L’eziologia della diverticolosi del colon è multifattoriale, è molto diffusa nella popolazione dei paesi occidentali, sia maschile che femminile, aumentando d’incidenza con l’aumentare dell’età da circa il 10% nella quarta decade, fino a superare l’incidenza del 70% nella settima decade. Per approfondire l’argomento, abbiamo intervistato il prof. Massimo Chiaretti, (specializzato in Chirurgia Generale, specialista in Scienza dell’Alimentazione, medico Ricercatore, Azienda Ospedaliera Universitaria “Policlinico Umberto I”, Sapienza Università di Roma) con il quale abbiamo discusso il tema della Nutrizione Clinica nel paziente con “Malattia Diverticolare” (o diverticolosi).
Cosa sono i diverticoli?
I diverticoli sono estroflessioni digitiformi (come dita di un guanto) consistenti in erniazioni di mucosa e sottomucosa che si inoltrano dal lume intestinale, attraverso le fibre muscolari degli strati circolare e longitudinale fino ad affiorare al rivestimento esterno (sierosa o peritoneo viscerale). Queste estroflessioni si osservano dove i vasi (provenienti e diretti al mesocolon), penetrano nella parete colica formando delle zone di “debolezza strutturale” della parete intestinale. Hanno l’aspetto di un piccolo sacchetto e sono più frequentemente localizzati nel grosso intestino (colon).
Quali le cause della malattia?
La diverticolosi può essere correlata a una predisposizione congenita (per un difetto strutturale del collagene), insieme all’alimentazione inadatta che ha pesanti implicazioni. Infatti, la dieta costituita esclusivamente da proteine animali (carni, insaccati, formaggi), povera o priva di fibre vegetali (verdura a foglia larga e frutta), scarsa ed irregolare assunzione di acqua ma sempre e solo di bevande frequentissimamente gassate e zuccherate, determinano la costituzione di masse fecali insufficienti ai fini della propulsione intestinale. Le feci ristagnano nell’intestino, a livello colico sono compattate e disidratate aumentando di consistenza. Il contenuto intestinale, esposto all’azione dei batteri, fermenta con produzione di gas. Il conseguente aumento della pressione all’interno del lume intestinale produce un incremento di tensione sulla parete colica che non favorisce la progressione di feci dure. Questo concorso di cause può determinare la lenta, progressiva formazione dei diverticoli che inizialmente non sono sintomatici.
Prevenire la formazione dei diverticoli: consigli nutrizionali
Questa è senz’altro la partenza giusta per iniziare ad adottare per tutta la famiglia, una dieta adeguata (per quantità e qualità), variata (contenente tutti i nutrienti), equilibrata nei rapporti e nelle frequenze.
Partiamo dall’aumentare il consumo di fibre vegetali: – prodotti a base di cereali integrali (pane, fette biscottate, biscotti), soprattutto a colazione.
– 2/3 porzioni di verdura ogni giorno: l’utilità delle varietà più ricche di fibre (importantissime per la capacità di trattenere le feci morbide, pastose, umide e di massa sufficiente a stimolare la peristalsi intestinale. Le verdure interessanti a questo scopo sono cicoria, bieta, spinaci, agretti, asparagi, cavolfiore, carciofi, funghi, broccoli, melanzane.
– due, tre porzioni al giorno di frutta, mela, arancio, pera, e cocomero sono tra le varietà in grado di trattenere maggiori quantità di acqua.
I legumi (fagioli, ceci, lenticchie, fave, piselli) sono consigliabili non oltre due volte a settimana, preferibilmente passati per evitare un eccessivo sviluppo di gas intestinale.
Come deve essere il consumo di fibre vegetali?
Il consumo deve essere graduale per evitare o attenuare la tensione addominale talora provocata dal brusco aumento dell’assunzione di questi cibi. Oltre che dagli alimenti, la fibra può essere assunta tramite integratori dietetici, per esempio crusca, gelatina di psillio. Questi prodotti vanno però assunti sempre insieme a quantità adeguata di acqua e lontano dai pasti, per evitare l’interferenza con l’assorbimento di altri nutrienti importanti come ferro, calcio e vitamine.
Importanza dell’acqua nella dieta
L’azione delle fibre vegetali è strettamente legata all’acqua, è quindi indispensabile che la dieta sia accompagnata dall’assunzione di circa 2 litri di liquidi – al giorno – sotto forma essenzialmente di acqua, preferibilmente lontano dai pasti. Oltre all’acqua può essere utile – ma senza eccedere – assumere tè, tisane, brodo vegetale, succhi e spremute di frutta. Se si beve acqua minerale è opportuno controllare sull’etichetta il contenuto di sodio, che non dovrebbe mai superare i 20 mg per litro. Inoltre, l’acqua gassata può provocare acidità di stomaco e formazione di gas intestinale.
Cosa evitare assolutamente nella dieta?
Per prevenire la malattia diverticolare, è fondamentale evitare di assumere alimenti contenenti semi perché i semi possono entrare nel diverticolo e provocare l’infiammazione, la diverticolite, il sanguinamento e/o la perforazione intestinale. Quindi i portatori devono astenersi dall’assunzione di: pomodoro, zucchina, peperone, fichi, kiwi, fragole, frutta secca, frutti di bosco.
Consigli di stile di vita
Per prevenire la malattia diverticolare, sono di grande importanza: – evitare una vita troppo sedentaria e impegnarsi nello svolgere attività fisica;
– mantenere un ritmo alimentare equilibrato, non saltare i pasti principali alternandoli con piccoli spuntini (uno a metà mattinata e uno a metà pomeriggio per non arrivare ai pasti principali troppo affamati);
– moderare il consumo di cane (all’adulto 1 volta a settimana può bastare) e di cibi troppo raffinati o sofisticati.
– modificare la propria alimentazione sempre in maniera graduale soprattutto per quanto riguarda l’aumento delle fibre.
– non interrompere la dieta se compaiono gonfiore alla pancia, meteorismo o flatulenza, perché in genere questi disturbi si risolvono in poco tempo.
Testo rieditato a partire dall'articolo a c. di Roberto Scenna Biagioli e pubblicato per SalutePiù, NOVEMBRE-DICEMBRE 2024, pp. 10-11