Il Perfezionismo: la spinta “sii perfetto” dell’analisi transizionale - seconda parte

Pubblicato il: 27/05/2024 Editato da: Veronica Renzi il 27/05/2024

Questo articolo si collega alla prima parte approfondendo cause e strategie di gestione del perfezionismo. La Dott.ssa Maria Chiara Rinaldi, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, delineerà inoltre le differenze tra il perfezionismo sano da quello malsano, le cause sottostanti, e la sua influenza sulle relazioni.


Come si differenzia il perfezionismo sano da quello malsano e quale impatto possono avere entrambi sulla salute mentale e sul benessere emotivo?

Ogni spinta psicologica si fonda su caratteristiche sane dell’individuo ed è solo quando la spinta è molto intensa che diventa problematica creando uno squilibrio nel funzionamento personale e sociale. Possiamo dire che la Spinta “Sii Perfetto” (o perfezionismo) presenta sia punti di forza sia punti di debolezza. Quando la Spinta è dimensionata ed integrata nella personalità l’individuo può accedere alle sue risorse. Le più comuni caratteristiche positive del “Sii Perfetto” sono:

a. La capacità di produrre un lavoro affidabile, accurato e ben organizzato

b. Una buona capacità di pianificare in anticipo come affrontare l’insorgere di potenziali problemi

c. Un equilibrato senso di ordine

d. Metodicità e precisione

e. Riflessività.

Quando, invece, la Spinta ha un’intensità elevata avremo delle manifestazioni comportamentali, cognitive ed emotive disfunzionali, come ad esempio:

a. Difficoltà con le scadenze a causa dell’eccessivo tempo impiegato per l’elaborazione del compito

b. Attenzione esclusiva ai dettagli perdendo di vista il quadro generale (“perdersi nei particolari”) e l’obiettivo principale

c. Rigidità di pensiero

d. Difficoltà elevata/incapacità a delegare ad altri (mancanza di fiducia, mania del controllo)

e. Fornire una grande mole d’informazioni, più di quanto sia richiesto, per abbattere l’estrema paura di essere non compreso.


Va considerato, inoltre, che dal punto di vista psicopatologico, il perfezionismo malsano è annoverato tra i sintomi (non l’unico) di alcuni disturbi psicologici e psichiatrici quali il DOC, l’anoressia nervosa, la depressione psicotica nelle sue forme estreme e la preoccupazione cronica e depressione nelle sue forme abituali.


Quali sono le cause sottostanti al perfezionismo e quali fattori possono contribuire al suo sviluppo?

Il perfezionismo (o Spinta “Sii Perfetto”) va a costituirsi come difesa comportamentale e psicologica dall’angoscia derivante da un’immagine di sé altamente svalutata. Secondo i vari studi, i fattori che possono contribuire al suo sviluppo vanno rintracciati nell’ambiente familiare e sociale dell’infanzia dell’individuo. Al riguardo, nelle storie degli individui con una spinta “Sii Perfetto” alta ricorre di frequente il riferimento ad un ambiente familiare estremamente esigente e controllante con una strutturazione molto rigida della vita quotidiana o, all’opposto, il riferimento ad un ambiente familiare con carenza di strutturazione, trascurante soprattutto dal punto di vista emotivo, poco attento alle esigenze psicologiche e talvolta anche fisiche del bambino/della bambina. Queste dinamiche familiari vanno poi ad interagire con caratteristiche e tendenze naturali dell’individuo.


In che modo il perfezionismo può influenzare le relazioni interpersonali e il rendimento lavorativo o accademico di un individuo?

Il perfezionismo influisce negativamente sia nell’ambito sociale sia in quello lavorativo/accademico della persona. Per quanto riguarda la vita relazionale, non di rado la persona con tale spinta tenderà all’isolamento e all’inibizione a causa di vissuti d’inadeguatezza, del sentirsi diversa ed incompresa e a causa della paura del giudizio. In ambito lavorativo ed accademico si assiste spesso al fenomeno dell’auto-sabotaggio. Pur ottenendo spesso ottimi risultati, le persone con una Spinta “Sii Perfetto” sovradimensionata, hanno difficoltà con la gestione ottimale dei tempi: dando rilevanza anche ai minimi dettagli possono impiegare un tempo eccessivo nel completare un compito o nella preparazione degli esami; avendone la possibilità tendono, inoltre, a procrastinare le scadenze o le date per sostenere l’esame ritenendosi sempre non “sufficientemente” pronte e/o preparate (si tratta il più delle volte di stime arbitrarie non basate su criteri oggettivi esterni). Ciò fa sì che possano perdere occasioni importanti o impiegare molto tempo per raggiungere obiettivi rilevanti come la laurea o uno scatto di carriera, pur non essendoci ostacoli o fattori oggettivi che giustifichino questi rinvii e tempi protratti.


Quali strategie o tecniche possono essere utilizzate per affrontare in modo efficace il perfezionismo o promuovere un atteggiamento più equilibrato verso il successo e l’autostima?

Nella psicoterapia analitico transazionale il lavoro sulla Spinta “Sii Perfetto” consisterà nell’aiutare il paziente a raggiungere l’obiettivo terapeutico di darsi il permesso di apprezzare sé stesso e gli altri: “Va bene essere sé stessi”, “Sono abbastanza bravo così come sono”. La terapia analitico-transazionale è una psicoterapia “focalizzata” intendendo con ciò che da subito s’interviene sulle caratteristiche principali del problema presentato dal paziente. Per quanto riguarda il trattamento delle Spinte in generale e della Spinta al perfezionismo in particolare, in AT si procederà, innanzitutto, con l’analisi dei sistemi PSC (acronimo per Pensieri-Sentimenti-Comportamenti) disfunzionali alla base del perfezionismo con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza del paziente affinché possa gestire e riprendere padronanza della Spinta. Trattandosi, infatti, di una difesa non tenteremo di “eliminarla” prima che il paziente abbia sviluppato delle alternative più sane e funzionali. Dopo questa fase si procederà con un lavoro analitico più profondo relativo all’immagine di sé. L’obiettivo è il riequilibriamento e l’integrazione della Spinta nell’organizzazione di personalità dell’individuo.

“La vita, per compiersi, ha bisogno non della perfezione, ma della completezza” (Carl Gustav Jung)

 

Riferimenti Bibliografici:

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•      Novellino M. «Dizionario didattico di Analisi Transazionale» 2014 Ed. Astrolabio

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•      Stewart I., Joines V. «TA Today. A new introduction to Transactional Analysis» Second edition 2012 Lifespace Publishing

•      Woollams S, Brown M. «Analisi Transazionale» 1978 Cittadella Editrice

•      Zanuso A. «Diventare pienamente noi stessi» 2003 Ed. Baldini Castoldi Dalai

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