Gli adolescenti di oggi non sono più come quelli di una volta… o forse sì!

Gli adolescenti di oggi non sono più come quelli di una volta… o forse sì!

Editato da: Alice Cattelan il 24/04/2023

L’Adolescenza è una fase del ciclo della vita che richiede approcci diagnostici, valutativi e clinici specifici. Ne parliamo in questo articolo con la Dott.ssa Anna Guiducci, specialista in Psicoterapia dell’età evolutiva e degli adulti

L’adolescenza oggi

Gli adolescenti odierni non sono più trasgressivi, sanno benissimo di non essere onnipotenti, si sono responsabilizzati davanti ad adulti confusi, fragili, pieni di contraddizioni. Attualmente diventa necessario esplorare le trasformazioni che il periodo adolescenziale ha subito nel tempo affrontando le principali sfide che si possono incontrare come genitori, insegnanti e terapeuti.

Gli adolescenti di oggi si possono considerare profondamente diversi dagli adolescenti del passato, in gran parte a causa dell’avvento dei social-network; nonostante questo, i conflitti e i paradossi che emergono a questa età, già individuati da Winnicott nel 1965 (“Sviluppo affettivo ed ambiente”), si presentano allo stesso modo.

La mobilità e la fluidità di un’epoca umana, più di altre caratterizzata da incertezza e instabilità psichica, corporea e relazionale, costringono psicologi e psicoterapeuti a muoversi con cautela rispetto al riconoscimento delle situazioni psicopatologiche a rischio: ansia, gesti autolesivi, problemi alimentari, aggressività, antisocialità, insuccesso scolastico, ritiro sociale, dipendenze da sostanze o da internet…
L’adolescente che non riesce ad esprimere la propria sofferenza comunica il proprio dolore attraverso sintomi, a volte opachi, e quindi difficili da decodificare, altre volte più evidenti come nel caso degli “agiti” (cioè l’espressione dei propri conflitti emotivi attraverso l’azione piuttosto che attraverso il linguaggio).     

Comprendere e dare senso a queste manifestazioni non è un’operazione semplice

È importante utilizzare lenti interpretative, modelli educativi, metodi di consultazione e modelli di presa in carico sintonici con un periodo della vita umana più di altri caratterizzato da mobilità, incertezza e instabilità.
Nella società odierna si riscontra, dal punto di vista psicologico, una capacità ridotta di capire chi si ha di fronte, e questo è dovuto ad un aspetto di individualismo molto spiccato, ma anche ad una sorta di fragilità negli adulti per cui è molto difficile per loro identificarsi con chi hanno di fronte, in questo caso con gli adolescenti.

Il rischio è che per affrontare le problematiche che gli adolescenti presentano, si mettono in campo comportamenti stereotipati, mossi per lo più dalle proprie esigenze, che fanno sentire di aver fatto qualcosa di autorevole, piuttosto che identificarsi veramente con il funzionamento psichico dei ragazzi e quindi si arriva a guardare gli adolescenti ma senza vederli veramente.

Come esprimono le difficoltà gli adolescenti odierni?

Soprattutto dopo la pandemia e il conseguente lockdown si è verificato un aumento di modalità di esprimere la sofferenza che passano attraverso l’attacco al proprio corpo. Non bisogna pensare che il disagio dei ragazzi sia diverso rispetto al passato, è sempre lo stesso solo che è stato esacerbato, e il corpo è diventato espressione del disagio.
Un ulteriore aspetto nell’adolescenza odierna è l’utilizzo di internet che è diventato un modo per riprendersi uno spazio e ritornare protagonisti, rispetto all’isolamento dei tempi della pandemia.

Collegato a tutto questo è il sentimento della vergogna, che caratterizza l’adolescente odierno: la vergogna per non essere popolari, per il sentirsi inadeguati, può portare a sparire dalle scene, ed internet può essere la modalità per riprendersi popolarità e visibilità mettendo in rete bravate anche drammatiche.

In questo scenario diventa importante approfondire le difficoltà dei figli riformulando le problematiche. quindi cominciare a pensare in modo diverso al dolore psichico che l'adolescente esprime non confondendolo con il "menefreghismo". Spesso l'apparente disinteresse e disinvestimento nei confronti della vita reale non è altro che un modo di anestetizzare un dolore troppo intenso dovuto alla percezione della propria inadeguatezza.

In ultima analisi bisogna imparare a sintonizzarsi affettivamente con le problematiche evolutive del giovane.

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