L'adolescenza è una fase della vita che coinvolge non solo l'individuo stesso, ma anche l'intera famiglia. L'ottica sistemica dell'adolescenza si concentra sull'esplorazione della complessità di questa fase, in cui i giovani iniziano a distaccarsi dalla famiglia e a cercare autonomia.
L'ottica sistemica si concentra sulle relazioni tra i membri della famiglia e riconosce che il sintomo di un individuo ha un significato all'interno del contesto familiare. Lavorando sulle relazioni e sostenendo l'intera famiglia, si può aiutare il singolo individuo a superare le sfide dell'adolescenza
L'ottica sistemica dell'adolescenza
Secondo il punto di vista dell’ottica sistemica, l'adolescenza non è un periodo che riguarda solo l'individuo tra i 12 e i 22-24 anni, ma rappresenta una fase che coinvolge l'intera famiglia.
Comprendere la dinamica familiare fornisce informazioni più preziose per gli interventi mirati. È fondamentale conoscere la fase di sviluppo in cui si trova la famiglia anziché concentrarsi solo sulla diagnosi individuale o l'etichetta del paziente.
Lo studio dell'adolescenza da una prospettiva sistemica implica l'esplorazione di questa fase complessa in cui i figli iniziano a distaccarsi dalla famiglia e a cercare l'autonomia. Durante questo periodo, le regole che gestiscono la relazione di sostegno e autonomia cambiano: il sostegno si riduce e l'autonomizzazione aumenta, permettendo il distacco. Questo periodo di transizione, considerato criticamente universale, indica che tutte le famiglie affrontano sfide significative che richiedono un adattamento delle regole precedenti. Mentre era logico e auspicabile che una madre conoscesse i movimenti di un figlio di 9-11 anni, non è più lo stesso per un adolescente di 17-18 anni, che lotta per la sua autonomia.
La combinazione di sostegno e autonomia dipende da variabili come il contesto ambientale, la personalità individuale, la situazione familiare e gli eventi occasionali. Non sorprende, quindi, che alcuni adolescenti rimangano bloccati in una situazione di stallo con la famiglia che non permette loro di sviluppare l'autonomia. D'altro canto, quando un adolescente problematico raggiunge l'autonomia, spesso i sintomi si attenuano. Nell'ottica sistemica, evitiamo di cercare verità assolute e crediamo che ogni famiglia abbia le sue verità. Ogni famiglia è unica e richiede continue ipotesi da verificare nel corso del lavoro terapeutico, adattandole se necessario.
L'approccio sistemico affronta i problemi umani in modo diverso rispetto ai modelli tradizionali
Ognuno ha le sue ragioni, il suo punto di vista e il cambiamento che un terapeuta può apportare è proprio quello di modificare la percezione della situazione familiare. L'approccio sistemico affronta i problemi umani in modo diverso rispetto ai modelli tradizionali. Non è solo una terapia familiare, ma rappresenta un modo di pensare e agire che richiede un cambio di prospettiva rispetto all'approccio tradizionale. Questo cambiamento richiede un adeguato training che può richiedere almeno cinque anni per acquisire nuove abilità e modi di percepire la realtà.
La mente umana tende a vedere la realtà in modo frammentato, guardando gli eventi come conseguenza di una causa o causa di un effetto. Al contrario, l'ottica sistemica ci insegna a considerare gli individui come parte di un intero sistema, concentrandoci sulle relazioni tra i membri della famiglia. Non osserviamo solo ciò che sta in A, B o C, né consideriamo il comportamento sintomatico come causato solo dai genitori. Il focus si sposta su ciò che accade tra A, B e C. L'errore più comune nella terapia familiare è considerare il sintomo come un comportamento individuale isolato, invece di riconoscerlo come un messaggio comunicativo che ha un significato all'interno del contesto familiare.
Ciascuno è sia causa che effetto del comportamento degli altri
Il paziente designato rappresenta il portatore del disagio dell'intera famiglia e, dato che i legami tra i membri della famiglia sono particolarmente intensi, spesso la persona può ricevere un aiuto maggiore dalla propria famiglia, che la conosce meglio di chiunque altro, compresi i terapeuti. Pertanto, è possibile lavorare con le famiglie in modo non sistemico, ma l'approccio sistemico diventa rilevante quando si comprende la circolarità e si riconosce che il comportamento di ciascuno è sia causa che effetto del comportamento degli altri. Sostenendo l'intera famiglia, si può aiutare il singolo individuo. Per comprendere il sintomo, dobbiamo lavorare sulle relazioni, evitando fraintendimenti e, soprattutto, evitando di colpevolizzare la famiglia, la scuola o altri sistemi di appartenenza.