari cardiache. Le endocarditi sono inoltre favorite dalle seguenti situazioni: uso di farmaci per via endovenosa, malattia renale cronica (in particolare pazienti in dialisi), patologie tumorali, età avanzata, uso di corticosteroidi, diabete scarsamente controllato, linea fissa per accesso venoso e stato immunocompromesso (inclusa l’infezione da HIV).
Si può prevenire?
La prevenzione dell'endocardite infettiva è possibile con una buona igiene orale, il trattamento tempestivo di infezioni e ferite cutanee, e l'assunzione di antibiotici prima di procedure mediche invasive per le persone a rischio elevato. È importante anche evitare comportamenti che aumentano il rischio di infezione, come l'uso di droghe endovenose o l'iniezione di sostanze illecite.
Quali sono i trattamenti disponibili?
L’endocardite infettiva era fatale prima dell’avvento degli antibiotici. Selezionare un’appropriata terapia antibiotica, somministrata per la durata corretta, è essenziale ed il primo passo per ottenere la cura di questa malattia. Gli antibiotici vengono somministrati per via endovenosa per diverse settimane per eliminare l'infezione e prevenire le complicazioni. In alcuni casi, l'intervento chirurgico può essere necessario per rimuovere le vegetazioni, riparare o sostituire le valvole cardiache danneggiate. L’indicazione al trattamento, sia esso chirurgico o meno, viene data da un team di esperti endocarditis team, costituito da cardiologo, infettivologo, esperto di imaging, anestesista, cardiochirurgo, neurologo ed eventualmente neurochirurgo, che porti a decisioni condivise soprattutto nei casi più complessi.
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In conclusione, l'endocardite infettiva è una condizione grave che richiede diagnosi e trattamento tempestivi. È fondamentale consultare un medico in caso di sospetto di questa patologia o se si è a rischio. La prevenzione, attraverso una buona igiene orale, il trattamento delle infezioni e l'assunzione di antibiotici prima di procedure invasive, è essenziale per ridurre il rischio di sviluppare l'endocardite infettiva. Il trattamento coinvolge spesso terapia antibiotica e, in alcuni casi, intervento chirurgico. La consapevolezza dei sintomi e delle misure preventive può contribuire a migliorare l'outcome per i pazienti affetti da questa patologia cardiovascolare.