Come funziona la tecnica psicoanalitica?

Come funziona la tecnica psicoanalitica?

Editato da: Sharon Campolongo il 15/11/2022

La psicoanalisi come scienza ha attraversato varie epoche durante le quali è stata discussa sotto vari profili, ma la sua efficacia nella pratica clinica ha permesso non solo di farla sopravvivere, ma di collocarla a pieno statuto tra le scienze mediche, psicologiche e anche epistemologiche. La psicoterapia psicoanalitica non è una scienza esatta così come non lo sono le tre scienze da cui deriva, ma è dichiarata Scienza Interpretativa. Approfondiamo questo argomento con il Prof. Roberto Pani, specialista in Psicologia a Bologna

Quali sono le origini della psicoanalisi?

Il Neurologo e Neuropatologo Sigmund Freud fu il padre della psicoanalisi. Infatti, Freud voleva trovare la cura per la psiconevrosi, ossia una malattia abbastanza grave con sintomi somatici persistenti come cecità provvisoria, diplopia, paresi degli arti, difficoltà a parlare.

Quindi, dopo essere stato dal famoso Neurologo Charcot a Parigi nel 1885, si rese conto che l’ipnosi non risolveva il problema di quella patologia, se non per un momento di provvisoria suggestione che per altro aumentava la dipendenza dal medico.dizionario con scritte psicoanalisi e psicologo

Pertanto, Freud in collaborazione con il suo collega Breuer diede vita al cosiddetto metodo catartico, che a quel tempo i due medici stavano sperimentando negli anni 1885 e 1886. Questo metodo consisteva nel porre all’imbrunire la paziente malata sul divano e lasciarla scaricare o abreare, cioè ottenere una liberazione dai nodi angosciosi.

Tuttavia, tale metodo conferiva degli effetti positivi per solo brevissimi momenti e così all’improvviso le pazienti tornavano dal medico. Per esempio, Bertha Pappenheim, la famosa Anna O, ritornava dopo una cura pochi giorni dopo dal Prof. Breuer e lo abbracciava come un potenziale salvatore, stringendolo a sé amorevolmente, provocando l’imbarazzo dello stesso Neurologo. I sintomi apparentemente spariti erano in poco tempo ritornati e anche maggiormente aumentati.  Quindi, Freud osservava attentamente gli eventi clinici di questa relazione e di altre, capendo che quel legame affettivo inspiegabile da un punto di vista logico doveva rappresentare la chiave per comprendere il significato degli affetti che la paziente provava per il medico. Comprese allora che Anna O aveva sperimentato un potente affetto per Breuer, perché questo sentimento era la trasposizione dell’affetto rimosso che Bertha provava per il padre morto di infarto. Lo shock le aveva congelato il proprio mondo interiore che sino a quel momento non era mai defluito.

Da qui, Freud intuì che era necessario interpretare il senso che il transfert o traslazione sul medico aveva per ogni paziente, dando così origine al metodo psicoanalista.

All’inizio si parlò di teoria del trauma, poi di seduzione, ma Freud comprese che le situazioni affettive potevano essere assai complesse, coinvolgendo tante persone e non solo il padre o la madre e che trauma e seduzione non erano necessarie per creare una psiconevrosi.

Quindi, nel 1894, Freud pubblicò il libro Studi sull’Isteria, momento in cui ruppe la sua collaborazione con Breuer, il quale non riusciva più a seguire il giovane collega dopo la morte del padre Jacob. Infatti, Freud aveva iniziato un importante percorso di autoanalisi grazie all’aiuto di un amico Otorino, W. Fliess di Berlino, a cui per sette anni scrisse tutti i giorni un dettagliato epistolario, confessando pienamente e quotidianamente la sua vita intima e professionale; mentre al tempo stesso stava lavorando con i pazienti.

Tale appassionata e tempestosa esperienza di autoanalisi gli fu professionalmente molto utile per comprendere non solo se steso, ma anche le dinamiche nevrotiche.

Di conseguenza, pubblicò l’Interpretazione dei sogni e la Psicopatologia della vita quotidiana, rispettivamente negli anni 1899 e 1902.

Nel 1910 nacque a New York la Società Psicoanalitica Internazionale, IPA che tutt’oggi esiste.

Cosa fa la psicoterapia psicoanalitica oggi?

La psicoterapia psicoanalitica pur mantenendo lo scopo del suo fondatore, che consisteva non solo nella guarigione definitiva dei sintomi, ma anche nel dare luogo a una ristrutturazione sana e autentica della personalità forse inizialmente incerta e immatura, prevede meno rigidità e varie modificazioni del setting che si adattano ai singoli pazienti, trovando la situazione che giovi loro maggiormente, considerando il tempo da utilizzare e i costi delle sedute.

L’evoluzione delle conoscenze in psicoanalisi considera anche il miglioramento della salute sia psichica che fisica grazie al miglioramento del sistema neuroendocrino e immunologico. Il funzionamento del cervello è da diversi anni parte della conoscenza psicoanalitica, specialmente in seguito al funzionamento del sistema nervoso neuro-vegetativo e automatico non controllato direttamente dalla mente, del sistema limbico, degli emisferi cerebrali, dei neurotrasmettitori, dei neuroni specchio.

Dopo oltre 130 anni la psicoanalisi si può considerare una cura scientifico-umanistica che mira a valorizzare al massimo le virtù umane.

Questo metodo promette un’evoluzione interiore, il riconoscimento dei propri desideri autentici e una maggior indipendenza dai bisogni compulsivi che spesso emergono sotto forma di svariati sintomi anche somatici. Ciò permette di ridurre la fragilità del Self (immagine complessiva corpo-mente del soggetto), le paure e le insicurezze e di aprire la propria vita verso progetti verso la creatività, nonché la salute del corpo.

Essendo una tecnica interpretativa che mira alla crescita e autonomia del paziente, lo psicoterapeuta non intende dare veramente consigli o particolari suggestioni se non durante i colloqui di conoscenza, ma desidera che il paziente con il proprio aiuto raggiunga ciò che è veramente importante per lui. Quindi, occorre un po’ di collaborazione e di pazienza da parte del paziente.

supporto psicologico

Quali sono le differenze con gli altri metodi di analisi?

A differenza di altre tecniche che per lo più si avvalgono di protocolli e strategie che debbono essere seguiti strettamente dai pazienti nelle loro procedure e che evitano al paziente di pensare a se stesso, la psicoterapia psicoanalitica promette un cambiamento verso una personalissima e creativa evoluzione di Sé.

Il fatto è che la psicoanalisi si può vedere come un investimento sulle proprie risorse di chi desidera conoscersi e raccontarsi e, per questa ragione, lo psicoanalista si propone di allargare lo spazio psichico di ciascun paziente per consentire un pensiero dinamico. Tale spazio interiore permette al pensiero di giocare all’interno di Sé con i propri interlocutori psichici, fantasie, emozioni e fantasmi, con lo scopo di armonizzarli tra loro.

La psicoterapia psicoanalitica favorisce, quindi, un arricchimento di senso sulle cose e aiuta a metabolizzare il senso di noia e di vuoto che spesso coglie molte persone che non sanno dove andare per generare alternative e creatività.

Psicologia a Bologna