Sapevi che la cefalea a grappolo non è una semplice emicrania? Il Dott. Piero De Carolis, esperto in Neurologia a Bologna, ci parla di questa condizione
Che cosa s’intende per cefalea a grappolo?
La cefalea a grappolo è caratterizzata da attacchi di dolore molto intenso, unilaterale, localizzato prevalentemente in sede orbitaria, retro-orbitaria, sovra-orbitaria e/o temporale, di durata compresa tra i 30 e i 180 minuti. Alla cefalea si associano i seguenti sintomi:
Un segno o sintomo vegetativo dallo stesso lato, come iniezione congiuntivale e/o lacrimazione, ostruzione nasale e/o rinorrea, edema palpebrale, sudorazione facciale e frontale, restringimento della pupilla e della palpebra;
- Irrequietezza o agitazione.
La frequenza degli attacchi è compresa tra 1 ogni 2 giorni e 8 attacchi al giorno, anche se mediamente si presenta con 1-3 attacchi quotidiani. L’aspetto tipico della varietà episodica è l’evoluzione “a grappoli”: ovvero ci sono dei periodi, compresi fra 7 giorni e un anno, con intervalli di almeno un mese, in cui gli attacchi di cefalea ricorrono quotidianamente o quasi. Circa il 10% di questi pazienti possono sviluppare una cefalea a grappolo cronica in cui gli attacchi sono presenti da più di un anno, in assenza di fasi di remissione o con periodi di remissione che durano meno di un mese. Rispetto all’emicrania, la cefalea a grappolo è molto più intensa. È relativamente rara, con una prevalenza inferiore all’1% e, nella maggioranza dei casi, colpisce il sesso maschile con rapporto maschi-femmine fino a 7:1.
Da cosa può essere causata?
La cefalea a grappolo è una cefalea primaria della quale non è nota la causa, ma si sa che si tratta di un disturbo causato da una disfunzione dell’ipotalamo posteriore. Questa struttura cerebrale è un vero e proprio orologio che regola i bioritmi e la sua disfunzione determina la particolare caratteristica ad orario e la stagionalità degli attacchi. La cefalea a grappolo deve essere distinta da forme secondarie nelle quali i sintomi sono dovuti a patologie locali, in genere oculari o dei seni paranasali. I fattori di rischio più noti sono l’assunzione di alcolici ed il fumo di sigaretta.
Quando bisogna rivolgersi ad uno specialista?
È raccomandabile rivolgersi ad uno specialista all’insorgenza dei primi attacchi o almeno dei primi periodi di “grappolo”. Va segnalato al riguardo che il ritardo diagnostico può causare sofferenze evitabili, in quanto i comuni analgesici non sono utili a controllare il dolore nella cefalea a grappolo.
La diagnosi, da parte dello specialista, è basata sulla clinica e in certi casi ci si può avvalere di esami paraclinici quali la TC o la RM cerebrale.
Cefalea a grappolo: cosa prevede la terapia?
I trattamenti della cefalea a grappolo si dividono in farmaci di profilassi che servono per bloccare il grappolo, che vengono iniziati all’esordio degli attacchi e proseguiti fino ad alcune settimane dopo la cessazione degli attacchi. Da notare che la profilassi viene instaurata dopo l’inizio degli attacchi, in quanto non esiste una terapia né farmacologica, né alternativa che previene i grappoli.
Per abortire il singolo attacco vengono utilizzati vasocostrittori per via sottocutanea o la somministrazione di ossigeno per via inalatoria. Come norma di comportamento è necessario astenersi dalla assunzione di alcolici nel periodo di attacchi.