Come gestire clinicamente le Cefalee Primarie e quelle Secondarie a problemi di bocca

Come gestire clinicamente le Cefalee Primarie e quelle Secondarie a problemi di bocca

Editato da: Sharon Campolongo il 01/12/2021

I problemi legati alla malocclusione dentaria e dell’Articolazione Temporo-Mandibolare (ATM) stanno suscitando un crescente interesse: si è riscontrato che rivestono un ruolo non secondario anche nella patogenesi di molte Cefalee. Questo tema lo approfondiremo con il Dott. Edoardo Bernkopf, specialista in Odontoiatria, che opera a Roma, Parma e Vicenza

Quanti tipi di cefalea esistono?

Nella classificazione dell’International Headache Council (IHC) esistono due grandi gruppi di cefalee: quelle primarie e quelle secondarie. Le prime, dove sono classificate l’Emicrania e la Cefalea di Tipo Tensivo, cioè il 90% delle diagnosi formulate, sono prive di una causa conosciuta, mentre le seconde risultano essere il sintomo di altre condizioni patologiche. È proprio in quest’ultimo sottogruppo che troviamo le cefalee che derivano dalla bocca, ossia dalla malocclusione dentaria o dalle disfunzioni dell’ATM.

ragazza che ha mal di testa

Come avviene la diagnosi differenziale tra cefalee primarie e secondarie?

La diagnosi differenziale tra questi due gruppi di cefalee non è affatto facile, poiché le caratteristiche cliniche di una cefalea secondaria possono essere spesso molto simili a quelle di una primaria.

Nella Cefalea di Tipo Tensivo è molto importante considerare le condizioni psicofisiche del paziente: stati di ansia e stress vengono abitualmente considerati alla base del problema. In realtà qualunque causa di stress interessa anche la bocca, provocando ad esempio la tendenza a serrare le mascelle o a indurre il bruxismo, potenziali fattori di rischio anche per disfunzioni dell’Articolazioni Temporo Mandibolari, che a loro volta possono riverberare anche a livello psicologico, specie se il paziente non trova soluzione alla sintomatologia dolorosa che lamenta.

Anche nel caso dell’emicrania classica bisogna fare attenzione alla diagnosi, poiché a volte le disfunzioni dell’ATM possono provocare sintomi simili a quelli dell’aura che precede la crisi di emicrania come nausea, vomito, vertigini, “scintille” agli occhi.

Inoltre, se si riscontra una stessa conformazione anatomica occlusale (malocclusione dentaria) con malposizione mandibolare in più individui cefalalgici della stessa famiglia, la famigliarità potrebbe non essere legata alla patologia, ma alla simile conformazione della bocca, cosa assai frequente: pur essendo almeno in parte geneticamente determinata, la malocclusione dentaria può essere modificata con un adeguato trattamento ortodontico o protesico in tutta la famiglia.

A quale specialista bisognerebbe rivolgersi?

Lo specialista che tratta le cefalee è il Neurologo, ma per realizzare una diagnosi differenziale tra cefalee primarie e secondarie dovrebbero essere coinvolte anche altre figure specialistiche. In particolare, in caso di malocclusione dentaria e di disfunzione dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM), situazioni molto frequenti, che possono sostenere una cefalea, dovrebbe essere previsto il contributo di uno Gnatologo, ossia di un dentista specificamente esperto in queste problematiche. Tuttavia, ciò non accade quasi mai sia negli studi privati monospecialistici sia nei Centri di eccellenza per la cura delle cefalee.

Inoltre, anche la ricerca scientifica nel campo delle cefalee si dedica quasi esclusivamente alle cefalee primarie, senza approfondire le problematiche legate alla masticazione e all’ATM.

odontoiatra visita una paziente

Quali sono le criticità di questa patologia?

Una mancata diagnosi di una cefalea legata a problemi di bocca, può dipendere anche da alcuni fattori apparentemente secondari.

Prima di tutto, nella classificazione IHC si è riformulata la definizione di “cefalea muscolo-tensiva”, eliminando il prefisso “muscolo”. Quindi, in questo modo, questo tipo di cefalea è stata collocata tra le cefalee primarie, togliendo la possibilità di coinvolgere tutte le figure professionali capaci di agire sui muscoli, ed escludendo quindi anche i dentisti, che sanno trattare i grossi fasci muscolari della testa che partecipano alla masticazione: la Cefalea Tensiva si è così ristretta nella sola competenza neurologica.

Un altro fattore critico nella diagnosi differenziale tra cefalee primarie e cefalea secondaria alla malocclusione è dato dalla possibile evoluzione della patologia a seguito di trattamento. In altre parole, se uno Gnatologo ipotizza una cefalea dovuta a una malocclusione e la tratta, in caso di successo terapeutico, otterrà la conferma dell’ipotesi diagnostica, ma in caso di insuccesso dovrà proporre necessariamente un altro percorso diagnostico-terapeutico presso altri specialisti. 

Invece, se viene diagnosticata un’emicrania o una cefalea tensiva, l’insuccesso terapeutico non comporta l’immediata indicazione a cambiare ipotesi diagnostica, perché di queste cefalee primarie una vera guarigione non è di fatto ipotizzabile.

Di conseguenza, il paziente sarà convinto di soffrire di una patologia primaria particolarmente ostica al trattamento, senza che sia ipotizzato un errore diagnostico e il possibile ruolo patogenetico della sua bocca.

In conclusione, è fondamentale sottolineare che, in presenza di cefalea lo specialista di riferimento è il Neurologo, ma se i sintomi persistono, è necessario porsi il problema della diagnosi differenziale tra cefalea primaria e quella secondaria causata dalla bocca: il paziente dovrebbe richiedere anche la consulenza di un Dentista-Gnatologo esperto in questi argomenti.

Odontoiatria a Roma