La paralisi cerebrale infantile

La paralisi cerebrale infantile

Editato da: il 21/03/2023

Circa 50.000 bambini italiani sono colpiti da paralisi cerebrale infantile, patologia che causa un ritardo psicomotorio, oltre ad altri disturbi fisici. La paralisi cerebrale non può essere completamente debellata, ma ci sono diversi modi per affrontare la malattia nell’interesse del paziente. Ne parla il Prof. Nicola Marcello Portinaro, esperto in Ortopedia Pediatrica a Milano

Che cos’è la paralisi cerebrale infantile?

La paralisi cerebrale infantile è un problema neurologico che colpisce postura e movimento. Si tratta di una disabilità che persiste nel tempo, ma non progredisce. È causata da un danno a carico del sistema nervoso centrale che si presenta durante la fase di sviluppo del bambino prima o dopo la nascita, ma anche tra il primo e il terzo anno di vita. È una patologia che può causare anche altri problemi alla salute, coinvolgendo, oltre al sistema muscoloscheletrico, anche la vista, l’udito e la capacità di parola. La paralisi cerebrale infantile colpisce un bambino ogni 500; oggi in Italia sono circa 50.000 i bambini affetti da questa patologia. I più colpiti sono i bambini nati prematuri (in particolare sotto le 31 settimane) e i neonati di peso inferiore ai 1.500 grammi. Sebbene non esista una cura, questa patologia tende a non peggiorare spontaneamente, perché la lesione stessa si cicatrizza e non va quindi incontro a fenomeni degenerativi.

Quali sono le cause della paralisi cerebrale infantile?

La causa della paralisi cerebrale infantile è una lesione nell’encefalo del neonato che si verifica al momento del parto, prima o poco dopo.
Di seguito le cause principali che portano alla lesione all’encefalo:

  • Una riduzione dell’apporto di ossigeno al cervello del neonato per ischemia o emorragia;
  • Un’infezione della madre che viene trasmessa al neonato durante la gravidanza;
  • Patologie materne che possono portare a una sofferenza fetale.

Quali sono i sintomi della PCI?

I bambini colpiti da paralisi cerebrale infantile presentano, fin dai primi mesi di vita, un ritardo neuropsicomotorio, ovvero non raggiungono lo sviluppo neuromotorio nei tempi adeguati. Generalmente tutto il corpo è coinvolto dalla patologia, ma ci può essere un’intensità differente nelle diversi parti del sistema muscolo scheletrico (arti inferiori, superiori, tronco…). I sintomi della paralisi cerebrale possono essere molto diversi e di solito vengono notati prima che il bambino compia i due anni di vita. In alcuni casi, possono essere più precoci e verificarsi anche prima dei 3 mesi. Solitamente sono i genitori che se ne accorgono per primi, osservando un ritardo nel raggiungere alcuni stadi dello sviluppo, come lo stare seduto, il gattonare o il camminare. A seconda della regione del cervello colpita dalla lesione, i sintomi possono essere differenti. I più comuni comprendono:

  • Incremento del tono muscolare (ipertonia);
  • Movimenti e postura atipici;
  • Debolezza dei muscoli del corpo;
  • Perdita di tono in alcuni muscoli;
  • Giunture strette.

Esiste un trattamento per la cura della paralisi cerebrale?

Purtroppo al momento non è disponibile un trattamento che possa risolvere definitivamente la paralisi cerebrale. Infatti, la lesione che si verifica a carico del cervello non guarisce in senso stretto. Inoltre, questa patologia si manifesta in modi sempre diversi e i sintomi cambiano con il passare del tempo. È fondamentale adottare un approccio multidisciplinare nei confronti della malattia per aiutare i malati di paralisi cerebrale a migliorare la loro qualità di vita e renderli indipendenti il più possibile. Questo metodo multidisciplinare permette di definire delle strategie terapeutiche mirate, condivise da tutti gli specialisti coinvolti (neurologo, ortopedico, gastroenterologo, fisioterapista, eccetera). Di grande importanza è la riabilitazione fisioterapica o fisiatrica; laddove queste non funzionino, saranno valutati degli interventi chirurgici. Si stima che i bambini affetti da paralisi cerebrale possono subire anche un’operazione chirurgica all’anno. Per questo motivo, a volte ci si riferisce alla malattia chiamandola “Hospital Birthday Syndrome”, per la frequenza dei ricoveri ospedalieri. 
Queste operazioni chirurgiche possono apportare diversi benefici alla qualità della vita del paziente, ad esempio:

  • Trattamento del reflusso gastroesofageo;
  • Riduzione del dolore e della spasticità, tagliando determinati nervi dal midollo spinale;
  • Cura delle contratture;
  • Inserimento di tubi per l’alimentazione.

Nel corso della sua carriera ultratrenennale come ortopedico pediatrico e come ricercatore, il Professor Portinaro ha maturato una grandissima esperienza nella Paralisi Cerebrale infantile e negli altri disturbi neurologici nei neonati e nei bambini, con oltre 7000 interventi chirurgici all’attivo su pazienti affetti da queste patologie. Nel 2003 ha fondato un’organizzazione non profit per supportare le famiglie di bambini affetti da paralisi cerebrale e altre malattie neuromotorie, di cui è anche Direttore Scientifico (Fondazione Ariel www.fondazioneariel.it).
Il Professore dedica una larga parte del suo lavoro alla ricerca scientifica per scoprire trattamenti sempre più innovativi ed efficaci nella cura di queste patologie.

Ortopedia Pediatrica a Milano