Come avviene un intervento di Chirurgia mininvasiva?
Autore:Oggi, molte procedure cardiochirurgiche si possono eseguire tramite tecnica mininvasiva che presenta importanti vantaggi per il paziente. Come avviene un intervento di Cardiochirurgia mininvasiva?
In questo articolo, approfondiamo l’argomento grazie al contributo del Dott. Riccardo Codecasa, specialista in Cardiochirurgia
Che cosa si intende per Cardiochirurgia mininvasiva?
La parola “mininvasiva” definisce un minor grado di traumatismo di un intervento cardiochirurgico, rispetto ad un’ipotetica operazione standard. Il grado minimo di invasività riguarda il numero di centimetri di ferita, la sua visibilità, l’impatto biologico dell’intervento sull’organismo, il tipo e la quantità di energia applicata sul paziente.
Se in passato solo pochi tipi di intervento possedevano anche l’opzione mininvasiva, adesso il rapporto si è ribaltato e solo una minoranza di interventi non è eseguibile in modalità mininvasiva. Esempi di Cardiochirurgia mininvasiva sono gli interventi alle valvole cardiache, all’aorta ascendente, ad alcuni tumori benigni del cuore, ad alcuni difetti congeniti nell’adulto e ad alcuni tipi di malattia coronarica.
Fanno parte della Cardiochirurgia mininvasiva anche il prelievo endoscopico dei condotti per la rivascolarizzazione (anziché a cielo aperto), l’utilizzo di energie alternative (ultrasuoni anziché a radiofrequenze), l’utilizzo di tecniche senza circolazione extracorporea. Infine il trattamento dei versamenti pericardici (compresi quelli post-operatori) può essere anch’esso mininvasivo.
Chi può sottoporsi alla Cardiochirurgia mininvasiva?
Non ci sono limiti anagrafici o di genere a questo tipo di operazione. Quando l’intervento chirurgico è indicato, il chirurgo esamina il paziente e, laddove non ci siano controindicazioni, pianifica ed esegue l’intervento o parte di esso mediante un approccio mininvasivo.
Le situazioni anatomiche particolari, le emergenze estreme, la presenza di più patologie da trattare assieme e non compatibili con un unico piccolo accesso, possono talora rendere inattuabile ed imprudente un approccio mininvasivo. Al primo posto viene sempre e comunque messo il paziente e la sua sicurezza.
Come avviene l’intervento?
La minimizzazione dell’invasività in Cardiochirurgia necessita di attitudine e di specifico training del chirurgo e si basa sull’utilizzo di strumenti specifici, spesso derivati dalla Chirurgia video-assistita. Tipicamente la sala operatoria di Cardiochirurgia mininvasiva ospita colonne endoscopiche (2D o 3D), ottiche, fonti luminose, strumenti affusolati e altri componenti dedicati. Il gesto finale che viene attuato sul paziente invece non è diverso in tipologia e qualità di esecuzione, rispetto all’analogo gesto eseguito in modalità “tradizionale”.
Il minor trauma e una ferita assai più piccola rendono il dolore post-operatorio molto minore, con ridotte necessità di antidolorifici. Le minori perdite ematiche facilitano maggior vigore e forza di volontà. La mobilizzazione precoce permette presto al paziente di tornare autonomo. Il paziente a cui viene prelevata endoscopicamente la vena safena dall’arto inferiore per un intervento di bypass, talvolta non si accorge nemmeno che ciò sia avvenuto.