Invecchiare non è un accidente!

Invecchiare non è un accidente!

Editato da: Marta Buonomano il 22/02/2023

Invecchiare non è un accidente, bensì un bisogno della condizione umana ed è l’anima a volerlo. Il processo di invecchiamento fa parte della nostra fisiologia ed il fatto che la vita duri troppo a lungo una volta terminata l’età fecondo e ben oltre la funzionalità dei muscoli e acuità dei sensi ci rende perplessi. Per questo motivo sentiamo la necessità di avere idee immaginative in grado di “addolcire” l’invecchiamento e di parlare di esso con l'intelligenza che merita. Ne parliamo insieme al nostro esperto in Otorinolaringoiatria a Lodi, il Dott. Giancarlo Cassani

In cosa consiste il processo d’invecchiamento?

L'uomo, come tutti gli esseri viventi, gli animali e le piante che popolano la terra è soggetto a un “ciclo” vitale naturale, per cui nasce, cresce e poi progressivamente declina fino alla morte. È un processo universale a cui nessuno può sottrarsi, anche se è stato dimostrato un allungamento della speranza di vita media rispetto a ieri. Invecchiare significa passare progressivamente da un sistema ordinato a uno disordinato. Vale a dire che se nel giovane adulto, all'apice del suo stato psicofisico, ogni funzione dell'organismo si svolge al meglio, con l'avanzare degli anni interviene un processo dinamico di cambiamento con scadimento di queste funzioni e degli equilibri tra i vari organi. Processi interni dell'organismo e fattori usuranti esterni incidono sulla materia vivente e sulle sue fondamenta genetiche. Il processo di invecchiamento non è quindi sempre uguale, perché dipende dalla interazione di vari elementi legati al singolo individuo, al suo ambiente e al tipo di vita che conduce. Quindi l’età biologica è un patrimonio personale: ognuno ha la sua propria età biologica, in rapporto alla qualità dei suoi tessuti, organi e apparati, comparati a valori standard di riferimento.

Perché si invecchia?

Da sempre l'uomo si è posto questa domanda, sia per un’indagine pratica, filosofica o scientifica pura. Le risposte sono state spesso non soddisfacenti e hanno comunque deluso le speranze di evitare questo destino. Come sopra accennato, l’organismo subisce alterazioni nel suo funzionamento e nella sua integrità in relazione a fattori interni ed ambientali, spesso mediati da processi ossidativi (ciò che ossida crea danno nell’organismo, come la ruggine su un materiale ferroso), che vedono come responsabili i “radicali liberi”.

L’attività degli enzimi che regolano i più importanti ingranaggi del nostro organismo, progressivamente decadono, inducendo un deterioramento dello stato di forma psicofisica di ogni individuo. Fenomeni immunitari e stress causano inoltre una diminuzione della capacità di resistenza dell’organismo, velocizzando il suo deterioramento. L’unione di tutti questi fattori conduce all’invecchiamento, processo che sarà più o meno rapido in relazione alle loro modalità di integrarsi.

L’invecchiamento non è solo fisico!

Naturalmente con l'invecchiamento tutte le funzioni dell'organismo vanno perdendo capacità e con esse anche la parte più nobile dell'essere umano, cioè il cervello. Molte zone del “computer centrale”, come possiamo immaginare il cervello, vengono perse, si spengono. Allora altre zone cerebrali cercano di sostituire le funzioni perse, ma avendo meno specificità, danno dei risultati meno brillanti. Questo spiega in parte le variazioni che possono determinarsi nel comportamento, nel movimento e nel carattere dell'anziano. Se a questo aggiungiamo che la persona si rende conto di non essere più “quello di una volta”, subentra anche uno stato depressivo che porta alla chiusura” in sé stessi, alla emarginazione con un ulteriore aggravamento. Le ricerche psicosociali sottolineano anche l'importanza delle modificazioni dell'aspetto fisico, che viene sempre meno accettato, tanto da aver ipertrofizzato il ricorso alla chirurgia plastica-estetica, e le ripercussioni sulla psiche.

La Società tende erroneamente a relegare l'anziano (pensionamento, ecc.) e in breve tempo l'adulto vive in una trasformazione rapida alla quale non è preparato. In essa vi sono fattori quali il disgregarsi del gruppo nel quale aveva investito la sua affettività, i figli che hanno una vita propria, la perdita di congiunti ed amici, la diminuzione del salario, il notevole aumento del tempo libero. A questo va aggiunto che nella società di oggi vi sono valori assai radicati, come l'esteriorità corporea, la salute, ecc. che a volte arrivano a dei veri eccessi.

In che modo reagisce l’anziano?

Le reazioni dell'anziano possono essere o la prevaricazione o la rassegnazione. La prima soluzione è sempre meno praticabile per l'avanzare dell'età, la seconda porta all'attesa della morte o a rifugiarsi in fantasie talvolta deliranti. Inoltre nella vecchiaia si riscontrano: riduzione della memoria a breve termine, riduzione del numero delle informazioni immagazzinate e tempi di reazione nervosa allungati. Riconoscere uno stimolo, decidere una risposta e metterla in atto inizia ad essere un compito sempre più gravoso. L'anziano si fossilizza sul passato con sempre più difficoltà a disimparare vecchie abitudini e a impararne delle nuove.

anziano triste

I rapporti col passato sono essenziali per capire l’assetto psicologico dell’anziano. Il passato è ad un tempo la sua ricchezza e la sua dannazione, ed egli si muove con sempre maggior difficoltà in un mondo che lo esclude e di cui non riesce e forse non vuole comprendere molti aspetti. La prudenza diventa diffidenza e avarizia, mentre l’attenzione rivolta alla propria salute si trasforma in ipocondria, mentre d’altra parte, alcuni tratti di quando era giovane (impulsività, aggressività, rigore verso gli altri) si addolciscono.

Invecchiare: non è solo una cosa negativa!

Invecchiare è anche un fatto positivo, in quanto si possiede una ricchezza di esperienza, un’abitudine alle frustrazioni ed una sorta di distacco dalle passioni che conferiscono un atteggiamento più paziente, un umore più stabile ed una certa indipendenza dai compromessi. Gli antichi delle civiltà classiche latine e greche, nutrivano grande rospetto per l'anziano!

Vecchiaia: l’età dei dubbi

Due aspetti abbastanza caratteristici della vecchiaia sono l’indecisione e l’insicurezza, che sono la conseguenza dell’esperienza dell’aver subito delusioni e sconfitte. La vecchiaia è l’età dei dubbi, dei forse: la paura di sbagliare è grande, non solo per l’esperienza degli errori accumulati negli anni, ma anche perché se si sbaglia non c’è più tempo per ricominciare. La persona che invecchia elabora pertanto una disistima di sé.

Quali sono gli obiettivi di un “progetto invecchiamento”?

Uno degli obiettivi principali di un progetto "Invecchiamento" sarà quello di capire i rapporti tra invecchiamento fisiologico ed invecchiamento con patologie, nonché di stabilire i fattori determinanti il passaggio da autosufficienza a dipendenza. Infine, il progetto da attuare potrà dare una risposta adeguata a quello che è il fenomeno dell'invecchiamento in termini di richiesta assistenziale integrata, che tenga conto della presenza di patologie e dei conseguenti problemi di razionalizzazione ed ottimizzazione dei servizi sanitari e sociali.

Quali strategie sono da attuare visto anche il sempre maggior numero di persone che giungono alla senilità?

Occorre agire sia in termini individuali che in termini di popolazione (epidemiologia e servizi), secondo i suggerimenti più avanzati delle diverse discipline biomediche e sociali e geriatriche interessate. Finalizzare correttamente risorse nell'ambito dell'assistenza e cura agli anziani, garantendo un'adeguata qualità di vita. L'obiettivo finale è, quindi, di fornire gli strumenti per affrontare adeguatamente l'invecchiamento della popolazione, con le sue implicazioni non solo in termini di assistenza, ma anche per il mercato del lavoro, la scuola, il sistema pensionistico, la struttura della famiglia e il relativo agli anziani. D'altra parte i progetti di recupero psicofisico e reinserimento trovano ostacolo in una serie di pregiudizi ben diffusi: infatti l'atteggiamento di molti verso gli anziani deriva dall'ignoranza sulle loro capacità.

Uno dei motivi di maggior apprensione che si manifestano nella vecchiaia è costituito dalla perdita dell'indipendenza. Infatti per alcuni anziani l'avanzare degli anni porta la perdita della capacità di provvedere a se stessi. Così spesso i vecchi vengono considerati come zavorra da abbandonare e ci si aspetta che si preparino a morire.

Molti pensando ancora che sia naturale che le persone di età matura desiderino distaccarsi dalla vita attiva: questa convinzione probabilmente scaturisce dall’osservazione che generalmente le persone anziane hanno poche relazioni sociali. D’altra parte bisogna mettere in evidenza il fatto che quando gli anziani mostrano aspirazioni (desiderio di competere, di accedere a una serie di attività, in particolare quelle che rappresentano una fonte di guadagno - e che la quasi totalità di loro sarebbe perfettamente in grado di svolgere) vengono scoraggiati ed in alcuni casi derisi.

La nostra società ha ormai la tendenza a definire l'anziano come un essere non più in grado di rendere e di produrre. Ecco un altro “mito” da sfatare!

Otorinolaringoiatria a Casalpusterlengo