I disturbi d’ansia perinatali fanno riferimento a manifestazioni psicopatologiche ansiose che si manifestano nell’arco temporale tra l'inizio della gravidanza e il termine del primo anno di vita del bambino, arrivando ad interessare fino al 30% delle donne in gravidanza e il 20-25% nel post-partum con una variabilità di intensità, con livelli più elevati nel primo e nel terzo trimestre rispetto al secondo. Ce ne parla in questo articolo il Prof. Paolo Brambilla, specialista in Psichiatria, Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e Psicoterapia a Milano
Fattori di rischio
I fattori di rischio da tenere in considerazione sono fattori di vulnerabilità individuali predisponenti, sia personali (anamnesi positiva per disturbi ansiosi o psicopatologia nel peripartum) che ambientali; fattori scatenanti che si manifestano nel periodo perinatale (eventi stressanti); fattori socio-culturali; fattori aggravanti e di mantenimento (difficoltà relazionali con il partner, mancanza di supporto familiare/sociale, gravidanza non desiderata o non programmata, uso di sostanze psicoattive); fattori ormonali (storia di sindrome premestruale o di disturbo disforico premestruale) e biologici (patologia medica tiroidea, diabete).
Tipologie più frequenti
I disturbi d’ansia più frequenti nel periodo perinatale risultano essere il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo di panico e le fobie specifiche.
- Il disturbo d'ansia generalizzato in gravidanza viene in genere diagnosticato laddove si presentino ansia e preoccupazioni eccessive rispetto a eventi e attività quotidiane in modo continuativo per almeno 1 mese. Questo disturbo di caratterizza per preoccupazioni, timori e ansie eccessive in relazione allo stato gestazionale e a tutto ciò che riguarda il bambino, tali da interferire con il funzionamento quotidiano della donna. Distinguere i normali problemi legati alla gravidanza, come l’affaticabilità, le difficoltà di concentrazione, la tensione, una maggior irritabilità o le alterazioni del profilo ipnico, dalla preoccupazione patologica, in particolare nelle donne primipare durante il primo trimestre, può essere comunque difficile. Ha una prevalenza che varia dal 8.5 al 10.5%, soprattutto nel primo trimestre, che si riduce a 4.4-10.8% nel periodo dopo il parto. Fattori di rischio specifici risultano essere l'aver già sofferto di disturbo d’ansia generalizzato in precedenza, eventi di vita stressanti, storia di abuso, scarso supporto sociale e basso livello di istruzione.
- Il disturbo di panico, ha una prevalenza simile in corso di gravidanza e nel post-partum, del 1.3-2%. La sintomatologia con cui si esprime è simile a quella che caratterizza il disturbo con esordio in altri periodi della vita adulta. Risulta spesso in comorbidità con un disturbo depressivo, con una predisposizione ad insorgere in modo transitorio verso il secondo trimestre di gravidanza, in corrispondenza delle maggiori modificazioni fisiche della donna. La presenza del disturbo di panico in gravidanza o una precedente storia personale o familiare, sembrano rappresentare un fattore fortemente predittivo per la manifestazione di depressione post-partum, soprattutto dopo la 32esima settimana.
- Con "fobie specifiche della gravidanza" si intende, invece, un quadro clinico caratterizzato da paure e preoccupazioni legate alla propria condizione gestazionale. Le fobie possono essere relative al bambino (stato di salute e benessere, handicap mentali e/o fisici) o relative alla madre (stato di salute, cambiamenti nell'aspetto fisico, parto, ricovero in ospedale, essere una madre adeguata, essere in grado di occuparsi del bambino, ricevere supporto sociale). In particolare, la paura del parto, detta tocofobia, si manifesta nel 6-10% delle donne gravide, in maniera così intensa da divenire invalidante. Presenta sintomatologia di tipo fobico, con ansia specifica per il parto o la paura di morire durante il parto, che spingono la donna ad evitare il più possibile l’evento, con richiesta di essere sottoposta a cesareo per evitare il parto fisiologico, o interruzione di gravidanza volontaria.
Considerando le implicazioni che i disturbi dello spettro ansioso durante la gravidanza possono avere sulla salute ed il benessere della donna, risulta evidente la necessità di un’efficace e precoce identificazione dei disturbi d’ansia nel periodo perinatale.
Trattamento
Durante la gravidanza e il periodo perinatale, la gestione dei disturbi psichiatrici richiede un'attenta valutazione considerando diversi fattori, inclusi l'andamento e la gravità dei disturbi, l'uso di farmaci, e la sicurezza per il feto. L'uso di psicofarmaci deve essere valutato attentamente, privilegiando farmaci sicuri e minimizzando i rischi per il bambino. Nei casi meno gravi, si preferisce spesso l'utilizzo di terapie non farmacologiche come la psicoterapia e l'educazione psicologica, considerando anche il coinvolgimento dei partner o della famiglia.