Emicrania cronica: una malattia invalidante

Emicrania cronica: una malattia invalidante

Editato da: Marta Buonomano il 02/12/2019

In quali casi si può parlare di emicrania cronica e cosa si può fare per affrontare questa condizione? Ce lo spiega il nostro esperto in Neurologia a Bologna, il Dott. Piero De Carolis

Che cosa s’intende per emicrania cronica e in cosa si differenzia dalla classica emicrania?

donna con mal di testaQuando una persona che ha una storia di mal di testa da anni, con attacchi a frequenza episodica con dolore intenso, pulsante, associato a nausea e fastidio per la luce ed il rumore (quindi quel tipo di mal di testa che è l’emicrania), inizia ad avere un mal di testa che è uguale ai soliti, ma più di 15 volte al mese da oltre 3 mesi, si tratta di emicrania cronica. Da segnalare che nell’emicrania cronica, oltre agli attacchi emicranici, può essere presente anche un dolore subcontinuo con caratteristiche diverse, più moderato, gravativo e diffuso che si definisce “cefalea tensionale” e che contribuisce alla cronicizzazione del dolore ed alla sofferenza del paziente. L’emicrania anche nella sua forma cronica è una cefalea primaria, cioè una forma di mal testa che non dipende da lesioni o malattie del cervello e non richiede accertamenti neuroradiologici (TC o RM cerebrali), ma necessita di una valutazione da parte di un neurologo esperto nella cura delle cefalee, sia per una diagnosi differenziale adeguata che per una terapia appropriata.

L’emicrania cronica può essere causata dall’assunzione eccessiva di farmaci?

Una forma particolare, frequente, di emicrania cronica è quella con iperuso di farmaci per calmare il dolore. L’iperuso di questi farmaci si ha quando una persona, per curare il proprio mal di testa, assume calmanti del dolore oltre 15 volte al mese, praticamente quasi tutti i giorni, da almeno tre mesi. L’iperuso di farmaci per calmare il dolore non solo è dannoso per l’organismo, ma è causa stessa della cronicizzazione del dolore.

È una forma di cefalea molto comune?

La cefalea cronica è frequente. Studi epidemiologici suggeriscono che nel nostro Paese il 3,8% della popolazione generale (circa 2,3 milioni di persone) soffre di cefalee croniche. Tra le cefalee croniche disabilitanti, la cefalea con iperuso di farmaci (che in gran parte si tratta di emicrania cronica) ha una prevalenza che arriva fino al 2% della popolazione generale e in Italia si aggira intorno all’1,4%. Colpisce soprattutto donne nella fascia di età tra 30 e 55 anni e vede tra i farmaci più frequentemente oggetto di abuso i comuni analgesici.

Come influisce nella vita di chi ne soffre e che cosa si può fare?

donna in visita da un medicoDiversi studi hanno confrontato il livello di disabilità fra emicrania episodica ed emicrania cronica, dimostrando una frequenza circa doppia di giorni di lavoro o scuola persi, circa tripla di ridotta capacità lavorativa e di giorni di attività domestiche persi. Il più elevato tasso di disabilità dell’emicrania cronica rispetto alla forma episodica si ripercuote anche sugli aspetti socio-economici, in particolare reddito familiare, tasso di occupazione e tasso di invalidità per patologia. Per trattare l’emicrania cronica è necessario un approccio multidimensionale, vale a dire non solo farmacologico con disassuefazione all’iperuso di analgesici, se presente, ma anche di modifica degli stili di vita con abolizione dei fattori scatenanti l’emicrania. In tal senso, la alleanza terapeutica tra paziente e medico è un determinante fondamentale per il risultato della cura.

Neurologia a Bologna