L'onicocriptosi e la fenolizzazione: trattamento e cura
Il mondo della medicina offre soluzioni innovative e avanzate per una vasta gamma di affezioni. Una di queste affezioni, chiamata onicocriptosi o, più comunemente, "unghia incarnita", può causare notevole disagio e può avere implicazioni estetiche e funzionali. Ma cosa esattamente causa questa affezione e come viene trattata? Ce ne parla in questo articolo il Dott. Marcello Calabrò, esperto in Chirurgia generale in provincia di Torino
Cos'è l'onicocriptosi?
La struttura dell'unghia è una lamina fatta principalmente di cheratina, il cui compito principale è proteggere e stabilizzare la parte distale delle dita. L'origine dell'unghia risiede nella matrice ungueale, situata sotto l'eponichio o cuticola, posta all’estremo prossimale del dito. L'onicocriptosi si verifica quando l'unghia cresce in modo anomalo, penetrando nella plica ungueale laterale.
Questa crescita aberrante può scatenare una reazione infiammatoria, portando a sintomi come dolore, arrossamento e, nei casi più gravi, formazione di granuloma: una crescita anormale di tessuto, non è solo un problema estetico. Può sanguinare, causare dolore e diventare una porta d'ingresso per infezioni batteriche. Pertanto, trattare l'onicocriptosi non è solo una questione estetica ma anche di salute.
Come trattare l'onicocriptosi
Il trattamento primario dell'onicocriptosi mira a rieducare l'unghia a una crescita corretta e ad eliminare il granuloma. Tuttavia, in casi avanzati dove la deformazione dell'unghia è significativa, l'onicectomia - l'asportazione totale o parziale dell'unghia - diventa necessaria. Questa procedura, di durata approssimativa di 20-30 minuti, deve essere eseguita da un medico-chirurgo in un ambiente sterile.
Nel medesimo intervento si deve asportare il granuloma cauterizzandolo con l’ausilio di apparecchiature specifiche.
La fenolizzazione: un'alternativa efficace
Se l'onicocriptosi persiste anche dopo un'onicectomia, la fenolizzazione diventa una soluzione potenziale. La fenolizzazione può essere sia chirurgica (metodica meno comune a causa delle sue implicazioni emorragiche), che chimica: quest’ultima comporta l’utilizzo del fenolo, un acido potente in grado di eliminare chimicamente la matrice nella zona di applicazione.
Dopo l’asportazione della parte di unghia che reca fastidio, si procede ad applicarlo sulla matrice per qualche secondo. Il fenolo ha inoltre anche proprietà anestetiche, riducendo il dolore, proprietà antisettiche, riducendo la probabilità di infezioni ed ha proprietà cicatrizzanti, il recupero avviene in circa 2-3 settimane.
Attualmente questa metodica ha la percentuale di successo più alta e rappresenta la metodica con il rapporto costo-beneficio migliore.