Infezione da Helicobacter Pylori: come combatterla?

Infezione da Helicobacter Pylori: come combatterla?

Editato da: Marta Buonomano il 21/03/2023

Il Prof. Marco Romano, esperto in Gastroenterologia a Napoli, ci spiega quali sono gli effetti di questa infezione sul nostro corpo e quali sono le terapie per combatterla

Che cos’è l’Helicobacter Pylori?

L’Helicobacter pylori è un batterio che colonizza circa il 90% della popolazione mondiale. In Italia la prevalenza è di circa il 40%. Il suo habitat naturale è lo stomaco dove trova le condizioni necessarie al suo insediamento. La infezione si contrae attraverso la ingestione di alimenti o acque contaminate dal batterio (trasmissione orofecale). È possibile anche una trasmissione oro-orale attraverso la saliva specie in pazienti che abbiano reflusso gastroesofageo.

Quali effetti ha sul nostro organismo?

Il batterio causa una gastrite acuta che evolve invariabilmente in una gastrite cronica. I sintomi sono quindi bruciore o dolore epigastrico, sazietà precoce, pesantezza postprandiale. Il 10% circa dei pazienti affetti può sviluppare una ulcera duodenale o gastrica, mentre circa il 2% dei pazienti infettati può andare incontro a sviluppo di adenocarcinoma dello stomaco o linfoma a cellule B del tessuto linfatico associato alla mucosa gastrica (i.e. MALToma). Tra le manifestazioni extragastriche della infezione: anemia da carenza di ferro, anemia da carenza di vitamina B12, porpora trombocitopenica idiopatica e, in alcuni casi, acne rosacea.

ragazza con mal di pancia

Come si formula la diagnosi?

Il gastroenterologo va consultato quando siano presenti i sintomi su citati. La diagnosi va formulata con test non invasivi come l’Urea Breath Test con Carbonio 13 oppure attraverso la identificazione nelle feci dell’antigene fecale dell’H. pylori (HpSA monoclonale). In pazienti che si sottopongono a gastroscopia la diagnosi viene effettuata mediante l’analisi istologica di biopsie gastriche con opportuna colorazione (GIEMSA). La coltura di biopsie gastriche con antibiogramma è invece adoperata solo in situazioni cliniche particolari (i.e. mancata eradicazione della infezione dopo più cicli di terapia). I test non invasivi (cioè Urea breath test oppure HpSA) devono essere effettuati almeno 2 settimane dopo la assunzione di un inibitore di pompa protonica o di un antibiotico).

Cosa prevede la terapia?

La terapia di prima linea consiste in una terapia concomitante (inibitore di pompa protonica a dosaggio massimo prima di colazione e cena con la aggiunta di tre antimicrobici da assumersi dopo colazione e cena per 14 giorni) oppure nella terapia quadruplice con bismuto, possibile in Italia solo mediante l'uso di un inibitore di pompa protonica a dosaggio massimo prima di colazione e cena con l'aggiunta di un composto che contiene due antimicrobici ed il bismuto alla dose di 3 cp dopo colazione, pranzo e cena e prima del riposo notturno.

Tali schemi garantiscono una eradicazione in oltre il 90% dei casi. Nel caso non funzioni la concomitante in seconda linea si potrà adoperare la terapia quadruplice e viceversa.

In caso falliscano le due terapie precedenti si adopera sempre una terapia concomitante in cui ci si serve di un inibitore di pompa protonica a dosaggio massimo prima di colazione e cena con l'aggiunta di antimicrobici che non siano stati adoperati nel ciclo precedente, da assumersi dopo colazione e colazione per 14 giorni.

Il test per valutare la avvenuta o meno eradicazione (preferibilmente l’Urea Breath Test) va effettuato ameno 4 settimane dopo la fine della terapia. Le controindicazioni alla terapia sono costituite dalla allergia o intolleranza individuale ad uno dei farmaci comunemente adoperati per la eradicazione.

Gastroenterologia a Napoli