Infortunio sul lavoro: cosa devo fare?

Infortunio sul lavoro: cosa devo fare?

Editato da: Cecilia Ghidotti il 17/10/2023

Secondo gli ultimi dati dell’INAIL il numero denunce per infortuni sul lavoro nell’ultimo decennio varia da un 500000 a più di 600000 all’anno. Si tratta di un numero molto imponente considerando che i dati si riferiscono esclusivamente al nostro paese. Ancora molti di noi, però, non sanno quali diritti e come comportarsi di fronte all’infortunio sul lavoro. Il Dott. Pierluigi Fanetti ci aiuta a capirne di più

Che cos’è l’infortunio sul lavoro:

L’infortunio sul lavoro è un evento dannoso che accade in occasione di lavoro qualificato dai seguenti elementi:

  • ANOMALIA dell’accadimento rispetto all’ andamento regolare del lavoro;
  • IMPREVEDIBILITÀ del fatto dannoso che non è stato voluto dal lavoratore ma è giunto inaspettato;
  • ACCIDENTALITÀ dell’incontro tra la causa lesiva e il lavoratore la quale non dipende dal caso fortuito o dalla forza maggiore bensì è legata alla pericolosità della prestazione lavorativa.

Si tratta in sintesi di un evento i cui componenti essenziali sono: l’elemento eziologico (causa violenta), l’elemento circostanziale (occasione di lavoro) e l’elemento conseguenziale (morte o inabilità).

Come deve comportarsi il lavoratore?

Per prima cosa il lavoratore che si è infortunato sul lavoro deve darne tempestiva comunicazione al datore di lavoro per poi recarsi dal medico aziendale, se previsto, o al Pronto Soccorso. Il passo successivo infatti è ottenere il certificato medico rilasciato a seguito delle cure ricevute. Nel certificato medico vengono indicati diagnosi e giorni di inabilità al lavoro.

Quanto tempo ha dall’avvenuto infortunio per denunciare?

Il lavoratore, ha l’obbligo di dare immediata notizia al datore di lavoro di qualsiasi infortunio che gli accada, anche se di lieve entità.

In cosa si differenzia la malattia dall’ infortunio?

La principale differenza tra i due eventi, invece, riguarda la VELOCITÀ e la VIOLENZA con cui si produce l’evento lesivo (esempio caduta da un’impalcatura). Nell’infortunio la lesione è determinata da una causa violenta mentre nella malattia professionale è il frutto dell’agire lento e progressivo nel tempo di un fattore di rischio (esempio gravi malattie polmonari per coloro che respirano polveri tossiche).

Il paziente ha diritto ha qualche risarcimento?

Il datore di lavoro è obbligato a indennizzare il lavoratore infortunato per i primi 4 giorni, a partire dalla data dell’infortunio, che comprendono la giornata in cui è avvenuto l’infortunio. Solo successivamente a tale periodo subentra l’INAIL, la quale è tenuta a pagare l’indennità giornaliera a partire dal quinto giorno. 

Terminato il periodo d’inabilità temporanea, il lavoratore sarà sottoposto a visita medico-legale dall’INAIL al fine di valutare la presenza di eventuali postumi (danno biologico).

In altri termini, se il grado di menomazione del danno biologico è:

  • inferiore al 6%, non verrà riconosciuto alcun indennizzo;
  • compresa tra il 6% e il 15%, l’indennizzo è corrisposto in un’unica soluzione (una tantum), in funzione dell’età, del genere e del grado di menomazione in capitale;
  • pari o superiore al 16%, dà luogo a una forma di rendita (pensione) influenzata, nel suo ammontare, oltre che dalla percentuale di invalidità e dallo stipendio percepito.

Gli infortunati dichiarati guariti con postumi inferiori al 6% (senza alcun indennizzo) o con postumi dal 6% al 15% possono richiedere l’aggravamento del grado di menomazione entro 10 anni dalla data dell’evento lesivo.

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