Fibromialgia o sindrome da sensibilità centrale (parte 1)

Autore: Prof.ssa Marianna Meroni
Pubblicato: | Aggiornato: 11/08/2023
Editor: Serena Silvia Ponso

Come ci spiega la nostra esperta in Reumatologia e Allergologia, la Prof.ssa Marianna Meroni, la sindrome della sensibilità centrale (SSC) costituisce una nuova entità nosologica all’interno della medicina moderna che comprende una serie di fenomeni cronici con caratteristiche comuni. Fu scoperta dal Dr. Yunus nel 1994 e da allora viene adottato tale termine. Approfondiamo l’argomento con questo articolo

Oltre alla fibromialgia, quali patologie include la sindrome da sensibilità centrale?

All’interno della SSC sono compresi: fibromialgia, affaticamento cronico, colon irritabile, sindrome dell’articolazione temporo-mandibolare, emicrania o cefalea tensiva, sindrome da vescica iperattiva e sensibilità chimica multipla.

Quali potrebbero essere le cause della sindrome della sensibilità centrale?

Questa sindrome si manifesta in seguito a uno squilibrio a livello del sistema nervoso centrale, immunologico ed endocrino. Tutt’ora le cause di tale squilibrio sono ignote, ma si sa che esiste un’ipersensibilità sia dei neuroni del sistema nervoso centrale che dell’apparato immunologico. Si sospetta che l’inizio del quadro patologico sia favorito da stress, alcune tipologie di allergia o squilibri ormonali. Inoltre, si pensa che lo sviluppo di questo processo, sempre più frequente tra la popolazione, sia associato allo stile di vita di ciascun paziente e alla sua mancanza di adattamento a questo tipo di disturbo.

Risulta difficile la diagnosi relativa alla sindrome della sensibilità centrale?

La diagnosi legata alla sindrome della sensibilità centrale risulta problematica poiché alcuni pazienti presentano sintomi differenti e si rivolgono a diversi specialisti: al neurologo per il mal di testa, al gastroenterologo per i sintomi legati alla digestione e al reumatologo per dolori muscolari e stanchezza.

Ciascun medico si occupa della propria specialità senza indagare sugli altri sintomi, aspetto che complica la diagnosi poiché non è possibile ottenere un quadro clinico generale del paziente. Attualmente la diagnosi segue i sintomi che presenta ciascun paziente, avvalorata da esami fisici specifici come l’analisi della sensibilità cellulare a sostanze chimiche o alimenti. Inoltre, in maniera analoga vengono sfruttate tecniche come termografia, calorimetria o studio del danno cellulare, utili per monitorare l’evoluzione della patologia.

Prof.ssa Marianna Meroni
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