Idrocefalo: cos’è e come si cura?

Idrocefalo: cos’è e come si cura?

Editato da: Marta Buonomano il 23/05/2023

Si definisce idrocefalo, l’accumulo di una quantità eccessiva di liquido nel cervello e può essere congenito o acquisito. Il nostro esperto in Neurochirurgia ci spiega di cosa si tratta e quali sono i possibili trattamenti

Che cos’è l’idrocefalo?

L’idrocefalo consiste nell’accumulo eccessivo di liquido cerebrospinale nei ventricoli cerebrali. Difatti, il termine “idrocefalo” deriva dall’unione di due parole greche, quali hydro (acqua) e kephalé (testa), ed è per questo motivo che viene tutt’oggi denominato come “acqua nel cervello”.

L’idrocefalo è causato da uno squilibrio tra la produzione, circolazione ed assorbimento del liquido nella cavità del cervello.

Quali sono i diversi tipi di idrocefalo?

L’idrocefalo può essere congenito (già presente alla nascita) o acquisito (successivo a lesioni o traumi avuti dopo la nascita). Di maggior importanza, ai fini terapeutici, è una classificazione fisiopatologica dell’idrocefalo, distinguendolo in tre tipi:

Idrocefalo da eccessiva produzione di liquido

mamma che tiene in braccio un neonatoQuesto tipo di idrocefalo è molto raro ed è causato da alcune patologie, soprattutto tumorali, per cui aumenta la produzione di liquido nei ventricoli cerebrali a livello dei plessi coroidei. Le principali cause possono essere:

  • Tumori dei plessi coroidei
  • Iperplasia dei plessi coroidei
  • Astrocitomi subependimali
  • Tumori intraventricolari cerebrali

Idrocefalo ostruttivo (non comunicante)

L’idrocefalo ostruttivo si verifica a causa di un ostacolo, che può essere dovuto a patologie tumorali, infiammatorie e malformazioni. In questo modo, il liquido cerebrospinale ostruisce il sistema ventricolare.

Idrocefalo comunicante

A differenza dell’idrocefalo ostruttivo, l’idrocefalo comunicante si verifica quando avviene un’alterazione nell’assorbimento del liquido cerebrospinale. Le cause più comuni possono essere, per esempio:

  • Emorragia intraventricolare
  • Tumore cerebrale e spinale
  • Tubercolosi e meningite
  • Ipertensione venosa

Come si esegue la diagnosi?

L’inizio dell’idrocefalo può presentarsi in forma acuta, subacuta e cronica. I sintomi possono essere diversi, dipendendo dall’età della persona affetta, tra i più frequenti:

  • Rallentamento delle acquisizioni psicomotorie
  • Cefalea
  • Vomito
  • Disturbi visivi
  • Crisi epilettiche

La diagnosi si effettua mediante tecniche neuroradiologiche, quali la TAC e la Risonanza magnetica al fine di individuare anche qualche lesione al cervello causate dalla pressione del liquido. Anche l’ecografia transfontanellare può essere molto utile per la diagnosi nei bambini durante il periodo d’allattamento.

Com’è possibile curarlo?

L’idrocefalo prevede un trattamento chirurgico che, a seconda delle condizioni del paziente e della gravità, le tecniche chirurgiche possono essere due:

  • Impianto di uno shunt: si esegue con l’inserimento di un tubo di plastico e silicone con una valvola che nei ventricoli del cervello si apre quando vi è un’eccessiva pressione del liquido, in modo tale da diminuire la pressione e far fluire il liquido;
  • Ventricolostomia: si esegue creando una piccola apertura nei ventricoli cerebrali al fine di favorire lo scorrimento del liquido cerebrospinale dal cervello e la sua assimilazione nel sangue.

Entrambe le tecniche presentano delle complicanze, quali malfunzionamenti ed eventuali infezioni, per la tecnica dell’impianto di uno shunt, o ricomparsa dell’idrocefalo nel corso del tempo, per la ventricolostomia.

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