Disturbo bipolare: cosa fare?

Pubblicato il: 14/12/2023 Editato da: Sharon Campolongo il 14/12/2023

Il disturbo bipolare è una patologia psichiatrica complessa ed è caratterizzato dall’alternanza di stati di umore opposti nel corso del tempo: depressione e mania si alternano infatti nel corso della vita dell’individuo. Le fasi depressive tendono a durare più a lungo di quelle maniacali e il passaggio da una fase all’altra può essere rapida, lenta o intervallata da un periodo di umore “normale”. È una malattia psichiatrica rara che colpisce l’1%-2% della popolazione generale, in Italia dovrebbe colpire circa 1 milione di persone. Scopriamo meglio nel seguente articolo da cosa è dovuta e come trattare tale condizione

Quali sono le cause del disturbo bipolare?

L’eziopatogenesi è complessa: si ritiene che fattori genetici, biologici, psicosociali e biochimici favoriscano lo sviluppo del disturbo. Il ruolo dell’ereditarietà è dimostrata, poiché una storia familiare positiva per il disturbo bipolare (soprattutto se ad essere ammalato è un parente stretto) aumenta il rischio di più di 10 volte di ammalarsi di questo disturbo.

Inoltre, diversi autori hanno ipotizzato che vi sia un nesso causale tra trauma infantile e il disturbo, poiché il trauma influenza negativamente lo sviluppo cerebrale e il sistema neurobiologico, portando alla disregolazione emotiva ed impulsività.

Il periodo di esordio va dall’adolescenza fino al trentesimo decennio di vita.

Come si manifesta?

Per potere diagnosticare il disturbo bipolare il DSM 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) definisce dei criteri specifici e lo suddivide in:

  • Disturbo bipolare di tipo I
  • Disturbo bipolare di tipo II
  • Ciclotimia
  • Disturbo bipolare indotto da sostanze

Nel disturbo bipolare coesistono 2 fasi, quelli maniacale e quella ipomaniacale.

ragazze di spalle che si supportano

La fase maniacale si manifesta con iperattività molto marcata (quasi caotica), umore alquanto elevato con sensazione di onnipotenza e da eccessivo ottimismo. L’energia in questa fase è percepita talmente alta che, spesso, non si sente la necessità di mangiare o di dormire e si rischia di arrivare al punto di mettere in atto comportamenti impulsivi come azioni pericolose o spese eccessive, perdendo pertanto la capacità di valutare le conseguenze. Infatti, sono frequenti in questa fase disturbi del controllo degli impulsi, tra cui shopping compulsivo o gioco da azzardo.

La fase ipomaniacale è caratterizzata da un umore molto basso, una tristezza generale per la maggior parte del giorno e una percezione che niente sia più in grado di piacere come una volta. Di conseguenza, in questa fase il sonno e l’appetito possono risultare alterati così come la capacità di concentrazione e la memoria possono essere ridotti. Da notare che non è raro che durante questa fase le persone affette da disturbo bipolare pensino ricorrentemente al suicidio.

Come trattare il disturbo bipolare?

La cura del disturbo bipolare è basata principalmente sulla farmacoterapia con farmaci stabilizzanti dell’umore e antidepressivi come SSRI o triciclici. Il litio è uno stabilizzatore dell’umore usato per il trattamento della mania in fase acuta, ma serve per la prevenzione di entrambe le crisi sia maniacali che depressive.

Altri farmaci come antipsicotici o neurolettici o benzodiazepine sono usati nella fase acuta della mania.

Oltre alla farmacoterapia le ricerche scientifiche hanno dimostrato che associando una psicoterapia, meglio se di orientamento cognitivo comportamentale, si ottiene una maggiore stabilità dell’umore. La psicoterapia cognitivo comportamentale si basa essenzialmente sulla psicoeducazione del disturbo, alle varie fasi e alla capacità di riconoscere i sintomi iniziali per impedire il precipitare della situazione, all’aderenza alla terapia farmacologica, utilizzando schede di automonitoraggio di sonno ed umore. Inoltre, si utilizzano le tecniche comportamentali come il problem solving e il lavoro sulle credenze di base per imparare strategie più efficaci per affrontare le difficoltà quotidiane.

Di certo vivere con una persona che ha il disturbo bipolare può causare tensioni in casa e notevole stress, poiché oltre a dover affrontare i problemi connessi ai sintomi della malattia i famigliari devono lottare con sentimenti di impotenza, paura e talvolta anche rabbia. Tutto questo può causare grossi problemi di relazione. Il primo passo è l’accettazione da parte della famiglia della malattia e delle difficoltà conseguenti: è fondamentale ricordare che il disturbo bipolare non è colpa di nessuno e pertanto lavorare sull’accettazione del disturbo che implica in maniera disfunzionale che le cose non possano più essere “normali”. Pertanto, è importante coinvolgere ed informare i famigliari dando loro aspettative realistiche relativamente al disturbo affinché, al tempo stesso, i famigliari possano fornire supporto al proprio caro.

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