ICSI: in che cosa consiste?

ICSI: in che cosa consiste?

Editato da: Sharon Campolongo il 22/05/2023

Capiamo meglio come si esegue l’ICSI in questo breve articolo

Esecuzione del ciclo di ICSI

Il ciclo di ICSI prevede 4 fasi:

  • Stimolazione ovarica e monitoraggio: ci sono vari protocolli per la stimolazione ovarica e il più usato è quello in cui si inizia la stimolazione al secondo giorno del ciclo (short protocol) e dura circa 10 giorni. Alla paziente vengono somministrati farmaci ormonali attraverso iniezioni quotidiane sottocutanee per ottenere un numero abbastanza elevato di ovociti e, soprattutto, della massima qualità possibile. Per questo, dopo aver valutato al meglio la riserva ovarica e la situazione endocrina della donna, è necessario scegliere il protocollo più adatto ed eseguire un buon monitoraggio della risposta ovarica. Ciò si fa attraverso ecografie ed analisi ormonali periodiche (Estradiolo e possibilmente Progesterone). Pertanto, il monitoraggio ci suggerisce la dose e il tipo di farmaci da usare. Bisogna prevenire un aumento eccessivo dell’Estradiolo specie in caso di ovaio policistico allo scopo di non far instaurare la sindrome di iperstimolazione. Ma è necessario prevenire anche eccessivi aumenti del Progesterone che potrebbe compromettere la qualità degli ovociti, degli embrioni e dell’endometrio. In base ai livelli ormonali ed ai diametri raggiunti dai follicoli si decide la fine della stimolazione ed il giorno del prelievo ovocitario. La qualità degli embrioni e dell’endometrio possono dipendere molto da questa fase e dalla personalizzazione con cui si esegue;

  • Prelievo degli ovociti (Pick-up): dopo circa 36-38 ore dalla fine della stimolazione e mediante guida ecografica vaginale si arriva alle ovaie con un sottile ago connesso alla sonda. Quindi, si pungono i follicoli ovarici per aspirarne il liquido che può contenere gli ovociti. Si tratta di una procedura breve e che può essere eseguita ambulatorialmente anche in anestesia locale (si tratta solo di fare due punturine di anestetico in vagina: il pick-up si  svolge più rapidamente consentendo alla donna di seguirlo in modo cosciente e tornare a casa quasi subito) oppure in sedazione. Dopo qualche ora è generalmente possibile tornare a casa. Alcune donne hanno qualche timore per questa fase ma, se l’equipe è rassicurante con un operatore esperto e veloce, i fastidi sono scarsi anche in anestesia locale. In locale la donna può partecipare a questa fase e noi la incoraggiamo ad assistere anche per motivi di trasparenza della procedura; 
  • Fasi di laboratorio: spesso non si raccolgono tanti ovociti quanti follicoli vengono aspirati per vari motivi. Tuttavia, i centri migliori secondo gli esperti europei (ESHRE, ALPHA, 2017) raccolgono in genere tra l’80 e il 95% di ovociti dai follicoli aspirati, almeno nelle donne con un’età inferiore ai 40 anni. Il liquido follicolare raccolto nelle provette viene subito portato in laboratorio alla temperatura di 37ºC, il biologo cerca gli ovociti e uno per uno li mette nel mezzo di coltura idoneo in attesa di essere inseminati. Anche il liquido seminale giunge in laboratorio dopo la raccolta del partner e viene trattato opportunamente per selezionare con varie tecniche (in genere “swim up”) gli spermatozoi migliori e più adatti a fecondare gli ovociti. A seconda del numero e della qualità degli ovociti ritrovati si decide il numero di ovociti da inseminare. I gameti (ovociti e spermatozoi) vengono quindi opportunamente preparati per il processo di fecondazione vero e proprio. Nella Fivet gli spermatozoi selezionati sono posti vicino agli ovociti per un tempo breve. Nell’ICSI, invece, gli ovociti devono essere prima ripuliti dal cumulo di cellule che li circondano (“decumulazione”). Vengono poi tenuti fermi da un braccetto del micromanipolatore; mentre con l’altro si immobilizzano gli spermatozoi prescelti e si inseriscono nel citoplasma dell’ovocita mediante una micropipetta grazie a una delicata manovra. Dagli ovociti inseminati e se la fecondazione avviene, si possono formare gli embrioni i quali vengono tenuti in coltura solitamente tra i 2 ed i 5 giorni per poi essere trasferiti nell’utero. Le condizioni di coltura devono essere rigorose per mantenere costanti temperatura, pH ed umidità. Il numero di ovociti inseminati è variabile anche in base alla loro maturità e qualità, come pure variabile è il numero di embrioni che si formano ed arrivano eventualmente allo stadio di blastocisti dopo 5 giorni. Secondo gli esperti europei nei centri migliori la percentuale di ovociti fecondati è almeno dell’80% e di blastociti formate almeno del 60%. Gli ovociti o gli embrioni qualora in numero e qualità adeguati possono essere crioconservati attraverso una tecnica chiamata vitrificazione. Infatti in caso di insuccesso e/o per eventuali future gravidanze queste cellule possono essere scongelate ed utilizzate, evitando così una nuova stimolazione e pick- up. Anche in laboratorio la personalizzazione può giocare un ruolo decisivo;

come si esegue l’ICSI

  • Transfer degli embrioni in utero: una volta che in laboratorio si sono formati un certo numero di embrioni, questi dovranno essere trasferiti in utero (o crioconservati). Si tratta di una procedura in genere veloce e non dolorosa per la donna. L’embriologo inserisce gli embrioni nel catetere adatto e lo porge subito al ginecologo per il transfer. Per maggior sicurezza questa fase viene eseguita sotto il controllo ecografico (transfer ecoguidato). Il numero di embrioni che si trasferisce è variabile da uno o più in base all’età della donna, alla sua storia clinica e alla qualità degli embrioni. La percentuale di successi aumenta con il numero di embrioni trasferiti, ma anche quella di gravidanze gemellari che sono a maggior rischio. Pertanto si cerca di ridurre il numero di embrioni trasferiti. Dopo il transfer la maggior parte degli studi oggi disponibili suggerisce di continuare una vita regolare secondo le abitudini di ciascuno, perché non sono emersi con il riposo vantaggi in termini di risultati. Dopo 10-12 giorni si può fare il test di gravidanza per gli embrioni a 2 giorni dell’ICSI, mentre dopo 7-9 giorni dopo il transfer delle blastocisti. L’atteggiamento psicologico con cui si affronta il percorso può influire sui risultati delle procedure e, pertanto, l’ansia e le paure andrebbero il più possibile ridotte.
Ginecologia e Ostetricia a Roma