Esplorando la Nevrosi d'angoscia attraverso gli occhi di Freud

Pubblicato il: 09/01/2024 Editato da: Veronica Renzi il 09/01/2024

Iniziamo il nostro viaggio nell'affascinante mondo della nevrosi d'angoscia attraverso gli scritti di Sigmund Freud. Nel suo caso clinico di Katharina, presente nel primo volume delle Opere a pagina 280, Freud introduce un sintomo che si innesta profondamente nella nevrosi d'angoscia. La sua analisi, svolta nei primi anni del '900, sottolinea la legittimità di separare questa forma specifica di nevrosi dalla nevrastenia

La sintomatologia della Nevrosi d'angoscia

Irritabilità generica: un sintomo chiave è l'irritabilità, segno di un accumulo crescente di eccitamento. Freud evidenzia l'associazione con l'iperestesia uditiva, un'ipersensibilità ai rumori, spesso accompagnata da insonnia, elemento distintivo della nevrosi d'angoscia.

Attesa angosciosa: Freud illustra questo sintomo con esempi concreti, come la moglie che anticipa tragedie al minimo segnale di malattia. Questa attesa va oltre una visione pessimistica normale, sfociando in forme come l'ipocondria e l'angoscia morale.

Attacco d'angoscia: l'ansia costante può sfociare in attacchi improvvisi, spesso accompagnati da sintomi organici. Freud descrive il soggetto che lamenta "crampi al cuore" o "fame d'aria", collocando l'angoscia in secondo piano e definendola come malessere o "vago senso di disagio".

Attacchi d'angoscia rudimentali: accanto agli attacchi principali, vi sono attacchi più subdoli e larvati, spesso sottovalutati. Questi includono palpitazioni cardiache, dispnea nervosa, accessi di sudorazione, tremori, e altre manifestazioni, tutti con significato equivalente all'attacco d'angoscia.

Sintomi notturni e vertigini: sbalzi notturni per spaventi e vertigini assumono un ruolo di rilievo. Le fobie associate all'attesa angosciosa e alle vertigini si manifestano in forme come la paura delle altezze, dei precipizi e della locomozione spazio-temporale.

Disturbi dell'attività digestiva e parestesie: vomito, nausea, fame lupina, e altri disturbi gastrointestinali si aggiungono al quadro sintomatologico. Le parestesie e dolori muscolari, afferma Freud, spesso derivano dall'eccesso di vertigine o dall'attacco d'angoscia.

Cause della nevrosi d'angoscia

Freud individua fattori etiologici nella vita sessuale, con una particolare suddivisione tra i sessi. Nei soggetti femminili, possono derivare da esperienze come la scoperta repentina della sessualità o il periodo climaterico. Negli uomini, invece, le cause possono includere astinenza deliberata, eccitazione frustrata e problemi legati all'età.

Il terrore del vuoto e le vertigini

Un elemento distintivo nella nevrosi d'angoscia è la vertigine, un sintomo complesso che assume diverse forme. Freud delinea una vertigine non come rotatoria, ma come una sensazione di barcollamento e mancanza di coordinazione. Questa vertigine, definita come "locomotoria", si manifesta con una sensazione di prostrazione, gambe tremolanti e una profonda sensazione di impossibilità nel rimanere in piedi. Tale sintomo può persino sfociare in uno svenimento profondo.

Il meccanismo di insoddisfazione, delineato da Freud, offre uno sguardo approfondito su questa complessa condizione. Nella nostra esplorazione, abbiamo anche toccato la delicatezza di trattare i sintomi come manifestazioni complesse di conflitti interni, invitando alla riflessione prima di una soluzione affrettata.

Il vuoto

Che il vuoto, da colmare, da riempire, sia una paura che riguarda molti soggetti è nell’esperienza di tutti; che le altezze, le vette, gli strapiombi tolgano il fiato, lascino sgomenti e allibiti è anche questa una verità da tutti provata. Queste forze, unite alle innate spinte umane e alle dinamiche naturali per la sopravvivenza e il soddisfacimento dei desideri, generano conflitti contro cui il soggetto deve difendersi. Purtroppo, la difesa da parte del soggetto non sempre è efficace, trasformando le contromisure adottate in una dura autocritica. Non si abbia quindi fretta nel risolvere i propri conflitti e nel lenire i propri sintomi.

Psicologia a Villafranca d'Asti

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