Fibromialgia: cos'è e come trattarla

Fibromialgia: cos'è e come trattarla

Editato da: Antonietta Rizzotti il 30/03/2023

Nella cura della fibromialgia è molto importante il rapporto di fiducia che si instaura tra medico e paziente. Il Prof. Lorenzo Altomonte, esperto di Reumatologia a Roma, ci parla nel dettaglio di questa patologia

Cos’è la fibromialgia?

La Fibromialgia è una sindrome caratterizzata da dolore cronico generalizzato a livello dei muscoli, legamenti e tendini, associato al riscontro di dolore in numerosi punti ipersensibili a livello dei tessuti molli (“Tender points”). La sua prevalenza è circa il 2% della popolazione generale ed è dalle quattro alle otto volte più frequente nel sesso femminile rispetto a quello maschile. In Italia si calcola che i pazienti affetti da tale patologia siano oltre un milione. Accanto alla Fibromialgia cosiddetta primitiva, esistono numerose patologie con una Fibromialgia secondaria o associata, come Lupus Eritematoso Sistemico (LES), Artrite Reumatoide, Sindrome di Sjogren, Tubercolosi, AIDS, ipotiroidismo, ipopituitarismo e Sepsi.

Quali sono le cause della fibromialgia?

Le cause della fibromialgia sono ancora sostanzialmente sconosciute, ma esistono molte teorie patogenetiche: psichiatriche, muscolari, neurologiche, genetiche, neuroendocrine, correlate al sesso femminile, correlate ad alterazione dei neurotrasmettitori ed immunologiche.

Come si esegue la diagnosi di una fibromialgia?

La clinica è caratterizzata da una anamnesi di dolore cronico generalizzato alle articolazioni e ai tessuti, stanchezza cronica e numerosi altri sintomi dati dai movimenti associati e da una obbiettività caratterizzata dal dolore di almeno 11 dei 18 tessuti molli, con netta riduzione della soglia del dolore. Per la diagnosi sono fondamentali l’anamnesi e l’esame obiettivo. Di nessuna utilità sono i comuni esami di laboratorio, come gli esami strumentali e radiologici, ma a volte possono aiutare ad identificare le forme associate o secondarie. La diagnosi differenziale deve prendere in considerazione le sindromi dolorose miofasciali, le spondilontesoartriti sieronegative, le miositi primitive e secondarie, gli effetti di alcuni farmaci, la polimialgia reumatica, le neoplasie occulte o metastatizzate, i disordini neuromuscolari, il diabete scompensato e le porfirie. La prognosi è spesso severa per quanto riguarda la salute in quanto spesso si raggiungono gradi significativi di disabilità familiare e lavorativa.

Come viene trattata la fibromialgia?

La terapia della fibromialgia mira ad ottenere una riduzione del dolore centrale e periferica, a migliorare i disturbi del sonno, a migliorare i disturbi dell’umore (ansia e depressione), ad aumentare il flusso sanguigno, ad indurre rilassamento muscolare e ad aumentare il flusso sanguigno ai muscoli ed ai tessuti superficiali. A questo scopo è possibile usare presidi farmacologici (antidepressivi, oppioidi, antiepilettici, benzodiazepine miorilassanti, farmaci anti-infiammatori non steroidei, cortisonici) o non farmacologici (fitness cardiovascolare, biofeedback, ipnoterapia, agopuntura, terapia cognitivo-comportamentale, ginnastica a corpo libero). Rimane sempre fondamentale, infine, l’educazione del paziente e l’instaurazione di un rapporto di fiducia col medico, che spesso rappresenta in molti casi la via per un deciso miglioramento.

Reumatologia a Roma