Cuffia dei rotatori: tutti i trattamenti per curarla

Autore: Dott. Mario Morbidi
Pubblicato: | Aggiornato: 13/04/2023
Editor: Jennifer Verta

Le lesioni alla cuffia dei rotatori sono spesso il risultato dell’usura dell’articolazione della spalla per sforzi eccessivi e prolungati attraverso attività lavorative manuali o sport. Per trattarle esistono oggi diverse soluzioni, in base al tipo di problematica. Ce le illustra il Dott. Mario Morbidi, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Roma e uno tra i primi in Italia ad eseguire interventi di artroscopia per risolvere lesioni ai legamenti della spalla

Come si sviluppano le patologie a carico della spalla?

L’articolazione della spalla è una struttura complessa formata da tendini (sovraspinoso, infraspinato e piccolo rotondo) che si inseriscono sul trochide dell’omero. Quando la spalla è sottoposta a particolari traumi per un periodo prolungato, un processo di usura a carico dei tendini inclusi tra l’omero, l’acromion e il legamento coraco-acromiale possono svilupparsi con non poche conseguenze. A causa di questo processo degenerativo la cuffia della spalla può infatti essere lesionata o andare incontro a una vera e propria rottura. Alcuni sport, tra cui il tennis, specialmente se praticato dopo i 40 anni, possono sollecitare eccessivamente la spalla e provocare dolore e difficoltà di movimento, o nel peggiore dei casi addirittura rigidità.

Come si esegue la diagnosi?

La diagnosi si effettua in un primo momento attraverso un’anamnesi ed un esame obiettivo da parte dell’ortopedico nel quale si valuteranno la storia clinica ed i sintomi di cui soffre il paziente. In seguito lo specialista eseguirà diverse indagini strumentali tra cui un’ecografia, una radiografia ed una risonanza magnetica per individuare eventuali lesioni tendinee.

 

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Quali tecniche si utilizzano per curare la cuffia dei rotatori?

L’intervento chirurgico non si rende necessario per ogni tipo di lesione alla spalla, qualora invece esista la necessità di operare, sarà da decidere quale tipologia di intervento sarà più opportuna. La scelta può ricadere su due tipologie di intervento: l’artroscopia e l’artroscopia associata a “mini-open”.

La prima tipologia, essendo completamente artroscopica, permette un recupero post-operatorio più veloce, con meno possibilità di infezioni e cicatrici minime. La tecnica “mini-open”, al contrario, esponendo l’area da trattare, è in grado di andare a intervenire ove necessario, con precisione e rapidità.

Generalmente, in caso di lesioni parziali o recenti si tende a utilizzare la tecnica puramente artroscopica, mentre per problematiche più complesse che coinvolgono tendini retratti si associa la tecnica “mini open”.

Esistono nuove tecniche per curare la cuffia dei rotatori?

L’idea che si sta facendo strada negli ultimi anni consiste nel favorire la rigenerazione del tendine usurato al fine di ripristinare la sua resistenza. Per fare ciò si ricorre al prelievo e all’innesto di materiale biologico sul tendine danneggiato. I risultati fino ad ora ottenuti tramite questa tipologia di intervento sono più che soddisfacenti e la ricerca per il miglioramento è continua.

 

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Dott. Mario Morbidi
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